Le motivazioni della sentenza indicano che Alia può sottrarsi anche ai più semplici atti di controllo da parte dei Comuni, finalizzati a sapere quanto vengano pagati i dipendenti e di cosa si parli nel Consiglio di Amministrazione, oppure a prendere visione dei piani economico-finanziari. Atti e informazioni che – è di tutta evidenza – condizionano la vita delle nostre comunità. Con una lettera inviata a tutti i consigli comunali lo avevamo affermato ancor prima che la fusione nella Multiutility venisse deliberata.
Scrivevamo:
“I SINDACI DEI COMUNI AZIONISTI SARANNO PRIVATI DI OGNI POTERE DI CONTROLLO E DI GESTIONE RISPETTO ALL'OPERATO DELLA MULTIUTILITY ED ALL'EROGAZIONE DEI SERVIZI
• Con la costituzione della Multiutility i sindaci dei comuni azionisti perdono ogni possibilità di controllo sulla società e sui servizi erogati. Il Codice civile esclude infatti gli azionisti dall'esercizio dei poteri di gestione ed amministrazione delle società. All'assemblea dei soci sono riservati i soli poteri previsti dall'art. 2364 del Codice civile:
• L'accesso agli atti della società è limitato al libro soci e ai verbali di assemblea, escludendo anche i verbali del Consiglio di Amministrazione”.
Con la costituzione della Multiutility, i sindaci che dovrebbero garantire per i propri cittadini servizi efficienti, ambientalmente sostenibili e a costi contenuti si sono privati di ogni possibilità di controllo sui servizi erogati, sugli investimenti e su tutte le operazioni di natura finanziaria, che resteranno in capo agli amministratori della società (CdA) e non ai sindaci dei comuni soci.
Secondo Alia Multiutility (si veda il comunicato stampa del 16 ottobre) i temi sollevati nella discussione pubblica seguita al respingimento del ricorso da parte del TAR sarebbero “strumentali”, dato che “la gestione delle informazioni riservate e sensibili” opererebbe – sostiene ancora Alia Multiutility – “a tutela dei propri dipendenti e dei Comuni soci”.
Di quale tutela parliamo se un consigliere comunale non può conoscere aspetti essenziali della società della quale il suo Comune è socio? Come può svolgersi l'indispensabile dibattito pubblico sulle modalità di erogazione e gestione dei servizi pubblici se un consigliere non può accedere ad informazioni essenziali per comprendere cosa accade all'interno della società?
Alia Multiutility è per il momento ancora totalmente nelle mani di soggetti pubblici: non è dunque sufficiente dire no alla quotazione in Borsa se i Comuni – specialmente quelli di minori dimensioni – sono privati di ogni capacità d'intervento rispetto alle scelte della Multiutility.
L'operazione Multiutility va fermata ed i servizi riportati sotto il totale, unico ed effettivo controllo pubblico.
Coordinamento delle Associazioni No Multiutility Toscana