Imprese empolesi: nel 2024 lavorato per il fisco fino al 3 luglio. Pressione fiscale più bassa di Firenze e della media nazionale

12-09-2025 13:10 -

Nel 2024 le imprese empolesi hanno lavorato per il fisco fino al 3 luglio, impiegando 185 giorni per pagare tasse e contributi. Da quella data in poi, i profitti possono essere considerati realmente a disposizione dell'imprenditore e della sua famiglia.

Secondo i dati diffusi a Roma dall'Osservatorio CNA “Comune che vai, fisco che trovi”, il Total Tax Rate (TTR), ossia l'incidenza di tributi erariali, locali e contributi previdenziali sul reddito d'impresa, si è attestato a Empoli al 50,6%.

Un dato che, pur rimanendo gravoso, è più favorevole della media nazionale (52,3%, con tax free day il 9 luglio) e soprattutto di quello registrato a Firenze, dove le imprese hanno dovuto lavorare fino al 17 luglio (199 giorni) con una pressione fiscale pari al 54,4%.

La distribuzione del carico fiscale
A Empoli il peso del fisco si è suddiviso in questo modo:
A Firenze, invece, la quota maggiore deriva proprio dalle tasse comunali, che incidono per il 19,3%, contro l'11,2% di Empoli. Una differenza che spiega in parte il divario tra i due territori.

Un quadro in miglioramento
Nonostante la pressione fiscale resti alta, per le imprese empolesi si registra un calo: -0,5% rispetto al 2023 e -7,4% rispetto al 2019. Un segnale positivo, che però non basta a dissipare le difficoltà legate a un sistema tributario giudicato ancora complesso e penalizzante.

«I numeri dell'Osservatorio mostrano che le imprese empolesi scontano una pressione fiscale elevata, che continua a frenare la crescita e a limitare gli investimenti – commenta Andrea Panchetti, presidente di CNA Empolese Valdelsa –. Rispetto al dato nazionale e a quello fiorentino, l'incidenza è leggermente più bassa, ma resta evidente l'urgenza di un alleggerimento complessivo del carico tributario e contributivo. CNA continuerà a chiedere con forza un fisco più semplice e sostenibile, capace di liberare energie e risorse per le imprese, l'occupazione e il territorio».

Sulla stessa linea Lorenzo Cei, direttore generale dell'associazione: «Il livello di tassazione è la questione principale, ma il fisco è anche complicato. La riforma va nella giusta direzione, ma occorre completare il progetto e dare stabilità normativa, evitando continue modifiche che creano incertezza. La proroga concessa alla riforma fiscale dovrebbe essere l'occasione per attuare l'equiparazione delle detrazioni, indipendentemente dalla natura del reddito, e la separazione della tassazione del reddito d'impresa tra quello distribuito e quello destinato ai consumi personali».

Il confronto con Firenze
Se Empoli vede il suo tax free day cadere il 3 luglio, Firenze deve aspettare due settimane in più. Le imprese del capoluogo hanno infatti lavorato fino al 17 luglio per “liberarsi” dal fisco, con una pressione fiscale più alta non solo rispetto ad Empoli, ma anche alla media nazionale.

Con il suo 54,4% di TTR, Firenze si colloca nella parte bassa della classifica dei capoluoghi di regione, insieme a Napoli (54,9%) e Bologna (56%).

L'impresa tipo
Per garantire omogeneità nei calcoli, l'Osservatorio CNA ha utilizzato lo stesso modello di impresa in tutti i comuni analizzati: una ditta individuale con un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio di 175 mq, ricavi annui pari a 431mila euro, reddito d'impresa di 50mila euro, cinque dipendenti (quattro operai e un impiegato) per un costo del personale di 165mila euro, costo del venduto di 160mila euro e altri costi e ammortamenti pari a 56mila euro.
Una sfida ancora aperta Il miglioramento registrato negli ultimi anni è un segnale incoraggiante, ma le associazioni di categoria insistono: la pressione fiscale resta uno dei principali ostacoli allo sviluppo economico.

Per le imprese empolesi, il 3 luglio non è soltanto una data simbolica: rappresenta la misura concreta del peso che tasse e contributi continuano ad avere sulla capacità di investimento, crescita e competitività del tessuto produttivo locale.