Empoli, sempre più città... dei 15 minuti

17-12-2025 14:07 -

L’inaugurazione dell’Urp diffuso e del punto prestito della Biblioteca a Ponte a Elsa non è stata soltanto l’apertura di due nuovi servizi, ma l’occasione per rendere esplicita una visione più ampia di città. Nel suo intervento, il sindaco Alessio Mantellassi ha richiamato con chiarezza un principio che oggi attraversa il dibattito urbanistico e amministrativo europeo: quello della “città dei 15 minuti”.

Un’idea semplice nella formulazione, ma profonda nelle implicazioni: garantire a ogni cittadino la possibilità di raggiungere, in un quarto d’ora a piedi o in bicicletta, i principali servizi della vita quotidiana – dagli uffici comunali alla cultura, dalla socialità all’accesso ai diritti.

Dalla centralizzazione alla prossimità Nel ragionamento del sindaco, la città dei 15 minuti nasce come risposta a un modello ormai inadeguato, fondato sulla centralizzazione dei servizi. Un modello che produce disuguaglianze, tempi morti, congestione e, soprattutto, una distanza crescente tra istituzioni e cittadini.

«Avvicinare i servizi – è il senso del messaggio di Mantellassi – non significa solo rendere più comode le pratiche, ma ricostruire un rapporto di fiducia tra l’amministrazione e le persone».

L’Urp diffuso va letto proprio in questa direzione: non un semplice sportello decentrato, ma uno strumento per redistribuire la presenza pubblica sul territorio, riconoscendo pari dignità ai quartieri, alle frazioni, ai luoghi che storicamente sono rimasti ai margini della vita amministrativa.

Cultura e diritti come servizi essenziali Accanto all’Urp, il punto prestito della Biblioteca rafforza un altro pilastro della città dei 15 minuti: la cultura come servizio di prossimità, non come privilegio legato al centro urbano.

Portare i libri, la lettura, l’accesso al sapere nei luoghi della vita quotidiana significa affermare che la cultura è parte integrante del welfare urbano, al pari dei servizi anagrafici o sociali. Una scelta che rompe la separazione tradizionale tra luoghi “alti” della cultura e spazi ordinari dell’abitare.

In questa prospettiva, Ponte a Elsa non è una periferia da “servire”, ma un pezzo di città pienamente legittimato, dove si esercitano diritti e si costruisce comunità.

La città come rete, non come somma di uffici Nel discorso del sindaco emerge con forza un cambio di paradigma: la città non è più vista come una mappa di funzioni isolate, ma come una rete di relazioni, dove i servizi dialogano tra loro e con il territorio.

La città dei 15 minuti non è soltanto una questione di distanza fisica, ma di integrazione: uffici, biblioteche, spazi civici, mobilità dolce, illuminazione, sicurezza, socialità. Tutti elementi che, se pensati insieme, restituiscono qualità alla vita quotidiana.

È la stessa logica che Mantellassi ha richiamato parlando di altri ambiti dell’azione amministrativa: dalla riorganizzazione dei servizi alla riprogrammazione degli spazi urbani, fino alla ridefinizione dell’identità dei luoghi.

Un’idea di equità urbana Alla base della città dei 15 minuti c’è anche un forte principio di equità. Ridurre le distanze significa ridurre le disuguaglianze: per gli anziani, per chi ha difficoltà di spostamento, per chi non dispone di mezzi privati, per chi vive il tempo della città in modo più fragile.

In questo senso, l’Urp diffuso e la biblioteca di prossimità diventano strumenti di giustizia urbana, capaci di rendere concreti diritti che altrimenti resterebbero solo formali.

Un primo passo, non un punto di arrivo Mantellassi lo ha chiarito implicitamente: la città dei 15 minuti non si costruisce con un singolo intervento, ma attraverso una programmazione coerente e di lungo periodo. L’inaugurazione di Ponte a Elsa rappresenta un inizio, una traccia su cui sviluppare ulteriori scelte.

La sfida sarà mantenere questa visione nel tempo, estendendola ad altri servizi, ad altri quartieri, ad altre funzioni urbane. Perché una città più vicina non è solo una città più efficiente, ma una città più umana, più accessibile, più democratica.

Ed è proprio questa l’idea di città che, nel suo intervento, il sindaco ha indicato come orizzonte dell’azione amministrativa.