Un maggio ‘normale’, ma c’è poco da stare tranquilli
08-06-2025 21:44 -
di Gordon Baldacci
Con la chiusura del mese di maggio, si tirano le somme di quella che è stata la primavera meteorologica 2025. Ci eravamo lasciati con i segni tangibili di un mese di marzo, molto mite e piovoso, accompagnato dai fenomeni estremi come quelli alluvionali del 15 marzo.
Aprile, pur mantenendosi molto variabile, non aveva raggiunto punte apicali dal punto di vista delle precipitazioni, anzi semmai in linea tendenziale, in progressivo calo, rispetto al surplus del mese precedente. Il tutto accompagnato da un clima sempre attorno al grado e mezzo al di sopra delle medie del periodo, tanto nel terzo, quanto nel quarto mese dell’anno. Se come spesso accade, la percezione ci ha fatto credere in un maggio a tratti “gelido” è perché negli ultimi venticinque anni, ben diciassette sono stati una vera e propria prova generale della stagione estiva, con punte di 2/3 °C sopra-media mensile rispetto ai trend stagionali.
Ritrovarsi nel 2025 con un dato termico di -0.1 °C rispetto a quella che definiamo “la normalità stagionale”, paradossalmente ci ha fatto credere di vivere una specie di coda invernale, quando in realtà il mese appena concluso sia termicamente che a livello precipitativo, si è rivelato paradossalmente un “maggio normale”.
Tra gli artefici di questa linearità climatica, va ricercato un trend stratosferico, diverso a quello degli ultimi anni. Una maggiore lentezza nel naturale declino e successivo collasso del Vortice Polare, unito ad una sostanziale incidenza delle masse d’aria d’origine atlantica, costretta a scorrere lungo i paralleli del Mediterraneo, mentre un coriaceo anticiclone delle Azzorre, teneva banco sull’Europa settentrionale e centrale, hanno permesso di tenere altri indici ed i fenomeni associati, a latitudini paradossalmente opposte; a partire dal solito anticiclone africano, attestato nelle sue zone di riferimento.
Se il dato empolese ma in generale quello italiano, non è lontano da quello che fino a trent’anni fa era la normalità climatica, va anche detto non rispecchia assolutamente quello che invece è stato il trend a livello continentale. Se a livello termico, tutta l’Europa settentrionale e occidentale è letteralmente imparagonabile alle medie climatiche, la parte orientale ha visto un mese di maggio ben di sotto delle medie. Sempre sulla linea del paradosso, si va per estremi, dove fa più caldo lo fa in maniera esponenziale, dove fa più freddo le termiche mensili vanno sotto anche di 2-3 °C sotto-media, che nell’arco di un intero mese, e non è poca cosa.
Siccome non stiamo parlando di un sistema che si compensa, ci ritroviamo poi con una situazione soprattutto a livello idrico particolarissima. Tutta l’Europa centro-settentrionale, ha vissuto una primavera siccitosa, dopo un inverno altrettanto secco. Pensate che nella ormai sempre meno verde Scozia, si parla di fiumi in secca, di dighe per trattenere l’acqua, e non va meglio in Francia, in Olanda, in Germania.
Quindi come sempre, pur nella curiosità del dato locale, ricordiamoci cosa sta accadendo aldilà del cancello, nel giardino del vicino; consapevoli che il cambiamento climatico non è solo un continuo innalzamento delle temperature a livello mondiale, ma anche un pericolo gioco di specchi, fra eventi estremi e fasi siccitose prolungate, spesso i primi e le seconde, in situazioni di blocco per settimane o addirittura mesi.
Apprezziamo quindi, che dopo un marzo in mano ai fenomeni estremi siano giunti un aprile più tranquillo e un maggio “vintage”, consapevoli che quest’ultimo non sappiamo se e quando ne rivedremo uno simile, in tempi brevi, nei prossimi anni, visto il trend non solo a livello europeo ma anche mondiale.
Per tutti coloro nostalgici invece dei mesi di maggio degli ultimi anni, rimasti delusi dalla stagione primaverile 2025, non preoccupatevi, l’estate meteorologica iniziata il 1 ° giugno scorso ha già dato i primi segnali di una stagione in fase di accelerazione.
Nel prossimo articolo infatti andremo a fare una proiezione stagionale, per capirne le intenzioni su Empoli e dintorni, con la speranza di non trovarsi a copiare e incollare, quella sentenziata gli anni scorsi; fatta di monotone fasi afose, notti tropicali, e record stagionali destinati a ripresentarsi ripetutamente a stretto giro.