Democrazia sotto silenzio: il comitato Trasparenza per Empoli lancia l’allarme sul referendum Multiutility

05-05-2025 16:15 -

Empoli è al centro di una battaglia che coinvolge democrazia, servizi pubblici e il futuro della gestione di beni fondamentali come acqua, rifiuti ed energia. È quanto emerso con forza dalla conferenza stampa organizzata dal Comitato per il Referendum Trasparenza per Empoli (TPE), che ha denunciato il silenzio del Comune sul referendum richiesto da oltre 4.000 cittadini e ha lanciato ufficialmente il Comitato per il Sì.

Un referendum rinviato e ignorato: “Un danno democratico ed economico” Il primo punto critico sollevato è il mancato accorpamento del referendum cittadino con le consultazioni europee dell’8-9 giugno 2025. Una scelta che, secondo i promotori, rappresenta un’occasione persa su due fronti: da un lato lo spreco di denaro pubblico, per l’organizzazione di un ulteriore appuntamento elettorale; dall’altro la riduzione della partecipazione, poiché si rinuncia a sfruttare l’affluenza già prevista per il voto nazionale. Il messaggio è netto: "La democrazia non può aspettare", e soprattutto non può essere gestita come un fastidio da rimandare.

Il silenzio delle istituzioni: “Un affronto alla Costituzione” Ma ciò che ha generato maggiore indignazione tra i membri del Comitato è l'assenza totale di risposta da parte del Comune di Empoli. Marco Cardone, portavoce del Comitato, ha parlato apertamente di “tradimento della fiducia dei cittadini”, ricordando che l’articolo 1 della Costituzione sancisce la sovranità popolare e l’articolo 75 il diritto al referendum. “Il silenzio non è una risposta – ha affermato – Empoli merita rispetto”.

Accorpare alle Regionali è possibile, ma serve volontà politica Il Comitato chiede con urgenza una modifica del regolamento comunale per permettere l’accorpamento del referendum alle elezioni regionali del 2025, un’opzione che – secondo quanto previsto dal nuovo Statuto comunale – non è affatto vietata. L’attuale regolamento, definito “restrittivo e obsoleto”, impedisce ogni accorpamento, ma potrebbe essere aggiornato “con un semplice atto di volontà politica”. Per i promotori, si tratterebbe di una scelta di buon senso: meno spese, più partecipazione.

Sindaci incoerenti: “A parole contro la Borsa, nei fatti avanti tutta” Durante la conferenza stampa, Cardone ha duramente criticato l’atteggiamento dei sindaci – incluso quello di Empoli – in merito alla Multiutility. Nell’ultima assemblea dei soci, è stato confermato l’indirizzo di “rafforzamento e sviluppo” della società, senza alcuna interruzione del percorso verso la quotazione in Borsa. “Si lasciano porte aperte – ha detto – per far trovare la strada già apparecchiata a chi verrà dopo”. Non basta parlare genericamente di “alternative alla Borsa” se gli atti ufficiali non prevedono alcuno stop concreto al processo di privatizzazione.

Gestione in house: una battaglia di principio (e di bolletta) Il Comitato rilancia con decisione la proposta di gestione in house per i servizi pubblici: un modello totalmente pubblico, sotto il controllo diretto dei Comuni e dei cittadini, senza obbligo di gare d’appalto. Una via, sostengono, che garantirebbe trasparenza, efficienza e tariffe più leggere. “Non vogliamo che i nostri servizi finiscano in mano a multinazionali – ha sottolineato Cardone – e ricordiamo che il modello in house è l’unico che consente un controllo analogo a quello esercitato su una struttura comunale”. Qualsiasi altra forma, anche se formalmente pubblica, non impedirebbe la futura esternalizzazione tramite gare europee.

Il nodo giuridico: Multiutility e gestione pubblica incompatibili Secondo il Comitato, la struttura della Multiutility è incompatibile con la gestione in house per legge. Ciò significa che tenere acqua, rifiuti ed energia dentro la Multiutility rende impossibile gestirli interamente in forma pubblica. Cardone avverte: “Se non si esce ora, a fine concessione ci ritroveremo costretti a fare una gara aperta a livello europeo, perdendo ogni possibilità di controllo locale. È un rischio concreto e inaccettabile”.

Nasce il Comitato per il Sì: mobilitazione dal basso per i beni comuni Proprio per dare voce a questa visione alternativa, è stato annunciato ufficialmente il Comitato per il Sì al referendum, che si propone come strumento di informazione, dibattito e partecipazione. “Siamo cittadini e cittadine che vogliono riportare il potere decisionale su acqua, ambiente ed energia nelle mani della comunità – ha detto Cardone – e ci prepariamo a una mobilitazione capillare, con banchetti, assemblee e incontri nei quartieri”.

Appello alla cittadinanza: “Difendiamo la democrazia, difendiamo Empoli” In chiusura, l’appello accorato ai cittadini empolesi: “Partecipare al referendum significa difendere la propria libertà e dignità. Non restiamo a guardare mentre i servizi essenziali vengono sottratti al controllo pubblico. La scelta è nelle mani di tutti noi”.