08 Maggio 2025
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“Alziamo il muro”: la lezione di Meri commuove Empoli

07-05-2025 12:52 - Primo piano
C'è stato un momento, durante la serata di consegna del Premio Aramini, in cui il tempo si è fermato. È accaduto quando Meri Malucchi, accompagnata dalla sua sedia a rotelle e da un sorriso capace di trafiggere il buio, ha preso la parola. È stato il momento in cui lo sport ha mostrato il suo volto più autentico, quello che va oltre le medaglie, oltre i campionati vinti, oltre i record. Perché Meri, oggi, non lotta più solo per un punto o un set. Lotta per la vita. E lo fa come ha sempre fatto in campo: con determinazione, tenacia, spirito di squadra.

Perché ci sono premi che si ritirano con orgoglio, altri con soddisfazione. Poi ce ne sono alcuni che si abbracciano con le lacrime agli occhi, perché dentro quella targa c’è tutta la fatica di un’esistenza che non si è mai arresa. Così è stato per Meri, 57 anni, di Lamporecchio, ex pallavolista e allenatrice di lungo corso, con trascorsi di atleta in tutte le categorie, dai campi di provincia alla serie A1. A lei è andata la menzione speciale del Premio Aramini per la forza e il messaggio della sua campagna “Meri team – Alziamo il muro”. E, per lo stesso motivo, il premio è andato anche a Gianni Assirelli, avvocato e giornalista empolese, che quel muro, lo ha pensato, ideato e realizzato, con la collaborazione di tante altre persone.

Ad esempio, Assirelli, che conosce Meri da sempre, che è legato a lei da un’amicizia di quelle vere e solide, prima della premiazione ha organizzato una reunion di tutte le atlete che, all’inizio degli anni Ottanta, dopo una fusione con una società di Pontedera, fecero nascere quella che in tanti appassionati ricordano come una delle squadre di volley più forti della città. C’era Meri, in quel gruppo. C’erano… Mina Biagini, Donatella Allori, Grazia Vignozzi, Monica Taddei, Antonella Grattarola, Rosaria Viti, Anna Gennari, Simona Allegranti, Anna Patrinostro, talune accompagnate dagli attuali mariti, allora fidanzati e autisti, l’allenatore Paolo Battini, il dirigente Serafino Spoto, Bruno Allori (figlio dell’allora presidente Enzo Allori), mentre Elena Allori ha salutato in videochiamata. E le guidava Paolo Battini che non è voluto mancare a questo evento sull’onda dei ricordi, sponsorizzato da Spizzometro, il locale empolese di via dei Navicelli, dove si sono ritrovati.

Poi tutti a La Perla, il cinema empolese tornato in vita proprio per l’edizione di quest’anno del Premio dedicato al compianto Albano Aramini, ex sindaco ed ex assessore allo sport al Comune di Empoli.

«La mia forza – ha detto Meri quando è stata chiamata a ritirare il premio – viene dallo sport, che mi ha insegnato a perdere. Vincere è facile per tutti, è quando perdi che si vede chi sei davvero». Poche parole, ma pesanti come macigni. Piene di verità. E cariche di quel coraggio contagioso che ha fatto alzare in piedi il pubblico e alzare le braccia al cielo, in quel gesto sportivo che Meri ha fatto tante volte in campo e che adesso compie nella vita.

Meri Malucchi ha 58 anni, è di Mastromarco, frazione di Lamporecchio, ma Empoli è da sempre una seconda casa: giocatrice, con un passato in Serie A1 e A2, e poi allenatrice, ha costruito nei palazzetti della zona una parte importante della sua vita. Il 1° giugno del 2024, però, qualcosa si è spezzato. A Pianosa, durante un weekend di relax, la gamba sinistra le si blocca all’improvviso. Inizia l’incubo. Il volo in elicottero all’ospedale di Livorno, la diagnosi durissima: tumore cerebrale all’area motoria.

«Il 26 luglio sono entrata in sala operatoria. Avevo paura, certo. Ma avevo anche una famiglia, degli affetti, un progetto da portare avanti. E un primario, il dottor Orazio Santonocito, che ha saputo parlarmi con l’anima, non solo con le mani», ha raccontato tante volte.

Da quel giorno, Meri ha cominciato la sua vera partita. E ha deciso di non giocarla da sola. È nato così il progetto “Meri Team – Alziamo il muro”, un’iniziativa di sensibilizzazione e sostegno ideata da Gianni Assirelli rivolta a chi combatte, ogni giorno, con la malattia. «Il muro, nella pallavolo, è la miglior difesa. Ma può essere anche il primo attacco. E allora lo alziamo tutti insieme. Io ci credo. Credo nella forza del gruppo, nell’amicizia, nella solidarietà».

C’è una maglietta bianca con la scritta: Alziamo il muro che ne è diventata un simbolo. “Ne feci fare una trentina all’inizio – ha spiegato Assirelli – Oggi siamo a oltre tremila”.

