“Ciak, si accoglie!” – Nel vicolo di Santo Stefano la mostra degli studenti del Liceo Artistico Virgilio
12-12-2025 15:11 - Cronaca
Nel cuore del centro storico di Empoli, nel suggestivo vicolo di Santo Stefano, prende vita una mostra che non è solo un’esposizione artistica, ma il punto di arrivo di un percorso umano, civile e formativo: “Ciak, si accoglie!”. I manifesti esposti sono stati realizzati dalle studentesse e dagli studenti di due classi del Liceo Artistico “Virgilio” – indirizzi Architettura e Grafica – e rappresentano la restituzione creativa di un intenso progetto di Educazione Civica e di Formazione Scuola Lavoro sviluppato lo scorso anno scolastico, quando i ragazzi erano ancora in terza.
Il percorso nasce all’interno del concorso “T.U.A.S. – Tutta un’altra storia. Nuove cornici narrative contro la discriminazione e l’odio”, promosso dal Movimento Shalom. Un progetto di service-learning dedicato al tema della migrazione, che ha coinvolto gli studenti in un viaggio di conoscenza e consapevolezza, intrecciando dati, storie vere e una riflessione critica sul presente.
Uno dei momenti più intensi è stato l’incontro con Sarjo, giovane migrante del Gambia, oggi perfettamente integrato nel territorio di San Miniato. La sua storia – il deserto, il mare, la paura, l’arrivo, l’inserimento lavorativo – ha scavato un solco profondissimo nei ragazzi. Ascoltarla dalla sua voce, senza filtri, ha creato un ponte immediato con le vicende raccontate nel film “Io Capitano” di Matteo Garrone (2023), che il gruppo aveva visto e discusso in classe.
Il titolo della mostra, “Ciak, si accoglie!”, nasce proprio da quell’eco cinematografica: un richiamo alla narrazione, alla possibilità di raccontare il mondo e cambiarlo attraverso nuovi sguardi.
Nella seconda fase del percorso, i ragazzi si sono misurati con un esercizio oggi più necessario che mai: il fact-checking. Ascoltando e analizzando alcune delle “10 risposte sui migranti”, il podcast de Il Post curato dal giornalista Luca Misculin, hanno imparato a distinguere dati reali e informazioni verificate da false notizie, luoghi comuni e semplificazioni che alimentano ostilità, paura e discriminazione.
Guidati dagli insegnanti e dalle operatrici del Movimento Shalom, gli studenti hanno affrontato nodi cruciali: i numeri reali dell’immigrazione, le rotte via terra e via mare, il sistema di accoglienza, le difficoltà burocratiche che ogni persona migrante incontra arrivando in Italia. Un lavoro che li ha resi più consapevoli, più informati, e soprattutto più capaci di leggere la complessità senza cadere nella trappola della misinformazione.
I manifesti esposti nel vicolo di Santo Stefano sono dunque il risultato finale di questo percorso.
Tema dopo tema, i ragazzi hanno scelto cosa raccontare e come farlo: il viaggio estenuante attraverso deserti e mari, l’attesa nei centri di accoglienza, le trafile burocratiche che possono durare mesi, la fragilità di chi spera in un futuro migliore, ma anche le ombre dei luoghi di detenzione dove troppi giovani vedono spegnersi la propria speranza.
Gli insegnanti hanno fornito strumenti tecnici e indicazioni per progettare e realizzare manifesti efficaci. Ma ciò che emerge, in ogni tavola, è la voce personale degli studenti: la loro sensibilità, il loro sguardo, la loro capacità di trasformare un tema complesso in immagini chiare, potenti, a volte dure, sempre sincere.
Calarsi nel vicolo di Santo Stefano, fra le pietre antiche e i colori dei manifesti, significa attraversare le storie che questi giovani hanno imparato a conoscere e a rispettare. Significa fermarsi, riflettere, e guardare il fenomeno migratorio con occhi nuovi: gli occhi di una generazione che, con responsabilità e creatività, ci invita a rimettere al centro l’umanità delle persone.
