Cantini (Fdi): "Quanto rammarico personale nelle frasi di Poggianti"
16-10-2025 15:39 -
Leggendo le dichiarazioni di Andrea Poggianti pubblicate sulla stampa locale appare evidente che il suo intervento sia, come al solito, incentrato su una visione volutamente parziale del dato elettorale, dato che dimentica di citare come, se Eugenio Giani ha vinto di poco a Pistoia, Alessandro Tomasi ha raccolto più voti del suo avversario nella provincia di Pistoia, a conferma della fiducia personale e politica che i cittadini gli hanno riconosciuto, ben al di là delle narrazioni costruite a posteriori, eleggendolo sindaco per ben due volte, a differenza sua che, ci risulta, sia stato bocciato due volte dal corpo elettorale. D'altra parte parliamo di una città, Pistoia, che, prima di Tomasi, era un feudo del centrosinistra.
È dunque singolare che Poggianti, che non fa parte della coalizione di centrodestra — dal momento che i suoi accordi con la Lega locale non sono mai stati ratificati né da Fratelli d'Italia né da Forza Italia — si erga oggi a commentatore "interno" della coalizione. Le sue opinioni, legittime come quelle di qualsiasi elettore, restano però opinioni personali, non espressione di una realtà politica condivisa: anche perché, quando si parla di "incompetenza e miopia" politica rivolta alla classe dirigente regionale di FDI, appare evidente che si tratta di un giudizio dettato da mal celati livore e faziosità, causa una collocazione politica marginale e ininfluente.
Quanto al presunto "contributo" portato alla Lega locale, i numeri parlano chiaro: il partito si è attestato intorno al 3,86%, mentre Fratelli d'Italia ha raggiunto quasi il 22%, dimostrando che l'elettorato empolese di centrodestra sa bene quale sia la forza politica che oggi rappresenta valori, coerenza e progettualità.
In questo quadro si inserisce anche l'ottimo risultato ottenuto dai candidati di Fratelli d'Italia nel collegio Firenze 3 — Federico Pavese, Serena Urso, Fabio Calugi e Mara Cutrini — che con la loro azione politica, radicata nei territori dell'empolese-valdelsa, hanno saputo interpretare le istanze reali delle comunità locali e tradurle in consenso concreto anche tra molti cittadini provenienti da altre esperienze politiche, facendo sperare, fino all'ultimo, in un posto da consigliere regionale per Federico Pavese.
È dunque lecito supporre che, dietro tanta severità di giudizio, si nasconda un certo rammarico personale. Non è un mistero, infatti, che Poggianti non abbia avuto alcun ruolo nelle liste civiche toscane, nonostante i tentativi — anche insistiti e col "cappello in mano", per usare una sua espressione che lo vede ancora in attesa sulla porta del castello di Canossa — di accreditarsi come deus ex machina della politica regionale, ricevendo anche da Fratelli d'Italia – nel suo peregrinare verso Pistoia alla ricerca di una candidatura - un cortese ma fermo "no, grazie": che va ad aggiungersi a quei "no, grazie" già ricevuti dal PD e da Masi alle ultime amministrative locali a cui il nostro, senza alcun pudore, aveva offerto i voti avuti dall'elettorato di centrodestra, cui segui l'anatema di intestarsi quel voto di astensione e schede bianche che risultò, al solito, marginale e ininfluente. Quando si dice la "capacità di analisi politica"!
Detto questo, in democrazia ciascuno è libero di dire la sua. Ma sarebbe opportuno che Poggianti si rendesse conto di parlare fuori dalla coalizione, e non da dentro. Anche perché, come già detto, più che un'analisi politica, la sua sembra una riflessione mossa da un malcelato risentimento verso chi, ancora una volta, ha ritenuto di poter fare a meno di istanze personalistiche e ambizioni individuali, ritenendole cosa diversa dall'appartenere a una comunità, come quella di centrodestra, che governa il paese e, tra gli altri comuni, ben sette capoluoghi di provincia in Toscana.
In fondo, la politica, depurata da sofismi e retorica, è anche saper leggere i numeri per trarne le dovute conclusioni (cosa che, da parte nostra, siamo capaci di fare senza il contributo di Poggianti);non riscriverli o interpretarli, men che meno offrirli a proprio uso e consumo... ritenendo, evidentemente a torto, di poterne disporre!