Tomasi (Fdi) in visita a Empoli: è già campagna elettorale
15-07-2025 22:29 -
La scena politica toscana è in fermento in vista delle prossime elezioni regionali. Mentre il centrosinistra, al governo della Regione da decenni, cerca di definire la propria strategia e aspetta che venga ufficializzata la candidatura bis di Giani, il centrodestra si muove con crescente dinamismo. In questo contesto, Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia e figura di spicco di Fratelli d'Italia, emerge come il candidato in pectore per la presidenza della Regione Toscana, sebbene la sua candidatura non sia ancora stata ufficializzata. Ma lui, da settimane, si muove come deve fare un candidato. E la visita a Empoli, non la prima, non l’unica, rientra in questo contesto. Con gli esponenti locali del suo partito, Federico Pavese in testa, ha fatto visita ad alcune realtà economiche di Montelupo, ha incontrato, nel centro di Empoli cittadini e simpatizzanti. Un tour che si inserisce a pieno titolo in quella che, a tutti gli effetti, può essere definita una campagna elettorale ancora ufficiosa, ma già palpabile. Lei e Giani legati da un destino speculare: manca, ad entrambi, l’ufficialità della candidatura.
«Diciamo che da noi il nodo principale per arrivare a una decisione è il Veneto. Gli altri tasselli dovrebbero essere, insomma, abbastanza a buon punto». Però i vostri alleati toscani rivendicano anche loro una discussione sul candidato oppure... le primarie, oppure...
« No, queste cose sono tutte superate. Dobbiamo aspettare la decisione di Roma però la discussione è piuttosto centrata sul Veneto, per la Toscana non ci sono problemi».
Ma... c'è una data, diciamo, un incontro programmato, una riunione che ufficializzi le candidature?
«Pare che si debbano incontrare mercoledì per parlare anche di questo. Attendiamo fiduciosi noi qui dalla linea del fronte toscano. Però questo non ci impedisce di fare campagna elettorale». Ci spieghi il litigio sulla data delle elezioni, tra lei e Giani
«Quel che cerco di dire è che il giorno della votazione non è importante per me e per Giani ma è importante perché noi vorremmo fare una campagna elettorale vera, far conoscere quelle idee che abbiamo per la Toscana. Quindi è importante per la gente comune, per quelle persone che mi auguro vadano a votare. Con quel voto decideranno le sorti della Regione Toscana e di come la vogliono. È importante che la gente lo sappia, che la gente abbia il tempo di potersi informare sulle cose. Prima grande questione. Seconda grande questione è che potrebbero esserci altri candidati che vogliono fare una lista. Avranno il diritto di sapere quando si vota, per raccogliere le firme. Infine, sottolineerei che non si scherza sul voto, sulla partecipazione, sulla campagna elettorale, sulla democrazia. Bisogna essere concreti. E non si può usare il balletto delle date, per minacciare i tuoi all'interno. Questo è insopportabile: per una battaglia interna al Partito Democratico sulle formazioni, come è emerso chiaramente fra Giani e la Schlein. Le regole sono di tutti, la democrazia appartiene a tutti, non ci si scherza».
Quindi voi avete un'idea di quando vorreste votare? «Ci stiamo preparando per votare come fosse a fine mandato, quindi entro ottobre».
Parliamo di programmi: all’intero della coalizione ci sono alcuni temi che vi dividono, nella soluzione. Come pensate appianate questioni come la quotazione in Borsa, come il padaggio in Fi.Pi.Li, sui quali non avete identità di vedute? «Quando sarà il momento ci vedremo e c'è tutto il modo e il tempo nel centrodestra di affinare queste cose. Sulla Firenze-Pisa-Livorno il tema è che da questa maggioranza non è stato fatto nulla e siamo arrivati alla fine del mandato: non sono stati fatti né lavori, né un progetto esecutivo, né creata una società per governarla e quindi siamo a zero. Un altro tema, per me, è il procedimento: abbiamo un progetto esecutivo di messa a norma della strada? No. Abbiamo dei costi certi? No. Quindi, arriviamo a un progetto esecutivo, arriviamo a costi certi, dividiamolo in lotti e poi studiamo come finanziare questi lotti. Il primo che ci deve mettere una "fiche" è la Regione. Ma dei fondi strutturali non abbiamo visto un euro messo su un'asse così importante. Dopodiché, quando metti soldi, come fanno i comuni, vai ai ministeri, chiedi un'ulteriore "fiche" per poterlo finanziare e solo in ultima istanza puoi chiedere un pedaggio o un contributo per chi e per cosa. Altrimenti i cittadini sono legittimati a pensare che ci troviamo davanti all’ennesimo carrozzone che non funziona».
