Keu sotto la Strada 429: Bonifica o Messa in Sicurezza? Le Polemiche Non Si Placidano

08-03-2025 09:06 -

La questione dell'inquinamento da Keu, gli scarti tossici delle concerie, sotto la Strada Regionale 429 continua a suscitare accesi dibattiti e preoccupazioni nella comunità dell'Empolese Valdelsa. La Regione Toscana ha recentemente annunciato le attività di bonifica per i tre siti di sua competenza, ma per il lotto V, che interessa il tratto Empoli-Castelfiorentino della 429, non è prevista una vera e propria bonifica. Al suo posto, le autorità regionali hanno deciso di intervenire con una "messa in sicurezza", una scelta che ha suscitato forti critiche da parte dell'Assemblea permanente No Keu, un comitato cittadino che sta lottando da tempo per ottenere una bonifica completa e definitiva.

Il sito sotto la 429, infatti, è stato oggetto di un'inchiesta che ha rivelato la presenza di circa 1.000 tonnellate di terra contaminata da Keu, interrate durante la realizzazione della strada. La decisione della Regione di non procedere con la bonifica ma di limitarsi alla messa in sicurezza, ha scatenato una serie di polemiche. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, l'assessora all'Ambiente, Monia Monni, e il commissario straordinario Giuseppe Vadalà hanno cercato di difendere la scelta, argomentando che, secondo gli studi effettuati, non è necessario un intervento di bonifica, poiché non ci sarebbe una contaminazione delle matrici ambientali come le acque di falda. Invece, è stato proposto un intervento che prevede la copertura del sito con un nuovo strato in PVC, per evitare che le piogge entrino in contatto con il Keu, limitandone così la pericolosità.

In un incontro a Cerreto Guidi, l'assessora Monni ha ribadito che la bonifica è necessaria solo quando c'è una vera e propria contaminazione ambientale. "Non essendo questo il caso – ha spiegato Monni – non si è mai parlato di bonifica. Il commissario Vadalà, che ha la massima competenza sull'argomento, ha confermato che il quadro conoscitivo ci porta a ritenere che l'intervento più adeguato sia la messa in sicurezza, non la bonifica". Secondo l'assessora, la copertura in PVC e gli interventi di impermeabilizzazione garantiranno la sicurezza, proteggendo l'ambiente e la salute dei cittadini, anche se la manutenzione dell’asfalto sarà necessaria nel lungo termine.

Tuttavia, queste dichiarazioni non hanno placato le preoccupazioni dei cittadini e dei membri del comitato No Keu, che continuano a sollevare dubbi sulla sufficienza di questa soluzione. “Ci è stato detto chiaramente che la Regione non ha intenzione di bonificare il tratto sotto cui sono state interrate 1.000 tonnellate di Keu”, affermano i membri del comitato. “Vogliamo la bonifica, non la messa in sicurezza. Non accetteremo soluzioni temporanee che non risolvono il problema in modo definitivo”, ribadiscono con determinazione e lo hanno fatto in una recente assemblea che si è tenuta al Circolo di Sant'Andrea.

Il comitato, quindi, annuncia che la battaglia per la bonifica continuerà, cercando anche di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni locali sul rischio di contaminazione a lungo termine. Sebbene l'inchiesta giudiziaria sia ancora in fase di udienza preliminare, il tema della sicurezza ambientale e sanitaria rimane una priorità. “La questione non riguarda solo l'aspetto giuridico, ma la sicurezza delle persone e dell'ambiente. Non possiamo rischiare di avere una soluzione che non sia definitiva”, dichiarano i rappresentanti del comitato, continuando a richiedere una bonifica completa dell'area.

Intanto, le autorità regionali e il commissario Vadalà proseguono il loro lavoro, cercando di trovare un equilibrio tra la sicurezza ambientale e la fattibilità tecnica ed economica degli interventi. Ma la strada della messa in sicurezza, per quanto venga considerata adeguata da chi ha effettuato le analisi, non sembra soddisfare le richieste di chi vive quotidianamente l'area e teme che una soluzione "provvisoria" possa non garantire una protezione totale nel tempo.