Botta e risposta Pd-FdI a Vinci sulla parità di genere nei Consorzi di Bonifica

29-06-2025 11:42 -

Si accende il dibattito in Consiglio Comunale a Vinci sul tema della parità di genere nei vertici dei Consorzi di Bonifica, con la consigliera di opposizione Manuela mussetti (Fratelli d'Italia) che punta il dito contro il Partito Democratico, accusandolo di aver affossato una mozione che chiedeva maggiore rappresentanza femminile negli organi di governo.

Al centro della polemica, una mozione presentata dalla stessa Mussetti che denunciava l'assenza totale di donne nei ruoli apicali del Consorzio di Bonifica Basso Valdarno – un errore materiale ha portato a indicare inizialmente il Consorzio Medio Valdarno, prontamente corretto tramite un emendamento proposto dal consigliere di sinistra Giuseppe Pandolfi. Ma, nonostante la correzione, la maggioranza ha chiesto il ritiro dell'intero atto, suscitando la reazione dura della consigliera.

“Lo ammetto con onestà: ho commesso un errore materiale – ha dichiarato Mussetti – ma quell'imprecisione non toglie nulla alla sostanza. Nei vertici dei Consorzi di Bonifica manca completamente la rappresentanza femminile. E invece di cogliere l'occasione per schierarsi concretamente dalla parte delle donne, il PD ha preferito rifugiarsi nei cavilli procedurali.”

La replica del PD: “Mozione confusa e impropria”

Non si è fatta attendere la risposta del Partito Democratico, che ha rigettato le accuse parlando apertamente di “strumentalizzazione politica” da parte dell'opposizione.

“La consigliera Mussetti ha presentato una mozione confusa, con riferimenti errati e giuridicamente scorretti – ha dichiarato la capogruppo PD Cristina Bortolai –. Parlare di Consorzio Medio Valdarno quando si intendeva il Basso Valdarno non è una semplice svista: sono enti distinti, con organi e competenze diverse. È nostra responsabilità garantire che gli atti approvati dal Consiglio siano corretti, legittimi e fondati.”

Bortolai ha poi respinto con forza le accuse di incoerenza: “Chi ci accusa di non difendere le donne dimostra solo di voler strumentalizzare un tema serio come la parità di genere per meri fini propagandistici. Noi ci battiamo ogni giorno per la partecipazione femminile nei luoghi decisionali, ma non possiamo accettare atti mal scritti e non condivisi.”

Il sindaco: “Serietà e rigore non sono cavilli”

Anche il sindaco di Vinci è intervenuto, spiegando le ragioni della richiesta di ritiro dell'atto: “In Consiglio si lavora con serietà. Non possiamo trattare superficialmente argomenti così importanti solo per generare clamore politico. Un errore formale può compromettere il valore dell'intero documento. Chi lo nega, ignora come funziona la pubblica amministrazione.”

Marzocchini: “Gesti teatrali? Rispetto per l'istituzione”

L'assessore Marzocchini ha poi replicato alle accuse di aver abbandonato l'aula: “Non si è trattato di un gesto teatrale, ma di un segno di dissenso verso un'impostazione strumentale e aggressiva. La mancanza di rispetto non è nel mio gesto, ma nel tono accusatorio e fuori luogo usato nei confronti del Consiglio comunale e della maggioranza.”

Fuori dall'aula, il botta e risposta prosegue

Il confronto si è poi spostato anche sui social e nelle dichiarazioni successive. Mussetti ha ribadito: “Il PD si è nascosto dietro la forma per non affrontare la sostanza. Non ho ricevuto nessuna proposta di dialogo né alcun suggerimento per correggere l'atto prima della seduta.”

Bortolai ha controreplicato: “Se l'opposizione avesse voluto davvero un confronto, avrebbe condiviso la proposta in modo costruttivo e anticipato. Invece ha preferito la polemica e la ricerca del titolo.”

Un'occasione mancata o un atto da riscrivere?

Intanto la questione resta aperta. L'emendamento del consigliere Pandolfi, pur accettato formalmente, non è bastato a salvare l'atto. E ora il dibattito sulla presenza delle donne nei Consorzi di Bonifica potrebbe tornare in Consiglio in altra forma.

“Sono pronta a ripresentare la mozione – ha annunciato Mussetti – con tutti i riferimenti corretti, ma non farò sconti a nessuno. La parità non può essere solo una parola nei discorsi ufficiali.”