“Potrei ricordare male – prosegue - ma mi sembra che queste siano almeno le seconde dimissioni eroiche, dopo un tentativo non riuscito alle regionali. Mi piacciono le persone a cui le poltrone non interessano, ma non è per una poltrona da sindaco che si è presentato Campinoti? Questa cosa che ci sia chi fa politica per amor di patria e chi invece perché è sporco e cattivo, onestamente avrebbe anche un po' annoiato, alla prova dei fatti”. Chiude poi ironicamente: “Quando Campinoti augura largo ai giovani, sta facendo gli auguri a Alessio Mantellassi, Leonardo Masi o Andrea Poggianti tutti più giovani di lui?”
La risposta dell'amico-rivale in politica arriva nei commenti: “Caro Antonio, in Confindustria abbiamo il buon gusto di non mandare via nessuno salvo non accada qualcosa di brutto, ma non è il mio caso. Quando serve diamo le dimissioni, ma ovvio che in casi come questo va fatto senza alcun eroismo. Non sono uscito da Confindustria, ho solo rinunciato alle poltrone ma, se appunto ne fossi stato in cerca, potevo rimanere su quelle già acquisite”. E qui il discorso si sposta su Alessio Mantellassi: “Questa correttezza etica non è diffusa, se si va a vedere ad esempio Mantellassi che, pur pagato dal comune per un ruolo preciso, usa orari e giorni di lavoro per fare palesemente campagna elettorale, quindi per un suo interesse personale anteposto all'interesse dei cittadini tutti tra i quali ci sono anche quelli che non lo voteranno, che sono i suoi datori di lavoro”.
“In azienda ho due 28enni come Mantellassi, sono mio figlio e mio nipote che, diversamente da lui, sono sul pezzo da anni e, anche grazie ad un percorso di formazione e un fortissimo percorso di lavoro studio, oggi sono in grado di gestire le nostre aziende di famiglia meglio di me, permettendomi di mantenere fede ad una chiamata che ho accettato per senso civico”. “La mia corsa a sindaco – chiude - non è quindi una gara che mi serve per trovare un lavoro e uno stipendio, ma se vinco mi porterà solo ad anni di grande impegno superiore ad oggi”.