Le bombe a Gaza distruggono l'intera famiglia di una palestinese rifugiata a Empoli

29-10-2025 19:30 -

Ci sono azioni che lasciano cicatrici indelebili. Nella notte tra il 28 e il 29 ottobre a Gaza un bombardamento israeliano ha cancellato nove vite della famiglia della sorella di Wafa Tuaima, rifugiata da due anni a Empoli insieme alla figlia Sameera. Tra le vittime, cinque erano bambini.

Empoli conosce bene Wafa: la sua voce, pacata ma ferma, ha risuonato nelle piazze e nelle scuole raccontando la quotidiana resistenza del popolo palestinese, la paura, la speranza di un futuro diverso. Oggi quella voce è rotta dal dolore. E con lei piange un'intera città.

“La famiglia di Wafa è parte della nostra comunità — scrive il Comitato Empoli per la Pace —. La sentiamo come amica, vicina, concittadina. Oggi piange nove persone care, cancellate in una sola notte.”

La tragedia di Gaza si è riversata così, con tutta la sua crudele vicinanza, nelle strade di Empoli. Un nome, un volto, un abbraccio quotidiano: la guerra, improvvisamente, non è più lontana. È dentro le nostre case, nei nostri gesti, negli occhi di chi incontriamo.

Secondo fonti internazionali, l'offensiva israeliana nella stessa notte ha provocato oltre cento morti in varie aree della Striscia, infrangendo la fragile tregua che avrebbe dovuto segnare un passo verso la pace. “Una beffa”, scrive il Comitato, “una tregua che si è trasformata in un nuovo inizio di distruzione”.

Il comunicato parla chiaro: “Quanto accaduto è una violazione del diritto internazionale umanitario”, ma anche un segnale politico grave, “una sistematica distruzione del tessuto umano e territoriale palestinese”.

Il Comitato ha già inviato una nota di protesta ufficiale all'Ambasciata di Israele e chiede al Governo italiano di interrompere ogni invio di armi e collaborazione militare con Tel Aviv, “fino alla reale cessazione delle ostilità”. Parole forti, che diventano un atto di responsabilità civile e morale: “Le scelte politiche devono essere trasparenti — si legge —, e chi le compie deve rendere conto pubblicamente”.

La città risponderà con il silenzio, la vicinanza, la presenza. Domenica 2 novembre, alle 18.30, nella Tenda della Pace in Piazza della Vittoria, si terrà una commemorazione funebre per le vittime della famiglia Tuaima e per tutte le vittime civili del conflitto.

Sarà un momento di lutto e solidarietà, ma anche di richiesta di giustizia.
Non una cerimonia retorica, ma una veglia di coscienze: candele, parole, abbracci.

Empoli, città di accoglienza e di pace, si ritroverà ancora una volta unita per dire no alla guerra, no alla vendetta, sì alla vita.
Perché, come ricorda il Comitato, “ogni bambino che muore a Gaza è anche un bambino che muore nel cuore di ciascuno di noi”.