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Addio a Meri Malucchi: atleta, allenatrice e simbolo di coraggio

24-08-2025 13:46 - Primo piano
È morta questa mattina nell'hospice di Lamporecchio Meri Malucchi, 58 anni, ex pallavolista e allenatrice di grande talento, nota per la sua determinazione, la passione per lo sport e l'impegno sociale.Mei, che ha ceduto a una malattia che l'aveva colpita poco più di un anno fa, potrà essere salutata da questa sera - domenica 24 agoto - nelle cappelle del commiato di Quarrata.

La sua ultima apparizione pubblica risale al Premio Aramini di Empoli, dove, accompagnata dalla sedia a rotelle, ha ritirato la menzione speciale per il progetto “Meri Team – Alziamo il muro”. Con la maglietta bianca del progetto e la medaglia d'oro di Carlotta Cambi al collo, Meri aveva ribadito il suo messaggio:

«Amo la vita in ogni sua forma. L'amo anche quando mi gira le spalle e mi prende a cazzotti. Ora lotto e tutti insieme alzeremo il muro. Il tumore non vincerà».

Seduta sulla sedia a rotelle, con un sorriso che superava il dolore, Meri incarnava la forza e la dignità che avevano contraddistinto tutta la sua esistenza.

La carriera di atleta. La storia di Meri Malucchi è quella di una vita dedicata al volley. Giovanissima, inizia a giocare nei palazzetti di Lamporecchio e Empoli, mostrando subito un talento fuori dal comune e una tenacia rara. Con il tempo approda ai campionati nazionali, conquistando un posto nella Serie A2 e poi in Serie A1, dove si afferma come una giocatrice di alto livello, apprezzata per la precisione dei colpi, la capacità di leggere il gioco e il carisma in campo.

Dopo l'esperienza in serie A, decide di riportare il suo sapere tecnico e la sua passione sul territorio, contribuendo alla crescita del volley toscano. È così che entra nel Montelupo, squadra che guiderà per ben undici anni, formando generazioni di atlete e trasmettendo loro non solo tecnica, ma anche valori come spirito di squadra, sacrificio e resilienza. Parallelamente, collabora con realtà importanti come la Savino Del Bene e l'Aglianese, diventando un punto di riferimento per la pallavolo femminile regionale.

Nel 2024, dopo aver maturato un'esperienza decennale come allenatrice e formatrice di giovani, diventa direttrice tecnica della Volley Academy Toscana, un progetto che unisce sei società e oltre 2.000 giovani pallavolisti. La sua missione è chiara: valorizzare i talenti, educare allo sport e trasmettere il senso del gruppo, del rispetto e della determinazione, principi che hanno guidato tutta la sua vita.

La battaglia contro la malattia e “Alziamo il muro”. Il 1° giugno 2024, mentre si trovava a Pianosa per un fine settimana di relax, Meri avverte un improvviso blocco alla gamba sinistra. La corsa in elisoccorso verso l'ospedale di Livorno porta alla terribile diagnosi: tumore cerebrale nell'area motoria. Il 26 luglio Meri viene operata dal dottor Orazio Santonocito. L'intervento le salva la vita, ma la costringe in sedia a rotelle a causa di un'emiparesi.

Da quell'esperienza nasce “Meri Team – Alziamo il muro”, un progetto di solidarietà e sensibilizzazione rivolto a chi affronta gravi malattie. In poco tempo, la campagna coinvolge atlete, amici e campioni, come Carlotta Cambi e Alberto Bettiol, trasformando la maglietta bianca con la scritta “Alziamo il muro” in un simbolo di coraggio e speranza.

«Il muro, nella pallavolo, è la miglior difesa, ma può essere anche il primo attacco. E allora lo alziamo tutti insieme», spiegava Meri, incarnando la filosofia sportiva che aveva guidato tutta la sua vita.

Un'eredità che resta. Meri Malucchi non ha mai smesso di lavorare, formare giovani e trasmettere coraggio. La sua esperienza di malattia si è trasformata in un messaggio universale: trasformare la sconfitta in progetto, il dolore in speranza. Empoli, dove iniziò a giocare e dove ritirò il Premio Aramini, la ricorda come donna determinata, esempio di resilienza e umanità.

«Vincere è facile, perdere no. Ma se sai perdere, allora puoi anche imparare a resistere, a rialzarti, a lottare fino all'ultimo punto», diceva al pubblico, alzando le mani al cielo in un gesto simbolico che oggi rappresenta il suo lascito.

Il suo impegno nel volley, la capacità di ispirare gli altri e la tenacia continueranno a vivere attraverso i progetti che ha lasciato e le vite che ha toccato. La storia di Meri Malucchi rimarrà un esempio luminoso di come lo sport possa insegnare la vita, la dignità e la forza di non arrendersi mai.