La fiera del bestiame a Empoli, una storia lunga secoli

25-09-2025 09:01 -

di Gordon Baldacci

Antropologicamente, siamo abituati a legare agli eventi festivi le condizioni meteorologiche di riferimento. Fine settembre ad Empoli oggi significa luna park di Serravalle, ma per secoli un po' come per tante fiere storiche ancor prima delle giostre erano gli animali i protagonisti.

Ne saprete sicuramente più del sottoscritto; quella della fiera del bestiame a Empoli, insomma, è una storia lunga secoli. Una tradizione di cui si sono ormai perse le tracce, ma che ha contribuito a fare grande la città. La vocazione commerciale di Empoli è un tratto che emerge fin da subito: al centro della Toscana e attraversata da una fitta rete di infrastrutture, prima tra tutte l'Arno. Già prima che il centro venga “incastellato” - e la città possa fissare la propria data di fondazione, nel 1119 - piazza della Collegiata, che solo in seguito muterà il proprio nome in piazza Farinata degli Uberti, è teatro del mercato settimanale. Un appuntamento importantissimo per venditori e avventori provenienti da tutti i territori limitrofi. Un altro fondamentale fulcro di questa anima mercantile è il Campaccio, l'attuale piazza della Vittoria.

È il 1561 quando il granduca Cosimo concede alla comunità empolese l'autorizzazione a svolgere il mercato del bestiame proprio in questo spiazzo in terra battuta affacciato su Porta Fiorentina. Vengono commerciati principalmente animali di grossa taglia e per ovvi motivi igienici e di spazio non è possibile tenere il mercato all'interno delle mura. Il Campaccio è il luogo giusto e presto viene addirittura ribattezzato “piazza del mercato dei buoi”. Al mercato viene associata anche una fiera annuale, in cui gli animali vengono esposti e gli esemplari più belli premiati da una giuria di esperti. L'avvio del mercato e della fiera del bestiame in questa zona sancisce anche un altro passaggio fondamentale. E cioè l'apertura del castello alle aree esterne, sebbene la cinta muraria sia ancora salda. La definitiva consacrazione per il Campaccio arriverà alcuni secoli più tardi e nella fattispecie nel 1828. Il mercato settimanale viene spostato da piazza Farinata a questa area, segnando definitivamente lo spostamento del baricentro urbano verso est.

In questa prima metà dell'Ottocento le mura e le porte vengono progressivamente distrutte e la città comincia a protendersi verso il nuovo polo degli scambi: la stazione ferroviaria, che sarà realizzata alla fine degli anni Quaranta del secolo. Nel frattempo la tradizione della fiera del bestiame non viene persa e continua a tenersi ogni anno. La sede rimane ancora il Campaccio. Fino a quando l'esposizione degli animali non viene spostata nell'area del Piaggione, l'attuale piazza Guido Guerra.

Oggi di quel tipo di fiera non esiste più nulla se non i ricordi di chi anagraficamente l'ha vissuta in tenera età; discorso diverso il luna park, che poi nei decenni a venire si sposterà appunto a Serravalle, ma che si trascinerà dietro quel detto “climatico”; per la Fiera di Empoli piove sempre.

Con i mezzi a disposizione, gli archivi climatici, le re-analisi degli ultimi settanta anni, oggi andremo a scoprire se davvero questo modo di dire ha un suo fondamento scientifico, ovviamente fin dove possiamo considerare “scientifico” il dato acquisito.

In questa ricerca ovviamente non possiamo avere al decimo di grado e al millimetro le piogge cumulate. Quello che andremo a cercare è capire se ci sono state condizioni di bel tempo, variabili oppure di maltempo. Allo stesso modo reperendo i dati delle temperature massime, concediamo uno scarto di 1 C° una forchetta fra un valore minimo e uno massimo.

I dati analizzati ci dimostrano che in parte il proverbio non ha tutti i torti, se escludiamo le condizioni di bel tempo rispetto al resto ci fermiamo a trentasette giorni di “Fierone” (l'ultimo giovedì del mese), in cui le condizioni sono state ottime. A questo a possiamo aggiungere i venti votati alla variabilità, le tipiche giornate nuvolose, con qualche rovescio. Oppure associare le solite venti giornate variabili alle altrettante venti di maltempo, in cui appunto non deve essere stata anche dal punto di vista economico, un Fierone allettante.

Sempre dalla nostra re-analisi, abbiamo alcuni dati curiosi, come ad esempio la più fredda (sempre tenendo conto degli ultimi settanta anni) quella del 29 settembre 1955, quando in condizioni di severo maltempo, sappiamo che non si sono superati i 14-15 C°

A questi valori tardo-autunnali (con le medie attuali oggi da definire invernali) si sono contrapposte anche giornate da piena estate, come quella del 26 settembre 1985 con valori fra i 27 ed i 28 C° ed infine recentemente quella del 2023 con punte termiche massime molto simili (27,7 C°)

Va comunque detto che in generale proveniamo da una media antecedente al 2010 di giornate con 21/22 °C a cui si va avvicinando lo step successivo, con gli ultimi quindici anni ha visto alzare l'asticella superando i 22/23 C°, mentre sempre tornando a ritrovo nel tempo, l'antecedente media quella degli anni antecedente al 1990, proveniva da valori molto più bassi fra i 18 ed i 20 C°.

Al netto che alla fine di settembre, spesso molto spesso, si vivono situazioni estreme, viziate o dall'estate che non molla la presa, o dall'autunno che entra prorompente, la tendenza è quella che ormai conosciamo anche in riferimento ad altri eventi. Specialmente negli ultimi quindici venti anni, ci troviamo il giovedì del Fierone con 2/3 gradi in più, oppure paradossalmente, con minori probabilità di belle giornate, a fronte di una maggiore variabilità e talvolta anche di vero e proprio maltempo. Pensate che negli ultimi quindici anni a fronte di cinque giornate di bel tempo, se ne contano altrettante di maltempo e in perfetta parità le condizioni di variabilità. Senza contare che le giornate del maltempo che nel passato erano meno consecutive, portano negli ultimi decenni a vere e proprie giornate di chiusura totale degli stand.

Per quest'anno le previsioni al momento ci portano indietro ad una fiera “vintage” con un netto calo delle temperature, che comunque incastonerà negli annali un dato entro le medie di fine settembre, pur in condizioni di una latente variabilità.

Ringrazio per le fonti storiche: il Blog “Della Storia di Empoli” ed il caro amico Gian Paolo Marmugi, che di Fieroni ne ha già visti tanti, e a cui auguro di vederne, altrettanti.