A niente è valso lo stupore della signora, sorpresa dalla decisione della dottoressa. “Con fare alterato mi ha detto che il problema per lei era un'infezione, che la decisione spettava a lei e che non c'era alcun singhiozzo. A quel punto l'ho invitata ad andare al letto dove era ricoverato mio marito ed ha potuto constatare che invece c'era. Segno che era la prima volta che si avvicinava a lui”. “Sempre con tono alterato e con atteggiamento arrogante e maleducato – sono ancora dichiarazioni della moglie - mi riferiva che lei non poteva fare niente per approfondire la causa del singhiozzo e che andavano fatti ulteriori accertamenti, per cui mi veniva normale chiedere di ricoverarlo, ma la risposta sgarbata è stata che non lo avrebbe ricoverato perché tanto una persona dell'età di mio marito in ospedale rischia di prendere molte altre infezioni e che la difficoltà negli spostamenti non la riguardava”. “La decisione presa dalla dottoressa di riportare a casa mio marito si è tradotta nell' ennesimo calvario – conclude amaramente la moglie - in quanto si doveva aspettare di avere a disposizione due ambulanze e sei operatori sanitari per i suoi problemi. Non a caso è arrivato a casa alle una di notte”.
Una corposa documentazione fa da corollario all'esposto che, come detto, è stato presentato all'Urp ed all'ufficio dirigenza. Pare che una prima risposta informale sia già arrivata allo studio legale che, ovviamente, attende il nero su bianco.