Agosto 2025: caldo record e siccità, l’estate che mette in crisi piante e alberi
08-09-2025 15:11 -
di Gordon Baldacci
Con la fine del mese di agosto si chiude quella che in meteorologia è definita la stagione estiva.
Ne avevamo parlato già nell’analisi di fine luglio, dal mese dedicato alle vacanze per antonomasia non attendevamo sorprese verso un’anomalia negativa ed i dati parlano chiaro.
Agosto chiude con l’ennesima anomalia positiva di + 1,1 C° in risalita di 0,4 C° rispetto al mese di luglio, ed una anomalia pluviometrica negativa di circa il 70% in meno rispetto ai precedenti mesi di agosto, perché diciamolo serenamente; anche agosto ha – o perlomeno avrebbe - le sue precipitazioni.
In questa ripresa delle anomalie termiche verso l’alto va comunque segnalata una minore incidenza rispetto al passato. Agosto 2025 raggiunge ed eguaglia i dati del 2021, mentre scende di livello
se paragonato a quello dell’esasperato 2024; “truccato” da alcuni fenomeni naturali figli dei vari indici teleconnettivi atmosferici a livello mondiale.
Quindi tutto bene? Non direi: se da un lato a livello generale non sono stati raggiunti i picchi estremi del 2024 ma anche del 2023 salvo localizzati dati locali, agosto ci ha consegnati ad una delle più lunghe ondate di calore estive.
Solo su Empoli ben nove giorni con valori over 35, e tredici notti “tropicali” ovvero con valori minimi sopra i 20 C°.
Va aggiunto che le esigue precipitazioni, hanno permesso alla radiazione solare di penetrare con maggiore incidenza al suolo, e basta gettare uno sguardo verso alcune piante per vedere che sono già ampiamente in quella che viene definita la fase di “protezione” .
Marco Leporatti, biologo, spiega cosa significa in termini pratici:
“ Gli alberi iniziano a ingiallire, a perdere le foglie, quasi come fossimo all‘inizio dell’autunno. In altre parole ci troviamo in una situazione di collasso degli alberi dovuto alla siccità estrema e alle ripetute ondate di calore. Il nome di questo fenomeno è Filloptosi anticipata.
Per ridurre l’evapotraspirazione necessaria al loro sostentamento, lasciano cadere le foglie tentando di correre ai ripari entrando in protezione con una specie di letargo anticipato. La perdita delle foglie elimina la fotosintesi e crea le basi per un stress sistemico della pianta che, a lungo andare, la danneggia ed in alcuni casi ad ucciderla. Le querce ed i castagni sono gli alberi più colpiti, ma anche molte altre specie cominciano ad avere problemi, soprattutto le latifoglie. Se da un lato questo anticiparsi del fenomeno è in linea di paradosso, un metodo estremo proprio “salvavita” per la pianta, inevitabilmente questo ciclo porterà la pianta a “pensare” che sia primavera quando magari ancora siamo in un inverno non del tutto trascorso, con tutti i rischi del caso, anche perché il loro “cervello” non riesce poi a capire realmente in che stagione siamo”
Certo non sono fenomeni che si sono manifestati solo questa estate, è già accaduto negli anni passati , in primis in maniera ancora più massiccia nel 2022. Va inoltre ricordato che nonostante tutto non significa che le piante per un verso, ma anche noi esseri umani, nel giro di pochi anni, abbiamo iniziato ad abituarci a queste estati che non sono ormai più quelle di qualche decennio fa.
Aggiungiamo inoltre che se allarghiamo lo sguardo oltre i nostri confini, come sempre abbiamo dati disomogenei ma che portano ad un segno (+) a livello non solo nazionale ma anche continentale.
Se la nostra regione vede a modo suo anomalie positive più importanti lungo la fascia costiera e sulle province occidentali, a livello nazionale i dati peggiori vengono dalle zone alpine già in sofferenza. I localizzati sottomedia lungo la fascia adriatica, hanno forse fatto credere che l’estate fosse già finita, ma spesso quei valori, nel dato finale non coprono a sufficienza le anomalie termiche positive registrate altrove.
Se poi allarghiamo ancora di più il campo di valutazione, penisola Iberica, Francia, Svizzera, Turchia hanno forti fuori media, si salvano le zone orientali, ma vale anche qui il principio per cui se si perdono due gradi in Russia o in Polonia (e solo mensilmente sia chiaro), la striscia positiva continua e da il “peggio” altrove, come nel caso dei tanti record storici in Francia, in Inghilterra, nella stessa Spagna che non è certo un baluardo polare, e che comunque ha vissuto un mese di agosto con anomalie positive superiori ai 2,8/3,2 C°
Nel prossimo articolo andremo a fare una valutazione definitiva della stagione estiva, estendendo al circondario dati e valutazioni. Ad essere ottimisti, possiamo dire che è stata un’estate che nel solco delle “nuove stagioni” non è la peggiore in assoluto. Se invece vogliamo guardare il bicchiere mezzo vuoto o semplicemente essere realisti, questa del 2025, non è l’estate che serviva al nostro Paese, ai nostri animali, alle nostre piante e diciamolo pure, alle fasce più deboli sia economicamente che fisicamente della nostra società.