La Stazione di Posta genera un nuovo comitato: “Siamo per il sostegno, ma diciamo no al degrado nel quartiere residenziale”
11-07-2025 12:42 -
E' nato spontaneamente, come risultato dell'annunciato progetto della Stazione di Posta, il centro dell'accoglienza che nascerà intorno all'Opera della Madonnina del Grappa: la mensa, l'albergo e ogni altro servizio mirato all'accoglienza dei bisognosi. Un gruppo di cittadini si è organizzato non per contrastare il progetto ma per chiedere all'amministrazione comunale che l'area, già interessata da disagi legati alle strutture oggi esistenti, eviti il rischio di essere ancora più interessata dal degrado. A unirsi, in quello che è l'ennesimo comitato di cittadini, sono i residenti delle strade intorno a via Masini: quelli delle vie Puccini, Giusti, Russo e Busoni. Il gruppo, che riunisce già diverse centinaia di persone, nasce con l'obiettivo di tutelare la vivibilità e la sicurezza del quartiere, da tempo segnato, come dicevamo, da situazioni di degrado e disagio sociale. “Non siamo contro l'accoglienza, ma questa zona non è adatta per accogliere un progetto tanto bello, quanto portatore di problemi se inserito in un contesto residenziale”, spiegano i cittadini. Il comitato tiene a sottolineare la sua natura apartitica e non ideologica: “Non c'è nessuna bandiera politica dietro la nostra iniziativa, né tantomeno un pregiudizio verso la finalità sociale del progetto. Ma questo quartiere non può reggere un ulteriore aggravio della situazione già difficile che viviamo ogni giorno”.
Il punto di partenza del malcontento è l'annuncio della realizzazione di una cosiddetta “stazione di posta”, una struttura che comprenderà mensa e dormitorio per persone senza fissa dimora. Il progetto, finanziato con fondi del PNRR, è stato affidato – a seguito di un avviso pubblico risalente a due anni fa – a un soggetto privato, la Misericordia, che agirà come soggetto attuatore. Il terzo soggetto è l'opera della Madonnina del Grappa che metterà a disposizioni le strutture che, ovviamente, dovranno essere adeguate al progetto.
I cittadini contestano soprattutto le modalità con cui la vicenda è emersa: “Lo abbiamo scoperto per caso, da un preliminare di compravendita immobiliare saltato a causa della futura apertura della struttura. Nessuna comunicazione ufficiale è mai arrivata. Ci sembra che si sia scelto il silenzio apposta”.
A preoccupare il comitato è anche la gestione attuale della zona, dove già opera una mensa per persone in difficoltà: “Ci sono situazioni di disagio quotidiano: bivacchi, sporcizia, atti di inciviltà. Non possiamo restare indifferenti se una ragazza di 17 anni ha paura a entrare in casa da sola. Figuriamoci cosa succederebbe se la situazione venisse moltiplicata”.
Nel recente incontro avuto con l'amministrazione comunale, i cittadini hanno espresso le loro istanze chiedendo maggiore trasparenza, sicurezza e soprattutto una riflessione sulla localizzazione del progetto: “Il nostro è un quartiere residenziale, è il cosiddetto ‘salotto buono' della città, da quando via Masini è stata "ridisegnata" e abbellita- Non ci sembra giusto che venga penalizzato ulteriormente. Ci sono aree più adatte a ospitare strutture del genere”.
Nell'incontro che i cittadini hanno avuto con gli amministratori, hanno chiesto di essere tutelati “Il Comune ci ha detto di non avere voce in capitolo sul progetto che fa capo alla Società della Salute, quindi non avrà difficoltà a stare dalla nostra parte e tutelare i suoi cittadini”. La richiesta è chiara: che l'opera venga eventualmente realizzata nel rispetto delle normative e dei diritti dei residenti. Il comitato intende ora monitorare da vicino l'evolversi della situazione e sta valutando eventuali azioni da intraprendere, nel solco della legalità e del confronto civile.
Infine, un messaggio che i promotori vogliono lanciare con forza: “Non accettiamo etichette ingiuste. Qui nessuno è contro l'aiuto a chi ha bisogno. Anzi, molti di noi hanno offerto supporto spontaneo a persone in difficoltà. Ma non si può sacrificare un intero quartiere in nome di un progetto mal pianificato. Vogliamo solo vivere in un ambiente dignitoso e sicuro per le nostre famiglie”.