Divine creature, la mostra che racconta con l'arte sacra la disabilità

05-12-2024 15:38 -

C'è un aspetto artistico, che si rifà alla tecnica; un aspetto umano, uno sociale e uno sacro, in Divine creature, la mostra che dal 6 al 31 dicembre sarà visitabile – gratuitamente – nella Chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani, in via dei Neri.

Divine Creature – un incontro tra arte, inclusione e bellezza è un progetto fotografico ideato da Adamo Antonacci -Stanemani International, realizzato insieme a Silvia Garutti con le foto di Leonardo Baldini: un progetto incentrato sul tema della disabilità e sul tema dell'arte pittorica sacra.

Oltre 45 persone, tra disabili e loro familiari, sono stati protagonisti della realizzazione di capolavori della pittura sacra. Per farlo, gli occasionali modelli sono stati affiancati da una ventina di tecnici, truccatori, costumisti, scenografi, direttori delle luci e della fotografia.

Un progetto che parla anche empolese, grazie al fatto che gran parte dei protagonisti di questi capolavori rivisitati, sono ragazzi e ragazze e loro genitori dell'Associazione “Noi da grandi”, nata a Empoli nel 2008 con lo scopo di potenziare l'autonomia dei loro cari alle prese con la disabilità.

Il progetto ha preso il via da alcuni anni ed è stato portato in giro per l'Italia, ospitato anche dal Vaticano. Adesso arriva a Empoli, il luogo delle radici, come uno degli eventi eccezionali, all'interno della manifestazione “Empoli città del Natale”, che presenta un ricco calendario di eventi dal 16 novembre al 12 gennaio.

Le opere che sono state rivisitate dai ragazzi spaziano dal Rinascimento all'inizio del Novecento e creano un percorso iconografico intorno alle principali tappe della vita di Gesù, dall'annunciazione fino alla Resurrezione. Gli attori che sono stati coinvolti per dare volto, corpo ed espressione ai personaggi di questo racconto sacro, sono uomini e donne, ragazzi e bambini portatori di disabilità, insieme ai loro familiari.

Un evento straordinario che coniuga arte, cultura e inclusione e che ha l'obiettivo di sensibilizzare il pubblico su tematiche fondamentali come l'inclusione sociale e la valorizzazione delle diversità. La mostra invita a riflettere sul valore universale dell'arte come linguaggio capace di abbattere barriere e pregiudizi, affronta il tema della disabilità.

«Questo evento è uno degli aspetti del Natale che non è puramente commerciale –dice don Guido Engels, proposto della Collegiata di Sant'Andrea che ha messo a disposizione gli spazi della chiera di Sant'Agostino per ospitare le grandi foto della mostra – Il lavoro fatto riflette bene il messaggio del Natale, perché Dio si fa uomo e in queste foto, gli uomini interpretano Dio, forse lo diventano».

L'aspetto sacro di questa iniziativa viene sottolineato anche dall'assessore alla cultura per il Comune di Empoli Matteo Bensi: «Chi visita questa mostra ne esce un po' trasformato – dice l'assessore – Quegli scatti danno il senso di rinascita, di rinnovamento. La stessa dinamicità, la vita dell'opera, il sacro che viene convissuto e rimesso in atto e che quindi si riattualizza nei volti dei protagonisti: ecco la trasformazione che si avverte visitandola».

«Questa mostra è un grande contributo alla causa delle disabilità, di cui abbiamo pochi giorni fa celebrato la giornata – è il commento del sindaco Alessio MantellassiValorizzare la diversità, sostenere i più fragili, farli crescere in un ambiente sano e ricco di valori come Empoli ha dimostrato più volte di essere. Con questa mostra valorizziamo non solo il nostro Natale, eccellenza riconosciuta che competeda anni con le maggiori città italiane, ma sosteniamo anche una associazione importante come Noi da Grandi che da 16 anni fa tanto per le persone con disabilità sul territorio».
«Queste opere sono meravigliose perché hanno il merito di non evidenziare la diversità – interviene Anna Maria Leoncini, presidente di Noi da Grandi – Cosa che qui non si nota per niente. Realizzare queste fotografie, in certi momenti, è stato più difficile per noi adulti, genitori, che per i ragazzi. E' stata una bellissima esperienza. I nostri ragazzi si sono sentiti importanti nel parteciparvi».

«L'idea di questo progetto è nata dopo aver letto un libro sulla Shoa – spiega Adamo Antonacci – La Notte di Elie Wiesel, dalla domanda che si fanno i protagonisti del libro, dei deportati costretti ad assistere all'uccisione di un bambino da parte dei nazisti. Si chiedono: “dov'è Dio?”. La risposta è che Dio è quel bambino, che Dio si rivela là dove non lo cerchiamo. Spesso ne vediamo la negazione. E ho pensato, anche la disabilità: Dio si può manifestare attraverso la disabilità. Mi venne l'idea di ricostruire le oepre sacre attraverso protagonisti disabili. Quando lo raccontai a mia moglie, mi disse che ero matto., che non avrei trovato nessuno disponibile. Invece, mi rivolsi all'associazione Noi da Grandi, raccontai l'idea di questo progetto che fu accolto con grande entusiasmo. Hanno partecipato e da oltre otto anni che grazie a loro e grazie al fotografo Leonardo Baldini, che portiamo avanti questa mostra».

e.ch