Questa decisione avrà un effetto fortemente negativo sia sui ragazzi stessi, e sulle loro famiglie, che sul gruppo classe. Ad essere minato risulterà in primis il diritto all'inclusione: la presenza degli educatori è infatti fondamentale per garantire la piena partecipazione delle/degli alunne/i con disabilità alle attività didattiche e alla vita scolastica nel suo complesso, come sancito dalla normativa vigente (Legge 104/92 e successivi decreti attuativi). Significa poi difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi individualizzati e nell'aumento del rischio di isolamento e marginalizzazione: i Piani Educativi Individualizzati (PEI, realizzati alla presenza delle scuole, dell'Asl, delle famiglie e dell'educativa) sono elaborati tenendo conto delle specifiche esigenze dei soggetti indicati. La stessa decisione peggiorerà anche le condizioni di lavoro di educatori ed educatrici che avendo a disposizione meno ore sui singoli ragazzi dovranno seguire più casi e di conseguenza affrontare più spostamenti da una scuola all'altra e più impegni burocratici non retribuiti. Ci sarà quindi un deterioramento dell'intervento educativo stesso ed uno svilimento della professione.
Professione già poco riconosciuta sia a livello sociale che economico come dimostra il mancato inquadramento contrattuale in D2 come previsto dalla Legge Iori (n. 205/2017) e nel mancato riconoscimento del lavoro sul gruppo classe nei giorni di assenza dell'assistito. Garantire l'assistenza e l'educativa alle disabilità nelle scuole -nel rispetto delle indicazioni dei Pei -è necessario e testimonierebbe anche la volontà dell'Amministrazione di voler stare dalla parte di chi ha più bisogno. Questa decisione contrasta anche con la tanto promossa Agenda 2030, dove all'obiettivo 4 si parla proprio di “assicurare un'istruzione di qualità, equa ed inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti”. Fare buona politica vuol dire rimettere al centro i diritti di chi è più in difficoltà e di chi, di questo sostegno alle fragilità, ne ha fatto il proprio lavoro..che sempre più assomiglia a una missione.