Teatro Excelsior, la stagione "pop" disegnata da Paolo Ruffini

03-10-2025 17:50 -

«Quando mi hanno proposto di fare il direttore artistico al Teatro Excelsior di Empoli ho pensato che era un modo per vedere più spesso la mi' mamma» scherza Paolo Ruffini alla presentazione della prima stagione teatrale del cinema Teatro Excelsior. Poi prosegue: «Empoli ha un pregio: è vicina a tanti centri importanti, la mia Livorno, Firenze, quella città con la Torre …». Strappa applausi e sorrisi per le sue battute e per questa stagione che lui definisce pop. E che nasce grazie a una intuizione di Debora Bertini, la proprietaria del cinema teatro di via Ridolfi, che vuol far diventare un punto di riferimento per la cultura e per la socialità. Quindici proposte, tanti giovani attori, qualche intrusione nella prosa- E un debutto tutto toscano: sabato 4 ottobre con Babysitter, di Paolo Ruffini.

E' una Debora Bertini, visibilmente emozionata a dare il benvenuto a quello che ha definito “un sogno che si realizza”.

Finalmente abbiamo trovato un direttore artistico… Paolo Ruffini!” – ha detto tra risate, commozione e una genuina spontaneità. “Ieri sera quando l'ho visto… è stato come vedere Brad Pitt. Anzi no: lui è il secondo, il primo è Paolo!”

Bertini ha poi preso parola in modo più formale per raccontare la visione dietro questa nuova stagione:

«Con Paolo abbiamo studiato una rassegna teatrale fatta di 15 date, che partiranno con ‘Babysitter' il 4 ottobre e si concluderanno il 19 aprile con ‘Din Don Down'.”

Il cartellone è ricco e trasversale: “Avremo tanti protagonisti: Michele Basile, Luca Mazzucchelli, Vincenzo Schettini, Giuseppe Cruciani... una rassegna piuttosto variegata. Passeremo dalle commedie alle scienze, dalla fisica alla psicologia. È un progetto nato con l'esigenza di trasformare l'Excelsior in un punto di ritrovo, un luogo dove le persone possano incontrarsi e parlare di tutto. Stiamo cercando di rivoluzionare un po' le sere empolesi.”

E conclude con un messaggio diretto al pubblico:

“Speriamo di aver intercettato i gusti e le preferenze del nostro pubblico. Non è stato semplice, finora abbiamo sempre parlato di prosa, magari qualche concerto… ma questo è un cartellone che spazia davvero altrove. Siamo contenti di accogliervi. E spero che questo posto diventi davvero la casa di tutti gli empolesi.”

Ruffini: “L'Excelsior sarà una casa per le idee, anche le più folli”

“Intanto, una cosa: Brad Pitt non metterà mai piede in questo teatro… al massimo ha detto che‘viene, ma non viene!” – ha esordito scherzando Ruffini, prima di entrare nel cuore del suo intervento. Poi il tono cambia, diventa più personale e sentito:

«Io sono molto felice di essere qui. Debora ha ragione: quando sono venuto la prima volta, a febbraio, lei mi ha chiamato e mi ha espresso un desiderio. Mi ha detto qualcosa che mi ha colpito, mi ha lusingato. Cercavo da tempo un posto che potesse essere una casa. Una casa dove poter accogliere delle idee, delle follie. Un luogo che avesse voglia di andare oltre l'immediato, oltre quello che succede nei prossimi cinque minuti o nel prossimo mese. Perché oggi manca spesso una vera lungimiranza. Invece credo che quello che stiamo facendo qui oggi sia qualcosa che guarda lontano, che semina per il futuro.»

Un discorso intimo, punteggiato dalla leggerezza che da sempre caratterizza il personaggio, ma anche da una riflessione più ampia sul ruolo dell'arte e della cultura:

“Viviamo in un tempo in cui ci aspettiamo effetti immediati da tutto. Ma il teatro, la cultura, sono processi. Servono a costruire visioni che durano nel tempo.”


