Le migliaia di dirigenti e presidenti delle ASD senza fine di lucro volevano solo fare volontariato. Ma chi ha scritto la riforma sapeva ben poco di come funziona lo sport di base. Tanto è vero che per correggere questa cosiddetta Riforma ci sono voluti, finora, sei decreti correttivi e la giostra non è finita. Sembra che Babbo Natale ci porterà il settimo poi dovremo attendere le circolari interpretative dell'Agenzia delle entrate e dell'Inps. Aumentano i costi ed aumenta tutta la burocrazia. Allenatori, istruttori sono diventati “lavoratori” e quindi bisogna chiedere al casellario giudiziario il certificato antipedofilia. Giusto, ma va chiesto anche per quei giocatori e giocatrici che si allenano con giocatori under. In molti campionati la presenza di giocatori minorenni è addirittura obbligatoria. Se l'allenatore è un volontario allora questo certificato non è obbligatorio. Chi si occupa della segreteria che vuol dire non solo riscuotere le quote, ma anche organizzare i calendari dei singoli campionati, tenere i rapporti con le federazioni, reperire ogni settimana gli arbitri per le partite delle squadre giovanili, eccetera eccetera non sono considerati “lavoratori sportivi” e quindi seppure godano delle stesse esenzioni l'iscrizione all'inps, all'ufficio del lavoro devono essere fatti tramite i normali canali, ovvero occorre un consulente del lavoro che poi dovrà fargli anche la busta paga.
Stipendio? Basta superare i 150 euro mensili per entrare in questo ginepraio. Non dimentichiamo poi che molti impianti sportivi restano aperti perché gestiti dalle associazioni sportive perché i comuni non hanno i soldi per farlo. Siamo sicuri che tante associazioni sportive continueranno ad esistere? Nel basket femminile tra A1 e A2 quest'anno sono scomparse ben 4 società. La domanda nella testa di molti volontari sorge spontanea: ma chi me lo fa fare?