Pavese (Fdi): "La sicurezza non è repressione, ma prevenzione e rigenerazione urbana"
15-09-2025 13:54 -
La sicurezza non è un tema astratto, né una bandiera ideologica da agitare a ridosso delle campagne elettorali. È un diritto fondamentale dei cittadini e al tempo stesso il presupposto perché una comunità possa crescere in modo ordinato, libero e prospero. Alessandro Tomasi lo ha capito bene: la sua candidatura alla presidenza della Regione Toscana porta con sé una visione chiara e concreta, perfettamente coerente con le linee guida del governo guidato da Giorgia Meloni, che negli ultimi anni ha restituito centralità al principio di legalità in Italia.
Il punto di partenza è semplice ma rivoluzionario: la sicurezza non è repressione, ma prevenzione e rigenerazione urbana. Non si tratta solo di contrastare il crimine, ma di agire prima che i problemi esplodano, mettendo in campo strumenti come una videosorveglianza capillare, un'illuminazione urbana adeguata e interventi di recupero delle aree degradate. Città più sicure sono città più vivibili e inclusive, dove la legalità diventa parte integrante del tessuto urbano. Tomasi ha il coraggio di affrontare anche il tema, spesso rimosso, dell'immigrazione irregolare e della gestione delle situazioni più critiche. L'istituzione di un Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) in Toscana non è una scelta ideologica, ma una misura di buon senso per garantire che chi non ha titolo per restare nel nostro Paese non resti in un limbo senza regole, con il rischio di alimentare marginalità e insicurezza. Vale la pena ricordare che la rete nazionale dei CPR è stata prevista dal D.L. n. 13/2017, voluto dal governo di centrosinistra a guida Gentiloni: un provvedimento che la sinistra toscana ha sostenuto a livello nazionale, salvo poi stracciarsi le vesti quando si tratta di applicarlo nella nostra regione, opponendosi alla realizzazione di strutture indispensabili per rendere effettive le espulsioni degli stranieri irregolari che delinquono.
Un atteggiamento ipocrita: prima il Partito Democratico vota i CPR quando governa a Roma, poi quando si deve realizzarli in Toscana si oppone senza indicare quali sarebbero le alternative, e nel frattempo preme su prefetti e forze dell'ordine perché li allontanino dalle città amministrate dal centrosinistra. Un cortocircuito politico e istituzionale che dimostra come la sinistra preferisca scaricare i problemi su altri, invece di affrontarli con serietà e responsabilità. C'è poi la questione, spesso evocata dalla sinistra, di una presunta "polizia regionale". Tomasi ha giustamente sottolineato come non servono nuove sovrastrutture, ma piuttosto coordinamento, risorse e strumenti per le forze dell'ordine che già operano sul territorio. La sicurezza non si crea con annunci e sigle, ma con una cabina di regia efficace, investimenti mirati e una chiara assunzione di responsabilità a tutti i livelli.
La vera sfida, dunque, è culturale e politica insieme: fare della Toscana una terra dove sicurezza e libertà non siano mai in contrapposizione, ma due facce della stessa medaglia. Una Regione dove legalità significhi anche tutela del decoro urbano, sostegno alle famiglie, lotta al degrado e alla criminalità, ma soprattutto fiducia nelle istituzioni.
Alessandro Tomasi sta dimostrando che tutto questo è possibile. Ed è per questo che, come candidato di Fratelli d'Italia nell'Empolese-Valdelsa, sento la responsabilità di sostenere con forza questa visione. Chiedendo anche l'applicazione dell'indicazione regionale di un agente di polizia locale ogni 1000 abitanti e non solo assunzioni temporanee spot, solo in alcuni comuni, con fondi regionali. La Toscana ha bisogno di una svolta concreta, in linea con le politiche del governo Meloni: meno ideologia, più pragmatismo; meno slogan, più sicurezza reale per i cittadini.