Il sant'Andrea d'Oro ad Alino Mancini, simbolo di una città operosa e... paziente

30-11-2025 14:45 -

Un applauso che ha riempito la Sala Maggiore della Biblioteca Comunale Renato Fucini di Empoli ha segnato l’apice di una cerimonia emozionante, che ha visto la consegna del Sant’Andrea d’Oro 2025 a un uomo che ha fatto della sua vita e del suo lavoro un esempio di passione, dedizione e grande umanità: Alino Mancini. Orologiaio, artigiano, commerciante e punto di riferimento per generazioni di empolesi, Alino è stato insignito della massima onorificenza cittadina proprio nel giorno dedicato a Sant’Andrea, patrono della città, che lo ha celebrato in mezzo a una platea gremita di amici, familiari, clienti e istituzioni. La cerimonia, condotta con la solita eleganza dal giornalista Alessandro Lippi, ha reso omaggio a una vita interamente spesa per il lavoro, per il commercio e per la comunità empolese.

"Maestro orologiaio, storico artigiano, punto di riferimento per il commercio empolese ed esempio di dedizione al lavoro per le nuove generazioni." Così recita la motivazione che ha accompagnato l'assegnazione del Sant'Andrea d’Oro 2025, conferito ad Alino Mancini, il cui negozio di orologeria, che quest’anno festeggia mezzo secolo di attività, è un simbolo di tradizione e qualità in un settore che sta vivendo difficoltà, ma che ancora trova nei valori della professionalità e della competenza una strada per prosperare. Il sindaco di Empoli, Alessio Mantellassi, ha sottolineato come Mancini non sia solo un bravo commerciante, ma una persona che ha saputo costruire fiducia nel corso degli anni grazie ai suoi modi gentili e pacati, diventando una vera e propria garanzia per la sua comunità. La sua vita, ha detto Mantellassi, "è la sostanza dell’essere empolesi", un emblema della città stessa.

Un momento di forte emozione si è vissuto anche quando, davanti a un pubblico che ha mostrato grande affetto, Alino Mancini ha preso la parola, un po' sorpreso dal riconoscimento. "Non pensavo di meritare questo premio. Io alla fine ho solo lavorato", ha detto con umiltà, ma anche con un sorriso che raccontava anni di fatica, ma anche di soddisfazioni. Alino ha ricordato come la sua passione per la meccanica fosse nata fin da bambino, quando un orologio rotto, sciupato da lui stesso, gli aveva suscitato curiosità. "Avevo l'influenza e sentivo un ticchettio. Mi sono incuriosito, sono andato in cucina, ho preso un coltello e l'ho aperto. Fu la fine dell'orologio, ma lì è iniziato tutto. La meccanica è stata una passione che non mi ha più lasciato."

E proprio da quell’istante, in cui il giovane Alino fece il suo primo incontro con l’ingranaggio di un orologio, è iniziato un percorso che lo avrebbe portato, dopo aver riparato motorini, automobili e persino go-kart, ad aprire la sua attività di orologiaio. Alino ha raccontato come la sua carriera si sia evoluta in modi che neppure lui avrebbe immaginato. "Quando ero giovane, mi piaceva smontare e riparare tutto. Iniziai con i motorini, poi arrivarono le biciclette e, più tardi, le auto. Ma un giorno un amico mi mise in testa un’idea: 'Perché non provi a fare un go-kart?' Non capivo nemmeno cosa fosse, ma quando cominciai a lavorarci, capii che era proprio il tipo di sfida che mi serviva." E così, con l’aiuto di amici e colleghi, Alino riuscì a costruire il suo primo go-kart, uno dei primi a Empoli. "Lo portammo in pista, e mi ricordo ancora la sensazione di quando il motore cominciò a girare. Una meraviglia! E, se ci penso, quel go-kart è stato il mio primo incontro con la meccanica di precisione, che poi mi avrebbe accompagnato per tutta la vita."

