Ai nostri banchini e durante i nostri volantinaggi porta a porta, abbiamo avuto modo di parlare con decine di residenti senza cittadinanza europea che risultano spesso ancora più interessati e attenti al referendum ed alle nostre motivazioni rispetto ai cittadini italiani. Il motivo è ovvio: è la prima volta che sono interpellati su scelte politiche (non partitiche) che li riguardano direttamente, in questo caso come utenti dei servizi di competenza comunale quali acqua e rifiuti, servizi che assorbono parte consistente del loro reddito, in percentuale ancora maggiore rispetto alla media degli empolesi.
Tuttavia questo nostro lavoro non è sufficiente poiché arriva solo ad una parte della popolazione senza cittadinanza europea e quindi senza Certificato elettorale, su cui almeno si potrebbe leggere la sezione elettorale. Occorre pertanto un doveroso sforzo dell'amministrazione comunale: la popolazione con diritto di voto priva di certificato elettorale in quanto non comunitaria, deve essere informata in modo chiaro e puntuale circa sezione e sede di voto, mediante specifica comunicazione individuale recapitata a casa in tempo utile per partecipare al voto. Lo impone il senso civico che ha sempre caratterizzato tutte le Amministrazioni comunali di Empoli.
Quando un cittadino empolese matura il diritto di voto al compimento dei 18 anni l'amministrazione notifica personalmente all'interessato l'acquisizione di questo diritto attraverso l'invio del certificato elettorale in modo che esso ne diventi pienamente consapevole. Cosa hanno di diverso i circa 6/7000 residenti non comunitari? Perché non hanno diritto alla stessa attenzione ed informazione? Dalle scelte operate dall'Amministrazione comunale e dai gruppi e partiti di maggioranza operate dal gennaio scorso, di non convocare il referendum a primavera, di rifiutare l'accorpamento, arrivando fino ad oggi con la scelta di sedi estremamente disagiate, risulta evidente che per evitare l'abrogazione integrale della delibera 93/2022 richiesta dal referendum, si punti più al fallimento del quorum di 21.579 votanti (anche solo per un voto), che sulla vittoria dei NO ritenuta forse impossibile. Una scelta legittima, ma con conseguenze pesanti e imprevedibili sui livelli di disaffezione al voto; tuttavia la scelta di non informare individualmente coloro che non hanno il certificato elettorale ci sembrerebbe particolarmente grave e certamente non accettabile.
Comitato referendario Trasparenza per Empoli