Solidarietà e senso di appartenenza, la grande festa di Vitolini

01-07-2025 16:13 -

Vitolini, frazione di Vinci sul Montalbano, ha celebrato nel pomeriggio di domenica 29 giugno il proprio Patrono, con una Messa e, a seguire, una cena alla quale hanno partecipato 120 persone. Un risultato più che soddisfacente per le associazioni organizzatrici, La Compagnia degli Ortacci – presso la quale si è tenuto il convivio – e il Circolo Ricreativo. Erano anni che non veniva realizzata una festa dedicata al paese, in uno spirito di collaborazione da parte di tutti. In effetti – ne è testimone il Sindaco Daniele Vanni con un post su Facebook – , si respirava un'aria di comunità palpabile sia per il cibo, curato con tutto l'amore possibile da uno staff efficiente e affiatato, sia per l'intrattenimento, che ha visto al centro il tema dei ricordi e delle proprie radici.

Da un po' di tempo infatti le due associazioni ricreative, con il patrocinio della Parrocchia, portano avanti un progetto proposto dall'APS tuttAltro, che si occupa di counseling e mediazione familiare, denominato RACCONTÈ. Un termine che è un gioco di parole finalizzato a promuovere incontri per raccontarsi e raccontare, in un clima favorevole al dialogo. Ne sono usciti, domenica sera, degli spezzoni sullo stato dell'arte di un lavoro ancora in itinere, ma che promette buoni risultati, con proiezioni di foto, racconti e aneddoti legati ai vari filoni di indagine: i vecchi (e nuovi) toponimi, le attività e gli esercizi presenti qualche decennio fa, le parole usate e percepite come caratteristiche del luogo, le storie individuali risvegliate da un'immagine. Ciliegina sulla torta, alcuni vecchi filmati di un appassionato cineasta locale, con scene paesane in bianco e nero girate durante lo svolgimento di processioni e altre manifestazioni, piuttosto che riprese panoramiche più recenti del bellissimo borgo.

Una serata che è stata un tuffo nel passato, senza però lasciarsi contagiare dalla malinconia bensì – per dirla con le parole che Martina Gavazzi ha usato nel suo discorso introduttivo – cercando di “essere possibilisti e fantasiosi, impegnandosi a disegnare quelli che saranno i ricordi futuri dei nostri figli, a immaginare e costruire una comunità nuova, diversa e forse migliore da quella del passato, fatta di collaborazione ad un progetto unico, per sfruttare al meglio le risorse che abbiamo”.

Brava Martina, hai interpretato il pensiero di tutti, lasciando anche spazio alla commozione perché, sempre come tu hai detto, “Ora è tempo di lasciar andare. È tempo di unione e comunione di intenti”.


Fonte: Ufficio stampa