Per una sindaca che ha architettonicamente rivoluzionato il centro storico, si tratta di una sorta di ciliegina sulla torta tanto che, nel suo intervento, la Barnini ha parlato di operazione che chiude il cerchio. “Siamo arrivati alla conclusione di un lungo percorso politico e tecnico, un risultato non casuale ma voluto e preparato nel tempo. Anche questo è un obiettivo che ci eravamo dati nel 2014 per porre fine a quella che era una rarità, ovvero un Comune in affitto”. Il punto di svolta è stata la disdetta, operazione che, in caso contrario, avrebbe mantenuto la stessa situazione per altri 12 anni visto che l'affitto è articolato in 6 più 6. “L'acquisto riguarderà l'intera superficie – ha proseguito la Barnini entrando un po' più nel dettaglio – compresi alcuni fondi commerciali che, a operazione conclusa, verseranno l'affitto nelle casse comunali”. Senza entrare nel dettaglio, la rata che sarà versata per il mutuo, unita all'introito degli affitti, cambierà di poco l'esborso mensile ma con ben altro esito finale fra il numero di anni che sarà fissato con la cassa depositi e prestiti.
Sollecitata da consiglieri di opposizione, la discussione si è spostata poi su una valutazione a 360 gradi degli immobili comunali, con particolare riferimento a palazzo Ghibellino ed al vecchio ospedale lato via Roma. Si comincia dal primo. “Il progetto palazzo Ghibellino va avanti – sempre parole della sindaca – e fa parte di un ragionamento più ampio che coinvolge anche porta Pisana, gli ex macelli e la passerella ciclo-pedonale da Tinaia a Limite. Si parla di circa dieci milioni, otto dei quali saranno coperti da fondi europei per i quali dobbiamo solo avviare il tavolo con la Regione, oltre alla parte che verserà il comune di Limite per la sua quota. I tempi sono rapidissimi”. E quella parte dell'ospedale vecchio? Nel progetto iniziale si parlava della possibilità di destinare stanze anche agli uffici comunali ma, nel progetto esecutivo già approvato dalla sovrintendenza, si parla più genericamente di spazi per associazioni. Insomma, quelle stanze saranno sfruttate in altro modo e non per gli uffici comunali. E tutto è già nero su bianco.
Ora manca solo la votazione del consiglio comunale, poi anche Empoli potrà dire: ho comprato casa.
Marco Mainardi