C’è poi la questione della multi utility…
«E’ un altro tema un po' spinoso all'interno. Nessuno mette in dubbio la multiutility e ormai la quotazione in borsa è superata, diciamocelo. Qui dobbiamo lavorare con quello che abbiamo anche perché le percentuali di maggioranza appartengono a comuni di centrosinistra. Ora però bisogna porsi il problema di farla funzionare bene. Di mettere a terra il piano degli investimenti che è l'unico modo per fare la transizione energetica ed ecologica. Cioè, se non abbiamo un soggetto con le spalle larghe capace di fare investimenti noi non facciamo le estensioni idriche, le nuove fognature, nuove fonti energetiche rinnovabili. Talvolta basta copiare, basta guardare quello che fa Hera, ad esempio. Prendete il bilancio sociale di Hera e guardate come negli ultimi vent'anni è stata capace di fare certi investimenti. E per esempio un tema che noi poniamo su cui siamo d'accordo e su cui stiamo discutendo è che magari una parte degli utili di queste aziende vadano a calmierare le tariffe che aumenteranno sempre all'interno della raccolta differenziata perché non ci sono impianti che producono reddito o fanno smaltimento. Poi c’è la questione dei rifiuti: la parte differenziata dei rifiuti o quello che avanza dalla raccolta differenziata, la plastica, al 35% va in discarica. Noi dobbiamo superare le discariche. Quindi io sono a favore di un termovalorizzatore che non deve mettere il fumo in aria ma può creare a sua volta energia. Chi lo costruisce? La multiutility. Terzo tema, del quale siamo ancora più convinti continuando a vedere l'azione predatoria da parte delle altre multiutility emiliane, lombarde che vengono qui a comprare tutti gli impianti. Noi un giorno se non mettiamo la parola a questo soggetto ci troveremo comprati dagli altri. Quando siamo comprati dagli altri gli utili vanno in Emilia Romagna, vanno in Lombardia, gli impianti appartengono loro, i nostri camion quando arrivano alla porta pagheranno la loro tariffa. Siamo convinti che la multi utility è uno strumento che se è governato bene funziona bene, se è governato male non va. Però c'è un modo di governarlo bene, basta guardare le altre multiutility, ripeto, italiane ed extra regionali».
E poi c’è la discussione sull’acqua.
«Una discussione… laica. E’ un tema, non il principale_ la multiutility può avere veramente sviluppi del genere innovabile, sviluppi dell'impiantistica dei rifiuti, guardate Hera ormai ha tutto il tema del fotovoltaico che potremmo affrontare con Estra, insomma, tante cose che portano ricchezza, transizione energetica, utili da reinvestire per abbattere le tariffe e migliorare i servizi. Hera, a Pistoia ha vinto la gara Concept, sta cambiando nella mia città tutto l'impianto luce, hanno vinto loro. I guadagni loro li riutilizzano per gli investimenti o li distribuiscono ai comuni dei territori. Questo ci dice che siamo in ritardo di vent'anni».
Ci sveli un po' di campagna elettorale, qual è l'idea di Toscana che porterò avanti? Uno slogan….
«Una campagna propositiva. Non ci interessa attaccare Giani, ma offrire un’alternativa concreta. Vogliamo governare la Regione, non raccontare sogni. La Toscana ha perso troppo tempo: in sanità, infrastrutture, formazione, impiantistica. Il nostro slogan potrebbe essere “Ora o mai più” perché oggi servono scelte radicali e coraggiose. Altrimenti, tra cinque anni, saremo di nuovo a rincorrere i problemi che oggi ignoriamo.
