La Barnini e i referendum: dal non voto...all'appello al voto

15-05-2025 19:30 -

“L'8 e 9 giugno si vota per cinque referendum che parlano di dignità del lavoro, di sicurezza sul lavoro e del diritto di cittadinanza, questioni centrali nella vita delle persone. Abbiamo il dovere di andare a votare e di promuovere la partecipazione al voto. La libertà è partecipazione”. Così Brenda Barnini sul suo profilo instagram pochi giorni fa, in occasione della visita a Ponte a Elsa del segretario della Cgil Maurizio Landini. Un appello al voto in linea con la posizione del suo partito in vista dei cinque referendum del prossimo 5 giugno.

Una posizione, quella della ex sindaca di Empoli, diversa da quella che lei stessa tenne in occasione dei cinque referendum del 2022 che vertevano su abrogazione del testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, riforma della giustizia, elezione Csm, custodia cautelare separazione delle funzioni tra Pm e magistrati giudicanti, valutazione dei magistrati. Allora scriveva infatti sul proprio profilo fb. “Appartengo a quella larga maggioranza di italiani ed empolesi che non è andata a votare al referendum. Lo dico il giorno dopo perché l'invito al non voto non l'ho mai considerata una posizione condivisibile. Mi è costato fatica non andare perché il valore che attribuisco al diritto di voto non ha eguali. Ma dal momento che la Corte costituzionale aveva escluso dai quesiti quello sul fine vita e sulla legalizzazione delle droghe leggere non ho più sentito nessuna motivazione ad andare. E non perché ritenga che in materia di giustizia non ci sia molto da cambiare ma perché penso che quel cambiamento lo debba produrre il Parlamento. E se pensiamo che il parlamento attuale non sia capace di farlo abbiamo una grande occasione il prossimo anno con le elezioni politiche di decidere chi dovrà rappresentarci e quindi anche doversi occupare di giustizia”.

Insomma, pur non facendo appelli all'astensione come capita di sentire in questi giorni anche a livelli ben più alti, un cambiamento di posizione che colpisce e che lascia in sospeso una domanda: il “diritto di voto che non ha uguali” è un valore o dipende dai quesiti?