Quando Empoli raccontò al mondo il ritrovamento degli affreschi in Santo Stefano

20-06-2025 01:09 -

C'è una data che l'Italia ricorda per la nascita di una delle sue voci più amate, Lucio Dalla, e per quella canzone portata a Sanremo che ne custodisce il ricordo nel titolo: 4 marzo 1943. Ma per Empoli, quello stesso giorno è rimasto impresso per un altro motivo, viene annunciato al mondo che ,nascosto tra le navate silenziose di una chiesa è avvenuto il ritrovamento di uno dei tesori più importanti del primo Rinascimento toscano.

È il Corriere della Sera a dare la notizia, con la meraviglia di chi sa che il passato ha deciso di riemergere con grazia, sotto le mani attente degli studiosi. Nella chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani, durante una campagna di saggi diretta da Ugo Procacci, vengono alla luce affreschi quattrocenteschi di straordinaria bellezza, rimasti per secoli celati sotto lo scialbo. È la primavera del 1943, e mentre l'Italia attraversa le ferite della guerra, ad Empoli si svela una piccola resurrezione dell'arte.

Nel cuore della cappella della Compagnia della Nunziata, appaiono due teste di santi, «di meravigliosa fattura», attribuite allo Starnina. E nella cappella della Compagnia della Croce, l'arco dell'intradosso mostra un ciclo dedicato alla Leggenda della Vera Croce, con uno stile che non lascia dubbi: Masolino da Panicale è l'autore.

Tra le scoperte, spicca un frammento che diventerà icona: Sant'Ivo tra i pupilli. Identificato dallo storico dell'arte Salmi nel 1948 e attribuito a Masolino, l'affresco fu staccato nel 1958 e iniziò un lungo viaggio, partecipando a mostre nazionali e internazionali come testimonianza tangibile della riscoperta post-bellica dell'arte sacra fiorentina.

Oggi, dopo più di ottant'anni da quel giorno di marzo, il Sant'Ivo torna finalmente a Empoli, nel suo contesto originario, restaurato e pronto per essere svelato al pubblico il 20 giugno alle ore 18, nella chiesa di Santo Stefano. L'intervento di restauro, condotto da Lidia Cinelli con la supervisione di Alberto Felici, Elena Alfani e della storica dell'arte Laura Torricini, ha restituito brillantezza e nuove letture stilistiche a questo frammento prezioso, arricchendo la comprensione della pittura di Masolino.

Un risultato reso possibile grazie al sostegno della Fondazione CR Firenze e del mecenate Stefano Cappelli, che hanno contribuito in modo determinante alla conclusione del progetto di recupero delle opere del pittore, iniziato in occasione della mostra “Empoli 1424. Masolino e gli albori del Rinascimento”, tenutasi nella prima metà del 2024.

Quell'esposizione, che celebrava i 600 anni dal completamento degli affreschi nella cappella della Compagnia della Croce, ha riunito per la prima volta un numero straordinario di opere di Masolino, provenienti da istituzioni prestigiose come gli Uffizi, il Bargello, la Pinacoteca Vaticana, il Musée Ingres di Montauban, e molti altri.

Con il restauro del Sant'Ivo, si chiude così un cerchio iniziato nel 1424, interrotto dall'oblio e riaperto nel 1943, in un giorno di guerra, poesia e scoperta. Il 20 giugno 2025, Empoli celebra il ritorno di uno dei suoi capolavori più luminosi.

Come a ricordarci che, a volte, la bellezza sa aspettare. E poi, torna a farsi vedere.