Giovanni Impastato: "tutta una vita con mio fratello Peppino"

03-07-2025 11:07 -

Pur di presentare il suo ultimo libro a Empoli ha fatto un'andata e ritorno da Palermo in due giorni, a testimonianza di quanto ci tenesse. Il rapporto che lega Giovanni Impastato, la sua famiglia e casa Memoria alla nostra città è solido e duraturo ed il fatto che a chiamarlo alla casa del popolo di Ponzano sia stato Filippo Torrigiani che per Cinisi si è sempre impegnato molto, è stato sicuramente un aspetto non trascurabile. Una stretta di mano col sindaco Alessio Mantellassi che non ha mancato di portargli il saluto della città e poi una serata densa di significati, nella quale Impastato ha aperto le porte della sua casa e l'album dei ricordi della sua famiglia, pesantemente colpita dalla tragica scomparsa di due figli: uno piccolo – Giovanni - a causa di una meningite ed uno in piena gioventù – Peppino - per mano di quella mafia che non aveva mai avuto paura a sfidare a faccia aperta e di cui il padre Luigi e lo zio Cesare erano esponenti.

‘Mio fratello, tutta una vita con Peppino' stampato per ‘libreria Pienogiorno' (acquistabile online ed i cui proventi vanno a casa Memoria) è tutto questo, il racconto di una vita e del rapporto con Peppino, i frutti del cui impegno si possono toccare ancora oggi con mano. Giovanni Impastato, come fa nelle pagine del libro, ha raccontato i suoi timori, le raccomandazioni che faceva al fratello di stare attento, la vita quotidiana, la Cinisi del tempo dove i boss erano irrisi e fatti oggetto di scherno da Peppino, quel padre verso il quale ha usato parole dure ma pur sempre nel rispetto del suo ruolo come ha sempre fatto anche in vita. Il tutto senza alcun problema nel rivelare episodi di vita quotidiana che d'improvviso, quel 9 maggio del 1978, divennero niente di fronte alla tragica scomparsa di Peppino ed alla vergognosa montatura che si cercò di fare per far passare un brutale omicidio in un attentato finito male. “Eravamo a cena, vennero dei suoi amici a cercarlo a casa e capii subito che qualcosa era successo”, ricorda Giovanni.

Era successo quello che lui e la madre Felicia temevano ma, proprio quella sera, fu gettato un seme che Giovanni, mamma Felicia, gli amici e Casa Memoria hanno coltivato ed annaffiato nel tempo fino a farlo diventare un albero che affonda le sue profonde radici nella legalità e nell'antifascismo. Un cammino di quaranta anni che va ben oltre i cento passi che distanziavano la loro casa da quella di Gaetano Badalamenti, 'u ziu Tano, e che oggi sono un percorso di pietre d'inciampo che circa ventimila giovani ogni anno percorrono. La storia di Peppino Impastato è un pezzo della storia d'Italia, il suo impegno per il quale ha pagato con la vita ad appena trenta anni è ancora oggi un esempio da seguire.

Grazie Giovanni per una serata bella e densa di significati. Quando vuoi Empoli è sempre pronta ad accoglierti come Peppino, Felicia, te e la tua famiglia meritate.
Marco Mainardi