La coalizione risponde con fermezza, sottolineando come queste dichiarazioni siano del tutto insoddisfacenti: la cosiddetta messa in sicurezza non rappresenta una vera soluzione, ma solo un tentativo di rimandare un intervento che in futuro sarà comunque inevitabile. Le evidenze scientifiche emerse dagli studi dell'Università di Pisa parlano chiaro: il materiale sepolto sotto la strada non è inerte, poiché nelle normali condizioni ambientali si trasforma rapidamente in una forma tossica per l'organismo umano, con potenziale effetto cancerogeno se assorbito. Nell'ultima commissione consiliare relativa al keu è emerso che il dilavamento delle sostanze pericolose dagli strati di Keu verso gli acquiferi sottostanti sia attualmente impedito dalla presenza di uno strato di materiale argilloso impermeabile. Tuttavia, eventuali assestamenti del terreno o irregolarità in questo strato potrebbero favorire future infiltrazioni, con conseguenze potenzialmente gravi.
Il consigliere del Movimento 5 Stelle, Jacopo Maccari, dichiara: “Non è accettabile che la bonifica sia stata esclusa solo perché al momento le acque non risultano contaminate. Questo approccio è miope e pericoloso, soprattutto quando in gioco c'è la salute delle persone che vivono nelle vicinanze della strada e non solo. Se oggi non si trovano le risorse per intervenire, come si potrà garantire una bonifica tempestiva ed efficace qualora, in futuro, si rilevassero sversamenti?”
Anche Leonardo Masi di Buongiorno Empoli-SiAmo Empoli ribadisce: “La bonifica non è un optional. La tutela della salute dei cittadini dovrebbe essere la priorità del Sindaco, che deve attivarsi con tutti gli strumenti a sua disposizione per contrastare questa decisione della Regione. La giustizia ordinaria seguirà il suo corso, ma la politica non può restare in attesa dell'esito del processo. È fondamentale agire subito per risolvere il problema e al tempo stesso adottare misure preventive affinché situazioni simili non si ripetano in futuro.” I gruppi consiliari dichiarano che si attiveranno prontamente per presentare al Consiglio Comunale atti relativi alla questione in oggetto e si faranno promotori per la convocazione della commissione ambiente con lo scopo di approfondire e discutere con Arpat le principali criticità della vicenda. Un'ulteriore importante aspetto riguarda il metodo con cui le amministrazioni hanno affrontato il problema e la gestione della comunicazione con la cittadinanza.
Le analisi delle acque dei pozzi privati sono state interrotte a fine 2023, e i dati rilevati da ARPAT non hanno ricevuto un'adeguata divulgazione. Sebbene le analisi non abbiano riscontrato valori superiori ai limiti di legge, i gruppi consiliari sottolineano che, per una questione di trasparenza e coinvolgimento della popolazione, sarebbe stato opportuno adottare strumenti e mezzi adeguati per informare costantemente la cittadinanza. Un'azione tanto semplice quanto essenziale, che avrebbe dimostrato maggiore attenzione e vicinanza alla comunità, oggi invece lasciata senza risposte.