I giovani di Clara: pronti per l'80° della Liberazione

03-01-2025 18:47 -

Il nuovo anno 2025 è iniziato. La crisi, la povertà, una terza guerra mondiale ‘a pezzi' e un sanguinoso genocidio in corso continuano a mietere vittime innocenti, mentre si preferiscono le armi e il ‘dio denaro' alla pace e alla vita. La stampa e i media nazionali sembrano ignorare tutto ciò, confermando la nostra subalternità agli Stati Uniti e la loro scarsa qualità informativa. Così facendo, affondano come il Titanic il ruolo dell'informazione. Sembrano trovare molto più interesse nel mostrare il buon Fabrizio Corona e le sue supercazzole scandalistiche, per poi virare l'attenzione sul siparietto avvenuto nel programma televisivo Rai Belve tra Francesca Fagnani e Teo Mammucari, concludendo infine l'anno 2024 con il Tony Effe Gate. A noi nessuna belva, nessun Corona e nessun Tony Effe gate possono distoglierci l'attenzione da ciò che davvero conta, perché prima che consumatori di notizie di basso livello, pensiamo di essere cittadine e cittadini che, anche nel nostro piccolo, possiedono una funzione e un valore storico.

Perciò teniamo molto a ricordare che siamo entrati nell'anno in cui, 80 anni fa, l'avanzata popolare partigiana spezzava le catene che la barbaria nazi-fascista aveva legato attorno al collo e alle mani della libertà italiana ed europea, rischiando di trasformare metà del mondo in un gigantesco impero di violenza, in cui repressione, campi di concentramento e camere a gas funzionavano al ritmo di leggi basate sulla fantomatica purezza e superiorità della razza ariana.

Per noi, quel breve ma fondamentale periodo storico che va dal 1943 al 1945 rappresenta tanto il culmine quanto la base di partenza per l'odierna comunità antifascista. Nato tra il 1919 e il 1921, attivo durante gli anni del regime fascista in clandestinità, l'antifascismo ha continuato a vivere ed evolversi dopo la vittoria del 1945, fino ai giorni nostri, in cui viene continuamente sminuito e contestato da figure squallide come Cruciani, Vannacci, La Russa e Meloni. Oggi, per noi, è la nostra piccola bussola, con cui orientarci in un mare di qualunquismo, egoismo e odio verso il prossimo.

La Resistenza non è stata solo guerra, imboscate, armi e eroismo. È stata anche camminare e sudare lungo i monti senza sparare o vedere un nemico per mesi. È stata vivere in clandestinità in centri urbani pieni di SS, evitando di farsi beccare e colpire a sangue freddo al momento giusto. È stata noia e paura, protezione dal freddo, evitare le insolazioni, cercare del cibo e mangiarlo in mezzo ai ratti, trovare acqua potabile senza rischiare di contrarre il tifo. È stata scappare e nascondersi in caverne putride e umide, dormire tra gli escrementi di animali e i ronzii infernali degli insetti, memorizzare le stelle per muoversi con il nemico sempre alle spalle, pronto a colpire.

Tutti questi, piccoli o grandi gesti quotidiani, hanno fatto la differenza per i partigiani e le partigiane. A distanza di 80 anni, noi giovani cerchiamo di attualizzare quei gesti piccoli gesti di resistenza quotidiana nel presente. Le ore passate in riunioni, assemblee e discussioni serrate, i pomeriggi interi a fare striscioni di protesta, i cortei, le iniziative culturali, la presentazione di libri, l'ascolto di sano punk, sono tutti modi con cui difendiamo quelle isole di antifascismo ancora presenti sul territorio, cercando allo stesso tempo di creare nuove comunità antifasciste pronte a passare al contrattacco.

Per molti, una ricorrenza; per noi, ancora Resistenza

Fonte: Ufficio Stampa