Dopo due ondate record di calore, si torna alla normalità

23-08-2025 09:11 -

di Gordon Baldacci

Il caldo quello estremo, per la stagione estiva 2025, può definitivamente essere messo in archivio. Certo non mancheranno altre fasi afose. Settembre, negli ultimi anni, è diventato un mese sempre più appendice dell'estate che prologo dell'autunno, se non fosse per i violenti temporali che a più riprese hanno creato disagio e disastri. Seppur le ondate di calore ritenute tali sono state in questa stagione quattro, due hanno creato non pochi grattacapi, tanto a chi era a casa, che a coloro che hanno scelto la nostra regione per le vacanze.

Non è una novità, ogni anno oramai, il cosiddetto “maltempo anticiclonico” è un periodo spesso compreso fra i tre ed i cinque giorni, in cui le temperature superano i 35 °C, con punte spesso “torride” al di sopra dei quaranta. La genesi ed evoluzione locale di tali ondate di calore è ormai spesso talmente ovvia, che persino l'incertezza che pervade ogni previsione (non solo meteorologica), scompare fino a divenire nulla di fronte alla durata e alle temperature che poi si vengono a verificare. In questo articolo andremo ad analizzare le due principali ondate di calore della stagione; la prima quella a cavallo fra la fine di giugno ed i primi giorni di luglio, ed infine quella appena alle nostre spalle, emersa attorno al 4 agosto e poi dilatata fino al 20.

Seppur la matrice di tali ondate sia sempre la stessa, ovvero una risalita di aria rovente dall'Africa, il modo in cui si è verificato, altri dettagli barici che possono sembrare irrisori, hanno però marcato alcune differenze, non solo a percezione, ma anche nei dati registrati nell'empolese valdelsa. Per un attimo tralasciamo i dati puntuali delle stazioni dislocate sul territorio. Siamo arrivati ormai da diversi anni a registrare estate dopo estate ulteriori localizzati record. Questo non per sminuire il dato in se, piuttosto per constatare che la curva delle temperature massime cresce in maniera minima nei suoi dati di punta, ma si estende su più giorni attorno al valore maggiore. Fino ad una decina di anni fa, si registravano localmente, seppur non ogni anno, valori importanti. Trentasette, trentotto, trentanove, quaranta gradi… ma si trattava di singole giornate soprattutto i quaranta. Successivamente non si è solo estesa la platea dei trentasette o dei trentotto, ma gradualmente siamo arrivati a superare i quaranta gradi anche per cinque giorni consecutivi. Poco importa se si arriva ad esempio a 40,4 e non si supera il dato record del luogo che è di quarantadue, quando nei giorni successivi, si resta sempre pericolosamente sopra i quaranta gradi, rispetto alle sequenze settimanali delle ondate di calore di dieci o anche semplicemente cinque anni fa.

Un film quest'anno ripetuto due volte più o meno con lo stesso attore protagonista, l'anticiclone africano, che inizialmente si presenta più torrido e di conseguenza secco, per poi divenire nel suo deteriorarsi umido e appiccicoso. Prendiamo ad esempio la stazione di Empoli Centro Storico, dove a fine giugno si sono raggiunti i 40,7 °C accompagnati però da altri quattro giorni in cui il termometro a suon di decimali prima saliva e dopo il culmine giornaliero fletteva, ma toccando pedissequamente quota quaranta.

Registrare quaranta gradi decimo più decimo meno per diversi giorni, significa, “cuocere” sempre con valori pesantissimi, le nostre case, le strade, anche gli ambienti meno urbanizzati come i parchi giochi, inibendo del tutto o quasi l'escursione termica notturna. Anche perché soprattutto a fine giugno, le giornate sono lunghissime e in più occasioni la punta giornaliera non si è registrata alle 14-15 ma spesso alle 17-18, quando la ventilazione ruotava verso est-nord-est ed il “forno” riceveva ulteriore aria calda e secca, favorendo un ulteriore balzo nel dato massimo registrato.

Va aggiunto a tutto ciò che a livello atmosferico, la risalita di aria calda era frutto di un centro di bassa pressione davanti alle coste marocchine, responsabile dell'ulteriore spinta anticiclonica, verso la Toscana. Quella che in gergo tecnico definiamo il Cut-Off della falla iberica-marocchina.

Con il mese di agosto poi è giunta una nuova feroce ondata di calore, stavolta più “ingannevole” dal punto di vista barico. Sempre l'alta pressione africana, ma stavolta inizialmente meno pressata dalle depressioni oceaniche, con un centro di bassa pressione in pieno Atlantico davanti alle coste francesi, che veicolava seppur parzialmente aria meno esasperata dal lontano anticiclone delle Azzorre. Una situazione durata pochi giorni, l'alta africana, non avendo un vero e proprio centro barico opposto in direzione orientale ha invaso parte dell'Europa Centrale e Meridionale. Le temperature nel loro insieme si sono rivelate localmente più alte, Empoli ad esempio ha raggiunto i 41 gradi. Limite sull'Arno superato il suo record di sempre con 42,6, alcune zone di Castelfiorentino superato i 43, Vinci i 41, ma nelle altre località, ulteriori punte record per il mese di agosto non se ne sono registrate.

Anche in questo caso però la bolla calda presente in zona ha stazionato su valori superiori ai quaranta gradi (prendendo sempre ad esempio Empoli Centro Storico), per tantissimi giorni, stavolta sei. Senza contare che l'evoluzione successiva dell'ondata di calore nel mese di agosto è stata più lenta e quindi più dilatata rispetto a quella di inizio luglio. Va anche detto che nonostante le giornate fossero e siano molto più corte, lo stazionamento del dato massimo giornaliero si è comunque mantenuto al tardo pomeriggio, complice la stessa matrice barica, seppur bilanciata in maniera inizialmente diversa rispetto al mese scorso.

Quindi possiamo affermare che salvo locali situazioni orografiche e climatiche, l'ondata di calore del mese di agosto, è stata quella più tenace, più lunga, ed in alcuni casi anche più afosa visto il perdurare la fase di smantellamento della cupola anticiclonica. Più avanti con la consueta analisi mensile, vedremo anche con la chiusura del mese, non solo dove si posizionerà agosto nel gioco dell'anomalie termiche e precipitative, ma anche che “estate meteorologica” nel suo complesso è trascorsa su Empoli e dintorni. Per sommi capi, forse qualche decimale di grado rispetto a quella del duemilaventiquattro, lo abbiamo perso, ma il perdurare per più giorni anzi ormai settimane, delle temperature a livelli estremi, non ci ha permesso di avvertirne il vantaggio o semmai percepirne una vera e propria differenza.