Ha poi evidenziato come eventi e iniziative, anche grazie ai commercianti, abbiano reso più viva piazza Madonna della Quiete, che ha ospitato negli ultimi mesi appuntamenti molto partecipati.
Il sindaco ha parlato anche delle politiche per la riapertura dei fondi sfitti nel centro storico, grazie al progetto dell'amministrazione comunale, e ha sottolineato come l’arte possa contribuire a questa rigenerazione. «Le installazioni artistiche e le opere che vedrete in via Lavagnini, via della Noce e in altre strade portano curiosità, attenzione e vita. L’arte contemporanea dà una nuova connotazione agli spazi e restituisce un’immagine positiva della città».
Mantellassi ha ringraziato ancora il Museo del Novecento e ha ribadito che l’arte, quando si apre alla città, «può trasformare il senso dei luoghi e restituire qualità al centro storico, che non deve essere solo un luogo commerciale, ma un luogo di incontro, di cultura e di bellezza».
Ha ricordato anche l’apertura, all’antico Ospedale di San Giuseppe, della mostra dedicata al Novecento empolese, visitabile fino al 15 febbraio, sottolineando come «l’arte stia davvero invadendo e connotando il centro storico, con un progetto che tocca cinque o sei zone della città e che rientra in una visione complessiva di Empoli che si muove e cresce, usando l’arte e la bellezza come strumenti di trasformazione».
Mantellassi ha poi rivolto un invito a tutti i cittadini a vivere questo momento con entusiasmo: «Ogni

strada, anche quella più complessa, va intrapresa con convinzione. All’inizio sembra difficile, ma con la partecipazione e la dedizione di tutti arrivano i risultati. L’arte, la bellezza e la cultura non devono restare chiuse nei musei, ma vivere nel cuore della città, nelle strade, nelle piazze e nei giardini». E ha concluso: «Godiamoci questo momento e viviamo il nostro centro storico nelle sue bellezze».
Secondo Mantellassi, il valore del progetto Boule de Neige è proprio quello di unire rigenerazione urbana, partecipazione e bellezza, rendendo Empoli una città più accogliente e più consapevole della propria identità.
Secondo Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze e curatore del progetto, Boule de Neige rappresenta un’occasione per restituire curiosità e desiderio verso vetrine e spazi chiusi da tempo, non attraverso la logica del consumo ma attraverso la meraviglia poetica dell’arte. Le vetrine oscurate diventano piccole “camere delle meraviglie”, luoghi sospesi che invitano a fermarsi, a osservare e a ritrovare il piacere dello stupore. Le opere saranno installate in punti simbolici della città: la facciata della chiesa della Madonna della Quiete e il chiostro della Collegiata ospiteranno gli interventi di Marco Bagnoli e David Reimondo, mentre Francesca Banchelli, Chiara Bettazzi, Marcela Castaneda e Giovane Ceruti animeranno via Lavagnini con installazioni che uniscono luce, materia, suono e colore. Come ha spiegato la co-curatrice Antonella Nicola, ogni opera invita a riflettere sul valore delle piccole cose, sulla caducità e sulla bellezza della vita, sulla possibilità di fermarsi a osservare e a respirare un tempo diverso, lontano dalla frenesia quotidiana.
Il titolo “Boule de Neige” si ispira alla celebre sfera di vetro inventata a fine Ottocento, un piccolo mondo in miniatura dove la neve cade lenta e il tempo sembra fermarsi. Così anche il progetto empolese intende racchiudere dentro la città un microcosmo poetico, un momento di sospensione e di incanto in cui realtà e immaginazione si mescolano. Attraverso la mappatura di spazi museali, piazze e fondi sfitti, Boule de Neige propone un modello di rigenerazione urbana fondato sull’arte e sulla partecipazione, con l’obiettivo di restituire dignità e bellezza ai luoghi dimenticati, promuovendo una visione collettiva e poetica della città. Un invito, per tutti, a riscoprire Empoli con occhi nuovi, lasciandosi sorprendere da quella neve che cade lenta anche in pieno inverno toscano, portando con sé il silenzio e la meraviglia dell’arte.