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Della Storia di Empoli si racconta dell'episodio. E tra l'altro, si legge che anche il canonico
Luigi Lazzeri nel suo celebre volume
“Notizie istoriche della Terra di Empoli” nella sua cronistoria all'anno 1399 cita la stessa identica notizia riportata nelle scritture dell'Opera e anche l'episodio del Miracolo del Mandorlo avvenuto durante una processione avvenuta in diversi luoghi della Toscana nello stesso anno ovvero:
Immagine contenuta nel manoscritto di L. VenturiniI Fratelli della compagnia del SS. Crocifisso detto delle grazie, eretta in questo anno nella nostra lnsigne Collegiata essendo invasa la terra d' Empoli dalla pestilenza, affine di muovere Iddio a pietà, ed insieme di schivare l'infezione contagiosa il dì 24 Agosto dell'anno stesso uscirono dalla patria con numerosissime seguito dell' uno, e dell'altro sesso, non tanto d'Empoli, quanto dei luoghi circonvicini portando a processione il detto SS. Crocifisso in Val di Marina, e nel Mugello incontro a Fiesole e Firenze. Un giorno pertanto essendosi coricati nella campagna per ristorarsi col cibo, ed avendo perciò appoggiato il Crocifisso ad un mandorlo secco, trovarono dopo la refezione detto mandorlo tutto rivestito di fronde e fiori, per il che concepirono viva speranza che fosse cessata, siccome veramente cessata era la pestilenza. Onde tutti allegri se ne tornarono alle loro case, e molti se ne fecero ascrivere nella compagnia dandone beni, e danari per suo mantenimento, e facendo ogn'anno la festa della S. Croce ai dì 14 di Settembre (34). Di tal fatto non solo ne abbiamo memoria nel più volte citato campione beneficiale del Capitolo a c. 129, ma di più se ne è conservata la tradizione e in Empoli e nei paesi circonvicini ed altresì nell'istesso luogo dove segui il miracolo. Di più il detto prodigio del mandorlo fiorito fu dipinto fin da quei tempi (come ce lo dimostra la maniera della pittura a giudizio degli intendenti in tre piccoli quadri rettangoli, che uniti insieme formavano il davanti del grado dell'antico altare del Crocifisso i quali si conservano anche in oggi nella cappella o compagnia di S. Andrea della nostra chiesa.