Non si può parlare di Alino senza fare riferimento al suo legame con l’orologeria. La sua passione per gli orologi è nata quasi per caso, come lui stesso ha raccontato, ma una volta iniziato, non c'è stato più ritorno. "L'orologio è sempre stato un po’ il mio 'amore segreto'. Mi affascinava il modo in cui tutto si muoveva, la precisione di quegli ingranaggi così piccoli, ma così importanti. Quando aprii il mio primo negozio, non avevo idea di dove mi avrebbe portato questa strada. Ma sapevo che avevo le mani per farlo e una grande voglia di imparare." E così, Alino ha iniziato a riparare orologi, trasformando la sua passione in una professione che lo ha reso celebre in tutta la città. "Era incredibile, i clienti venivano da lontano, anche da fuori Empoli, e mi portavano i loro orologi, alcuni di valore davvero alto. Mi fidavano i loro 'tesori' e io facevo il possibile per riportarli in vita. Ogni orologio che riparavo aveva una storia, un passato, e per me ogni riparazione era come se fosse un pezzo di quella storia che restava intatto."

Il sindaco Mantellassi ha evidenziato l'importanza di trasmettere il sapere alle generazioni future, e questo Alino lo ha fatto non solo con la sua attività, ma anche con l’esempio di vita che ha dato alla sua famiglia. La figlia Rossella, commossa, ha raccontato come il padre sia stato, e continui a essere, un punto di riferimento non solo nel lavoro, ma anche nei principi di vita che ha saputo trasmettere. "Il nostro lavoro continua lungo il solco tracciato da lui, ma i suoi insegnamenti sono un faro costante per noi, per i nostri figli e per tutta la nostra famiglia", ha dichiarato Rossella, esprimendo orgoglio per il riconoscimento che Alino ha ricevuto.

Tra gli aneddoti più divertenti che Alino ha voluto condividere, ce n’è uno legato al suo incontro con una Ferrari, una delle macchine più prestigiose che è passata nel suo garage. "Ricordo come fosse ieri. Un giorno arrivò una Ferrari da me, tutta rovinata. Il proprietario non sapeva più che fare, e io la sistemai. Quando andò via, mi guardò e disse: 'Speriamo che vada meglio, la prossima volta mi porto la macchina direttamente alla Ferrari.' Mi sentii un po' orgoglioso, ma soprattutto contento di aver fatto un buon lavoro!" Alino ha sempre avuto una capacità unica di riparare qualsiasi cosa, ma mai come un lavoro tecnico, sempre come una sfida a fare meglio, sempre con il sorriso.

Aggiungendo un tocco di riflessione sull’attualità del commercio e dell’artigianato, Gianluca D’Alessio, responsabile di Confesercenti Empolese-Valdelsa, ha parlato del valore di attività come quella di Alino Mancini, che riescono a coniugare tradizione, esperienza e innovazione, rappresentando un modello per tutte le piccole botteghe che, nonostante le difficoltà degli ultimi anni, sono ancora in grado di dare un valore aggiunto alla città e alla sua economia.

Anche Rossana Ragionieri, presidente della ProLoco Empoli e autrice del libro Il Tempo Ritrovato, dedicato alla vita e alla carriera di Alino, ha voluto sottolineare l’importanza del suo lavoro. "Alino è un artigiano-artista, uno che ha sempre messo la sua passione al servizio degli altri, e anche oggi, a novant'anni, non ha smesso di farlo. La sua vita è una continua scoperta e, grazie alla sua dedizione, ha lasciato un segno indelebile nella storia di Empoli."

E così, tra racconti di motorini, auto, orologi e go-kart, si è snodato il racconto di una vita che ha visto Empoli crescere e cambiare, con Alino sempre lì, a riparare, costruire, creare, ma anche a donare fiducia e affetto alle persone che gli sono state vicine. Non solo un artigiano, ma un uomo che ha saputo, attraverso il suo lavoro, mantenere vivo il legame con la sua città, trasmettendo alle nuove generazioni la bellezza della manualità, della precisione e della passione per ciò che si fa.

Il premio Sant’Andrea d’Oro, quindi, non è solo un tributo alla carriera di un grande artigiano, ma anche un riconoscimento per il suo essere un pilastro della comunità empolese, capace di attraversare il tempo senza mai smettere