Esiste anche un calcio fatto di progetti chiari, scelte oculate, virtuosità e lungimiranza. Esiste un calcio in cui ci sono presidenti, dirigenti, allenatori, staff tecnici, calciatori e tifosi che riescono ad unire passione, senso di appartenenza, lavoro, esperienza, e progetti tecnici ed economici costruiti negli anni.
E' il tipo di calcio inteso in maniera diversa da quello concepito dalle società che fanno sottoscrivere ad allenatori contratti pluriennali da capogiro, salvo poi, rendersi conto, dai risultati, che quelli zeri dietro la prima cifra dell'assegno staccato forse erano un po' troppi. Ma siccome al peggio non c'è mai fine, quelle stesse società quando avvertono che le cose non sono andate come pensavano, i risultati previsti non sono arrivati, magari scelgono un altro allenatore, sempre con un contratto pluriennale, con il rischio, come sta succedendo nel massimo campionato, che si ritrovano a pagarne due.
Questo calcio, questo modo di pensare ed agire da sprovveduti non appartiene certo al Frosinone che in questo momento vive il suo momento di grazia in testa alla classifica del campionato di calcio di serie B. Che dire, se nella vita c'è sempre qualcosa di nuovo da imparare, qualcuno potrebbe prendere esempio da questa piccola società che ha saputo fare di necessità virtù proponendo un progetto tecnico chiaro. Non ha scelto un allenatore con il pedigree, ha scelto una persona semplice, Massimiliano Alvini, uno che non allena per vivere, ma al contrario, vive per allenare.
Un tecnico che è partito dal basso calpestando le pozzanghere davanti le panchine in cui si è seduto nelle categorie del calcio dilettantistico. Un tecnico che trasuda di passione, entusiasmo, determinazione e, soprattutto, di fame di rivincite, che sa sognare e sa tenere i piedi per terra. Arrivato in punta di piedi al Frosinone dopo gli esoneri Cremonese, Spezia e Cosenza, con l'obiettivo di fare un campionato tranquillo, ha saputo plasmare una squadra giovane, (l'età media è di 24 anni), con diversi volti nuovi rispetto all'anno precedente, ma soprattutto ha saputo trovare il giusto equilibrio tra entusiasmo, intensità di gioco e disciplina tattica riuscendo a creare un gruppo solido e coeso che a questo punto del campionato non può nascondere le proprie ambizioni.
Sono meriti importanti quelli del tecnico di Fucecchio, da dividere in parti uguali con il suo staff, la squadra, i tifosi e la rinnovata struttura societaria guidata dal presidente Maurizio Stirpe della quale Alvini ne è l'immagine riflessa sul campo. Una sinergia che ha creato un progetto ed un modo di fare calcio in antitesi alle scelte ed investimenti faraonici di molte società della massima serie. Questo è oggi il Frosinone di Alvini e di Stirpe: una società che esprime un calcio spettacolare, fatto di impegno, passione, e sostenibile finanziariamente, ed il primato in classifica è la punta di un iceberg di una visione chiara del mondo del pallone, di scelte mirate e sostenibili.
Se nel calcio i numeri, come si è sempre detto e scritto, hanno un valore, Alvini ha il miglior attacco del campionato, la miglior differenza reti ed il primo posto in classifica. E quindi capehau a questo bravissimo tecnico che si è costruito da solo forgiato con il dna del calcio paesano dello stadio Tre Archi e prima ancora quello giocato dai ragazzi fino a che faceva giorno, nel suo caso nel campetto dietro Duilio, per usare il linguaggio fucecchiese.