La mostra “Ciak, si accoglie!” è un gesto artistico, certo. Ma è anche – e soprattutto – un atto civile. Uno spazio di dialogo in cui ragazze e ragazzi dimostrano che educare all’accoglienza non è un esercizio teorico, ma un impegno concreto, capace di cambiare prospettive e costruire comunità.
Il percorso nasce all’interno del concorso “T.U.A.S. – Tutta un’altra storia. Nuove cornici narrative contro la discriminazione e l’odio”, promosso dal Movimento Shalom. Un progetto di service-learning dedicato al tema della migrazione, che ha coinvolto gli studenti in un viaggio di conoscenza e consapevolezza, intrecciando dati, storie vere e una riflessione critica sul presente.
Uno dei momenti più intensi è stato l’incontro con Sarjo, giovane migrante del Gambia, oggi perfettamente integrato nel territorio di San Miniato. La sua storia – il deserto, il mare, la paura, l’arrivo, l’inserimento lavorativo – ha scavato un solco profondissimo nei ragazzi. Ascoltarla dalla sua voce, senza filtri, ha creato un ponte immediato con le vicende raccontate nel film “Io Capitano” di Matteo Garrone (2023), che il gruppo aveva visto e discusso in classe.
Il titolo della mostra, “Ciak, si accoglie!”, nasce proprio da quell’eco cinematografica: un richiamo alla narrazione, alla possibilità di raccontare il mondo e cambiarlo attraverso nuovi sguardi.
Nella seconda fase del percorso, i ragazzi si sono misurati con un esercizio oggi più necessario che mai: il fact-checking. Ascoltando e analizzando alcune delle “10 risposte sui migranti”, il podcast de Il Post curato dal giornalista Luca Misculin, hanno imparato a distinguere dati reali e informazioni verificate da false notizie, luoghi comuni e semplificazioni che alimentano ostilità, paura e discriminazione.
Guidati dagli insegnanti e dalle operatrici del Movimento Shalom, gli studenti hanno affrontato nodi cruciali: i numeri reali dell’immigrazione, le rotte via terra e via mare, il sistema di accoglienza, le difficoltà burocratiche che ogni persona migrante incontra arrivando in Italia. Un lavoro che li ha resi più consapevoli, più informati, e soprattutto più capaci di leggere la complessità senza cadere nella trappola della misinformazione.
I manifesti esposti nel vicolo di Santo Stefano sono dunque il risultato finale di questo percorso.
Tema dopo tema, i ragazzi hanno scelto cosa raccontare e come farlo: il viaggio estenuante attraverso deserti e mari, l’attesa nei centri di accoglienza, le trafile burocratiche che possono durare mesi, la fragilità di chi spera in un futuro migliore, ma anche le ombre dei luoghi di detenzione dove troppi giovani vedono spegnersi la propria speranza.
Gli insegnanti hanno fornito strumenti tecnici e indicazioni per progettare e realizzare manifesti efficaci. Ma ciò che emerge, in ogni tavola, è la voce personale degli studenti: la loro sensibilità, il loro sguardo, la loro capacità di trasformare un tema complesso in immagini chiare, potenti, a volte dure, sempre sincere.
Calarsi nel vicolo di Santo Stefano, fra le pietre antiche e i colori dei manifesti, significa attraversare le storie che questi giovani hanno imparato a conoscere e a rispettare. Significa fermarsi, riflettere, e guardare il fenomeno migratorio con occhi nuovi: gli occhi di una generazione che, con responsabilità e creatività, ci invita a rimettere al centro l’umanità delle persone.
La mostra “Ciak, si accoglie!” è un gesto artistico, certo. Ma è anche – e soprattutto – un atto civile. Uno spazio di dialogo in cui ragazze e ragazzi dimostrano che educare all’accoglienza non è un esercizio teorico, ma un impegno concreto, capace di cambiare prospettive e costruire comunità.
La mostra è visitabile fino al 20 dicembre 2025 con orario di apertura 10-18.






