Referendum, perché si ignorano quelle 4mila firme?
02-06-2025 21:46 -
Domenica e lunedì si tornerà a votare per i referendum, in totale cinque, ed in questi giorni di campagna elettorale si sente spesso parlare da parte dei promotori non solo del merito dei quesiti, ma anche dell'importanza che l'istituto referendario ha come forma di partecipazione popolare. Considerazioni giuste che però, calate nella realtà empolese, possono anche stridere.
In qualche cassetto del Comune giacciono infatti 4143 firme di empolesi. Sono quelle raccolte riguardo alla questione dell'acqua pubblica che, peraltro, si lega ad un altro referendum il cui esito è stato disatteso, quello del 2011. Un numero di firme importante raccolto per revocare la delibera che ha avviato il passaggio delle quote comunali ad Alia Multiutility, in pratica per scongiurare la quotazione in Borsa dell'acqua. Firme, si badi bene, che non hanno nemmeno un colore politico predominante essendo trasversali. In una realtà come quella empolese dove tutti conoscono un po' tutti, si videro ai banchini persone che, con quella parte sinistra che aveva promosso la raccolta, avevano e probabilmente non hanno ancora oggi niente a che vedere. Segno che anche loro avrebbero piacere di scrivere la loro opinione in una scheda elettorale, non solo quelli che vanno dietro a chi rappresenta il proprio credo politico.
La questione, lo ricordiamo sommariamente, ha nel frattempo cambiato aspetto dal punto di vista politico dal momento che il Pd, partito di maggioranza locale, sulla spinta della segretaria nazionale Elly Schlein e di quello regionale Emiliano Fossi, ha dato ampie assicurazioni che questo scenario non è più ipotizzabile. Non solo parole, ma anche fatti come si è visto pure nella nostra realtà empolese dove il sindaco Alessio Mantellassi si è più volte espresso in consiglio comunale ed in commissione in questa direzione.
Nel frattempo le sopraggiunte vicende politiche hanno finto per mettere inevitabilmente in secondo piano la questione, anche se chi di questo non si fida (mancando, tanto per dirne una, la variazione anche nello statuto di Alia Multiutility) è pronto a scommettere che, dopo il passaggio elettorale regionale di ottobre, di acqua in Borsa si tornerà a discutere.
Ora che si è tornati a parlare di referendum visto che domenica saremo chiamati alle urne, perché non mettere a tacere le polemiche politiche? E' davvero impossibile pensare che chi ci spinge ad andare a votare domenica possa togliere dal cassetto quelle oltre 4mila firme venendo incontro ad una richiesta molto semplice: dare ai cittadini la possibilità di dire in cabina la propria opinione su una questione che, seppur finita ora in secondo piano, è decisamente importante? I referendum sono tutti uguali oppure ci sono di serie A e serie B? Tanti cittadini che sono stati beffati dal ribaltone del referendum del 2011 possono tornare a dire la loro nelle urne? Perché quei faldoni sono in un cassetto? In un momento di grave crisi di partecipazione perché ignorare chi chiede di farlo?
Le firme sono lì e non si tirino fuori questioni tecniche, ora serve solo una cosa: la volontà politica di far dire ai cittadini la loro opinione.