Durante la serata del Premio Aramini, che quest’anno ha celebrato tante eccellenze sportive del territorio – dai successi promozionali di realtà come US Valdorme ed Elsasport, fino agli ori mondiali di Leonardo Sostegni e al progetto sociale della scherma oncologica – la menzione speciale a Meri Malucchi e Gianni Assirelli ha avuto un sapore diverso.

Un premio che va oltre lo sport, perché arriva dritto al cuore delle persone. E racconta qualcosa che ci riguarda tutti: la fragilità, il dolore, ma anche la voglia di non mollare. Meri, con il suo esempio, ha ricordato a tutti noi che si può trasformare una sconfitta in un progetto, un dolore in speranza, un tumore in una battaglia da combattere a viso aperto.

E lo fa ancora oggi, nonostante le terapie, nonostante la fatica, nonostante quella parte del corpo che non risponde più come un tempo. «Io – ha detto al microfono – voglio vivere. E se questo mio percorso può servire ad altri per trovare una strada, allora ha un senso. Voglio che chi è nella mia situazione non si senta solo, che capisca che anche in questi momenti si può restare vivi. Non solo nel corpo, ma nell’anima».

Oggi Meri continua a coordinare, per quanto possibile, la sua amata Volley Academy Toscana, una realtà che unisce oltre duemila giovani pallavolisti: fa il direttore tecnico di sei società. Lo fa con la testa e con il cuore dalla carrozzina sulla quale è stata condannata dalla malattia. Perché, come lei stessa ha detto, «le idee viaggiano anche quando il corpo si ferma. E i pensieri corrono più veloci di qualsiasi male». Chi volesse contribuire al suo progetto di regalare all’Ospedale di Livorno, reparto neuro chirurgia, un nuovo microscopio oncologico, questo è il link https://www.eppela.com/projects/12089

La sua battaglia è la battaglia di tanti. E in questa serata empolese, fatta di premi, cifre, successi e riconoscimenti, la storia di Meri ha ricordato a tutti che il valore più grande dello sport è l’umanità. . «Il mio essere sportiva mi ha insegnato che la differenza la fa chi sa perdere. Vincere è facile, perdere no. Ma se sai perdere, allora puoi anche imparare a resistere. A rialzarti. A lottare fino all’ultimo punto», ha detto al pubblico in piedi, con le mani alzate al cielo, a simboleggiare che quel muro, siamo pronti ad alzarlo insieme a lei.

I premiati: storie di sport, passione e impegno

L’edizione di quest’anno del Premio Aramini ha raccontato molto più di risultati e classifiche. Ha raccontato vite, scelte, fatiche quotidiane, sogni conquistati a piccoli passi o con colpi di genio. Ecco tutti i premi assegnati:

Prima sezione – Migliori risultati a livello promozionale

US Valdorme: 50 anni di calcio amatoriale e pallavolo. Empoli Pallanuoto: 40 anni al servizio della pallanuoto locale. Elsasport: 40 anni di attività, punto di riferimento per la pallavolo. Società che da decenni tessono la trama dello sport sul territorio, offrendo occasioni a giovani e meno giovani, con una presenza capillare e una passione inesauribile.

Seconda sezione – Miglior risultato a livello agonistico (società)

Hockey Empoli Viola Margiotta (Pattinaggio Corsa) convocata per la rappresentativa toscana al Trofeo CONI. Dario Giorgetti (Hockey inline), nella selezione Under 18 italiana per i World Skate Games. Terza sezione – Miglior risultato a livello agonistico (atleta)

Leonardo Sostegni: empolese, campione mondiale con la squadra Under 19 di canoa (Canottieri Limite). Menzione: Ginevra Taddeucci, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi 2024 nella 10 km, cresciuta nella TNT Empoli. Quarta sezione – Personaggio empolese per meriti sportivi

Claudio Del Rosso: stella di bronzo al merito sportivo del CONI. Per 28 anni dirigente nella Federazione calcio, ideatore del Gran Premio città di Empoli e della Firenze-Empoli, promotore del tennis e organizzatore di eventi culturali sportivi. Quinta sezione – Promozione dello sport a livello sociale

Accademia Scherma Empoli – Progetto Nastro Rosa: con l’associazione Astro, un progetto di scherma terapeutica per donne operate al seno. Unione Clubs Azzurri – Scuola del tifo: da anni educa giovani e famiglie al tifo sano, anche nelle scuole. UISP Empoli Lega Biliardo: una rete sociale di 200 tesserati e 40 squadre in 7 comitati territoriali. Menzioni speciali:

Meri Malucchi e Gianni Assirelli, per la campagna “Meri team – Alziamo il muro”. Sesta sezione – Premio giornalistico Antonio Bassi

Marco Mainardi: per il libro “USE – una storia lunga 100 anni”, dedicato alla società cestistica empolese. Menzioni speciali alla memoria

Alberto Alderighi, ex dirigente USE Basket, scomparso a 81 anni, con 50 anni dedicati allo sport. Carlo Faraoni, custode della memoria sportiva locale, grazie al suo prezioso archivio. Niang Assane, 22 anni, giovane allenatore dell’US Ponte a Elsa 2005, scomparso per un malore. Nato in Italia da famiglia senegalese, esempio di dedizione e integrazione.
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