Ci ha lasciati padre Vittorio, sabato 14 i funerali in Collegiata officiati dall'arcivescovo Gambelli

13-12-2024 18:00 -

La notte scorsa, è mancato padre Vittorio Di Cesare, sacerdote che ha insegnato per anni agli Scolopi di Empoli. Era nato a Porcari il 3 marzo 1929: entrato in noviziato nel 1945 all'Istituto Cavanis di Venezia fu ordinato il 21 giugno 1953 sempre a Venezia dall'allora patriarca Giuseppe Roncalli (poi Papa Giovanni XXIII).

Subito ha iniziato ad insegnare: la sua carriera scolastica si è svolta in ordine alle scuole Cavanis ginnasio di Possagno del Grappa, poi al liceo classico di Venezia, poi al liceo di Capezzano Pianore, dove ha ricoperto i ruoli di rettore e di preside. Negli anni novanta arrivò ad Empoli all'Istituto Calasanzio dove ha continuato ad insegnare per poi concludere la carriera di docente alle Scuole Pie Fiorentine.

Padre Vittorio ha insegnato latino, italiano, greco, storia, geografia, religione. Ha svolto il suo ministero religioso nelle parrocchie e negli Istituti dove era professore. Ha continuato fino a poco tempo fa a confessare e celebrare la Messa al santuario della Madonna del Pozzo di piazza della Vittoria a Empoli.

Padre Vittorio è stato per diversi anni tesoriere del Setem-T, associazione che sostiene le missioni dei Padri Scolopi nel mondo. Nel 2023 padre Di Cesare aveva festeggiato con una Messa in Collegiata i suoi 70 anni di sacerdozio, devolvendo proprio al Setem-T il ricavato della giornata.

I funerali saranno celebrati da Mons. Gherardo Gambelli, arcivescovo di Firenze sabato 14 dicembre, alle ore 15 in Collegiata.

Una preghiera affinché il Signore, che tanto ha servito con dedizione ed entusiasmo, lo accolga tra le sue braccia.

Così lo racconta sui social Paolo Santini, studioso di storia del territorio: «Un uomo che con il suo entusiasmo riusciva a vedere e soprattutto a far vedere sempre il lato ottimistico e buono delle cose, in ogni situazione. Anche nelle più difficili. Un insegnante per vocazione. Un Maestro di vita e un esempio. Oggi per noi tutti, che lo abbiamo seguito e gli abbiamo voluto bene, è un giorno triste, perché lui è tornato alla casa del Padre; ma alla tristezza subentrerà presto la letizia, perché lui avrebbe voluto così. Lo voglio ricordare con questa foto scattata in Collegiata a Empoli nel giugno del 2023 nel giorno della celebrazione del suo settantesimo anniversario dall'ordinazione sacerdotale, e voglio ricordare il suo abbraccio sincero e generoso, quando mi ha visto esclamando: “Come hai fatto a saperlo?”, con quel sorriso largo e contagioso di chi la sa lunga e riferendosi al fatto che avrebbe voluto mantenere il riserbo sulla ricorrenza ma poi la Collegiata era piena di persone che gli volevano bene, compresi i suoi ex allievi veneti. Grazie di tutto. Ci rivedremo un giorno, Padre, e sarà un giorno di gioia».
Anche Lorenzo Ancillotti, direttore del Centro Musicale Ferruccio Busoni, nonché organista della Collegiata di Sant'Andrea, ha voluto ricordarlo sulle sue pagine social: «Questa notte, se ne è andato, con la consueta discrezione silenziosa che ne ha contraddistinto la vita, un amico caro, di quelli che, quando si è davvero tanto fortunati, si incontrano poche volte.
Don Vittorio è stato un uomo di fede e un uomo di scuola. Ha dedicato tutta la sua lunga vita al servizio del Signore, ad ascoltare, accogliere e guidare il suo popolo e, attraverso l’insegnamento, ha formato generazioni e generazioni di giovani (a Venezia, Firenze e Empoli) ad affrontare con spirito critico e giudizio di discernimento le sfide della vita, nel rispetto dei valori cristiani e nell’attenzione al prossimo.
Le sue omelie erano illuminanti, così come sue lezioni di latino e greco: partiva dalla cultura classica, dall’etimologia delle parole della Scrittura per consentire a chiunque di comprenderne con chiarezza il significato più profondo.
Oltre che il bravo sacerdote e insegnante, don Vittorio è stato per molti di noi un amico sincero, fidato, sempre presente e disponibile. E nella vera essenza della sua amicizia si inquadrava anche quel rigore morale e quell’invito costante ad accettare sempre e comunque il disegno di Dio, spesso apparentemente incomprensibile.
La curiosità intellettuale era il motore del suo pensiero: sapeva tutto, leggeva tutto, era informato su tutto e su tutto si costruiva una sua opinione, mai scontata, né banale. Proprio l’esercizio alla memoria e alla riflessione è stato probabilmente il suo “elisir”, che l’ha portato a novantacinque anni a mantenere una lucidità impressionante (oltre che a guidare la macchina).
Don Vittorio è stato un sacerdote che ha amato la vita, sempre grato a tutto ciò che il Signore gli ha offerto: conversatore brillante, era davvero piacevole intrattenersi a tavola con lui, amante della buona cucina casalinga e profondo conoscitore di vini.
Memorabile la sua passione per la montagna, per la raccolta di funghi e, soprattutto, per lo sci: sono leggendarie le narrazioni dei ragazzi che accompagnava in settimana bianca, che lo descrivevano come un vero talento della discesa, anche in età molto avanzata.
L’altro aspetto che caratterizzava gli interessi di don Vittorio era il Bello: l’arte, la musica, la letteratura e tutte quelle espressioni ispirate in cui l’uomo si dimostra essere, per quanto imperfetto, il più ammirevole strumento di Dio.
Grazie don Vittorio per questi 40 anni di percorso insieme, grazie per esserci sempre stato e per avermi sempre donato la parola e lo sguardo di cui avevo bisogno. Ora fai una sciatina sulle nuvole anche per noi, che rimaniamo in questo mondo, molto più soli, ma grazie ai tuoi insegnamenti, sempre convinti della bellezza della vita
».