“Il teatro è uno degli ultimi posti dove vogliamo essere migliori”

Ruffini ha continuato a riflettere sul valore del teatro e sul coraggio di credere ancora in luoghi culturali come l'Excelsior: «Essere temerari da investire nel teatro, nel cinema, in questa forma di comunicazione… vuol dire essere meravigliosamente matti. E Debora lo è. Io ho deciso di aderire a questa follia. Il teatro è uno degli ultimi posti in cui le persone hanno ancora voglia di essere educate. È il posto dove, tendenzialmente, teniamo ancora il telefono in tasca, dove cerchiamo di essere un po' più migliori, di stare un po' in silenzio, di ascoltare di più e parlare un po' meno. Ed è una cosa molto, molto interessante».

“Il teatro non è delivery. È un'esperienza che resta”

Ruffini ha affrontato un discorso più ampio sul futuro del teatro e del cinema:

«Credo molto nel teatro, credo molto anche nel cinema. Ma penso che tra dieci anni non faremo più distinzione tra una sala cinema e una sala teatro. Cambierà il contenuto, non il contenitore. E secondo me vincerà il teatro. Perché il cinema lo puoi vedere a casa, ma il teatro non è delivery. Non esisterà mai Amazon Theater. Né Netflix Teatro. Il teatro è un'occasione sociale. Costa di più, è più scomodo, lo devi condividere con altri. Ma proprio per questo è un'esperienza. È irripetibile. Succede solo una volta. È tutto in diretta. E questa è la sua forza».

Ha poi fatto cenno alla ricchezza dell'offerta culturale:

«In questo periodo ci sono film meravigliosi in sala, come ‘Una battaglia dietro l'altra' o ‘La voce di Rehab', film difficili, profondi, bellissimi. Ma il cinema fatica. E noi vogliamo riportare le persone a vivere un'esperienza. Vogliamo coinvolgere i giovani, e molti spettacoli saranno dedicati proprio a loro: Michele Basile, Alice De André, Damiano Giordano, Kasabisi… sono tutti nomi giovani, freschi, che parlano la loro lingua.”

“Facciamo dell'Excelsior un luogo di socialità”

Ruffini ha chiuso con una visione chiara e ambiziosa:

“Il mio sogno è che i ragazzi, più che dire ‘ci si vede al bar', dicano ‘ci si vede al teatro', o ‘ci si vede al cinema'. Anche se non c'è un film o uno spettacolo. Solo per stare insieme, parlare del più e del meno. Per alzare lo sguardo, che oggi abbiamo sempre più basso. Il cinema ci costringe a guardare in orizzontale. E questo fa bene alla vista… e alla vita.”

E, in chiusura, l'annuncio della rassegna “Cin Cin Cinema”, in programma ogni lunedì da ottobre a luglio, con una selezione di film non commerciali:

«Una rassegna fatta di titoli complessi, non sempre popolari, ma tutti bellissimi. E alla fine… magari si fa un brindisi insieme. Si commenta il film, si torna a parlare. Come un tempo, quando da ragazzo uscivo dal cinema e ascoltavo le discussioni fuori. Il cinema era anche questo».

Il team del Teatro Excelsior ha inoltre annunciato l'intitolazione delle tre sale a tre grandi artisti che hanno segnato il cinema italiano: Francesco Nuti, Mario Monicelli e Roberto Benigni.

Un Excelsior più vivo, più giovane, più empolese

Concludendo, Ruffini ha parlato di questa stagione come una “stagione cuscinetto”, un inizio, una base su cui costruire il futuro: «Da qui partiamo. Ma dall'anno prossimo vogliamo lavorare ancora meglio. Fare un rebranding del Teatro Excelsior, farlo diventare un punto di riferimento per Empoli. Un centro culturale, ma anche un luogo dove ritrovarsi, parlare, ascoltare, crescere».

Con una direzione artistica rinnovata, una programmazione ampia e inclusiva, e un cuore che batte per la città, il Teatro Excelsior si prepara a essere molto più di una sala spettacoli: un luogo vivo, umano e condiviso.