Premio della Pace "Romanello Cantini" a Mons. Gherardo Gambelli
17-11-2025 10:43 -
Il Premio della Pace "Romanello Cantini" è stato conferito ieri a Mons. Gherardo Gambelli, Arcivescovo Metropolita di Firenze, per il suo impegno missionario in Ciad, dove ha trascorso undici anni di lavoro al servizio della comunità locale. La cerimonia, che ha visto la partecipazione della Sindaca di Castelfiorentino, Francesca Giannì, dell'Assessore alla Cultura, Franco Spina, e di numerosi soci dell'associazione "Romanello Cantini", ha celebrato l'opera di Gambelli, che ha unito il messaggio evangelico all'ascolto delle comunità locali, promuovendo la pace, la fratellanza e il dialogo tra i popoli. Daniela Casagli, presidente dell'associazione, ha spiegato come il riconoscimento fosse dovuto per l'instancabile lavoro di Gambelli in una delle regioni più difficili dell'Africa, dove la convivenza religiosa è quotidianamente messa alla prova e la cristianità è minoritaria. Il premio ha sottolineato il suo impegno per la giustizia sociale, la promozione della pace e il miglioramento delle condizioni di vita delle persone più povere, affrontando le cause profonde dei conflitti come la scarsità di risorse e l'incertezza del futuro. L'Assessore alla Cultura, Franco Spina, ha ribadito che la cultura della pace inizia dai piccoli gesti quotidiani, da un dialogo rispettoso tra le diversità, e ha citato Papa Francesco parlando della pace come un "artigianato" da costruire giorno dopo giorno, attraverso il rispetto e l'impegno individuale. Mons. Gambelli ha deciso di devolvere la somma di 1.000 euro ricevuta come premio a favore di AMO - Amici del Medio Oriente, per finanziare borse di studio per giovani iraniani, riconoscendo nell'educazione il primo passo fondamentale per costruire un futuro di pace e giustizia. Il gesto di Gambelli, infatti, riflette il suo impegno nel promuovere la cultura come antidoto alla barbarie, mostrando come l'istruzione possa essere uno strumento potente per costruire ponti di comprensione tra popoli diversi. La cerimonia ha rappresentato un momento di riflessione e speranza, non solo per il riconoscimento di un lavoro straordinario, ma anche per l'invito a ciascuno di noi a impegnarsi per un mondo più giusto e pacifico, a partire dai gesti quotidiani di solidarietà e apertura verso l'altro.