Ottobre, decimo mese dell'anno, il primo pienamente autunnale stando a quello che il calendario astronomico ci presenta per tradizione. Siamo ormai a conoscenza da tempo, che il clima non segue pedissequamente il percorso astronomico che sintetizza le canoniche stagioni, anche se ottobre 2025, per quanto riguarda Empoli si consegna agli annali climatici in un trend di parziale normalità.
Alla fine dei trentuno canonici giorni del mese, le anomalie termiche si fermano di poco al di sotto delle medie – 0,3 °C ritrovando un trend climatico del tutto simile a quello del 2020 e del 2021. Una buona notizia seppur locale, che si manifesta nel secondo mese di questo 2025 consecutivo, attorno a quelle che sono le medie stagionali; del resto a sensazione memori degli ultimi due anni, che il mese appena trascorso non appariva così fuori norma lo avevamo avvertito tutti chi più chi meno.
Allo stesso modo, la percezione che fosse piovuto di meno e concentrato in alcune zone in soli due episodi in tutto il mese, lo avevamo già constatato dati alla mano in uno dei nostri precedenti articoli. Infatti l'anomalia pluviometrica ha il segno meno di fronte al suo dato; siamo al 22% in meno di precipitazioni rispetto agli ultimi quarantacinque anni. Il tutto in un trend che dopo la calda estate che ormai ogni anno si manifesta sempre più, con fasi siccitose e precipitazioni temporalesche, concentrate in eventi talvolta singoli ed estremi.
L'autunno del 2025 quasi ormai giunto al suo giro di boa, sempre localmente, non sta affatto brillando per un reintegro idrico delle falde congruo alla stagione. Certo il semestre freddo è iniziato da poco, sappiamo che ormai non è un dogma scoprire che talvolta la fine dell'inverno e l'inizio della primavera comportano un surplus precipitativo, ma per adesso il quadro nel suo insieme non è dei più rosei; soprattutto se allarghiamo il nostro sguardo fuori dal nostro orticello. Secondo i dati nazionali, Ottobre ha letteralmente assetato il nord-ovest della penisola, con locali criticità nel vercellese e nel bielllese, si parla addirittura di affluenti del Po in secca. Tutto l'arco alpino, non solo ha visto solo a quote altissime le prime nevicate stagionali, ma con accumuli risibili. Livigno ad oggi è una brulla città color castagno.
Parte dell'Agro Pontino, lamenta problemi di approvvigionamento per la loro agricoltura in sofferenza. In Italia si salva solo le zone del basso Adriatico e le regioni del sud, alcune tra l'altro travolte da vere e proprie alluvioni lampo. A livello continentale poi sono le zone centrali e sud orientali a mantenersi perlomeno in linea con il periodo. Altrove l'elevazione dell'anticiclone in alcune zone africano altre azzorriano, riportano valori anche di 5 gradi sopramedia, macinando record su record verso le zone polari e la regione scandinava. Inoltre nel silenzio generale, con l'estate ormai finita, a livello globale sempre nel mese di ottobre, si è andato registrando un picco termico inatteso che andrà monitorato nei prossimi mesi in caso di ripresa ulteriore, visto che il trend dopo le normali oscillazioni dettate dagli indici climatici (il Nino. Monsoni, ITCZ e via dicendo) faceva immaginare un periodo di crescita meno esponenziale, mancando in qualche modo l'energia supplementare, ormai smaltita dalla circolazione planetaria dell'atmosfera.
Un po' come nel mese di settembre, apprezziamo la fortuna (per il momento) di trovarci in una zona tutto sommato tranquilla, ma non sorprendiamoci quando si presenterà volta volta alla porta di casa, il caos che regna attorno a noi.