Ora o mai più potrebbe essere anche legato al risultato, cioè avvertite che questa tornata elettorale potrebbe essere, per voi… ora o mai più?
«E’un momento storico, lo avverto perché è un momento delicato e i processi politici economici hanno bisogno di essere governati e non si può pensare che la regione continui ad essere sorretta dagli imprenditori, dai medici, dall'associazione di volontariato che fanno il loro credo, che al loro fianco debbano avere la politica e le istituzioni che insieme a loro governano le cose, dicano di no per certe cose, dicano di sì, ma governano le cose. Qui mi sembra che manchi la politica, il governo delle cose e tutto sia lasciato andare e si facciano delle scelte di priorità. Per noi priorità vuol dire dove investire le risorse che abbiamo, dove fare le riforme e le leggi. Quelle cose le chiamiamo di importanza, se non si fanno ora sarà dura recuperarle: oggi paghiamo le scelte che non sono state fatte venti anni fa in termini di infrastrutture, in termini di impianti, in termini di multiutility, in termini di ospedali. Vogliamo aspettare altri 5 anni? La Toscana va a 10 all'ora come all'inizio, mentre il mondo intorno va a 100 all'ora, i mutamenti sono rapidissimi e noi che cosa abbiamo cambiato in questi 5 anni? Poco o nulla».
Oggi avete il vantaggio di aver costruito anche una classe politica di centrodestra che prima forse non esisteva
«Abbiamo una classe politica di centrodestra che si è formata all'opposizione perché è la vita democratica al governo delle cose, ma noi non siamo settari. Se uno è bravo è bravo, io se uno è bravo lo scelgo anche se non la pensa come me. Quando sono stato chiamato a fare nomine e cariche anche in enti importanti del Comune, non ho guardato alle appartenenze ma al merito e ho scoperto tante volte di aver nominato persone che non la pensano come me, ma sono brave, hanno cura, sono leali e con loro ho costruito anche il successo delle cose che abbiamo fatto. Non siamo settari, il messaggio è: se qualcuno è bravo e se c'è qualcosa che funziona non lo tocchiamo, lo miglioriamo».
Ma nel vostro intimo, avete un’idea di quanto consenso riuscirete a raccogliere?
«No, non ce l'ho.Sarei un pazzo a non dire la Toscana è la sfida più grossa di tutta Italia secondo me, e loro sono sicuramente più avvantaggiati, più corazzati. In questi giorni escono sondaggi che parlano di 60 a 40, per loro. Se l'affluenza è bassa, ovvero se vanno a votare le persone che normalmente vanno, che fanno parte, quelle del loro entourage, questo risultato è credibile. Ma penso che nell'altro 50% di persone che non vanno a votare se andassero alle urne 8 su 10 voterebbero noi, perché vorrebbero un cambiamento. Se intercettiamo quelle 8 persone su 10 di quelle che non vanno, vinciamo noi».
E come si convincono?
«Andando in giro in tutti i posti: lo sto facendo: da Marradi, posto bellissimo,alla Garfagnana a Empoli: qui sono già stato tre o quattro volte. E in ogni posto raccontando un programma elettorale e una speranza che li porti a dire: “non facciamo vincere il Pd”. Raccontiamo di avere una speranza per la Toscana, noi vogliamo dare una speranza a questa regione, un'aria nuova, riaprire una questione morale di come si gestiscono le cose pubbliche. La Toscana ha delle potenzialità enormi, grandi. Start-up, scuole di formazione, università che potrebbero attrarre ancora più studenti, la diversità sul territorio che va diversificato rispetto alle attività produttive, un turismo migliore, più diffuso: stiamo sfruttando tutte le potenzialità di questo “brand”?i? No, possiamo sfruttare tutto meglio». Chiudiamo con un giudizio sull’Empolese: che idea si è fatto di questo territorio, frequentandolo?
«Ottima, un'ottima impressione, ci sono aziende incredibili:oltre ai grandi nomi, oltre ai grandi marchi, c'è della gente, un tessuto buono. Ho fatto incontri nelle associazioni di volontariato : qui ce ne sono più che in altri luoghi».