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Al via i 'solleoni': tra storia, scienza, mito… e tanta superstizione

26-07-2025 11:37 - Opinioni
di Gordon Baldacci

Li abbiamo sentiti descrivere dai nostri nonni, in qualche proverbio contadino, ma realmente i Solleoni cosa sono è da cosa derivano? Tra Storia, Scienza, Mito… e tanta Superstizione

I popoli antichi erano attenti osservatori del cielo. Grazie alla costante osservazione dei fenomeni astronomici, ripetuti ciclicamente nel corso dei millenni, furono in grado di costruire calendari precisi e di stabilire con accuratezza i periodi ideali per i lavori agricoli. Tra questi, gli Egizi avevano un motivo in più per scrutare il cielo: prevedere le piene del Nilo, essenziali per la loro sopravvivenza. Essi notarono che, verso la metà di luglio, la stella Sirio, della costellazione del Cane Maggiore, sorgeva poco prima del Sole. Poche settimane dopo questo evento celeste, puntualmente arrivava la piena del Nilo.

Sirio è la stella più luminosa dell'intero cielo notturno e, nei mesi estivi dell'emisfero nord, la sua luce è così intensa da proiettare a terra una lievissima ombra degli oggetti. Il nome "Sirio" deriva dagli antichi Egizi, che le attribuivano la funzione simbolica di custode del fiume, come un cane da guardia vigile sull'arrivo delle acque salvifiche del Nilo.

Furono poi i Romani a chiamare questa stella "Canicula", ovvero “piccolo cane” della costellazione. Poiché Sirio sorge e tramonta con il Sole tra il 25 luglio e il 24 agosto, ovvero nel periodo statisticamente più caldo dell'anno, venne naturale associare tale fase al “Solleone”, la parte più rovente dell'estate.

Con il tempo, il termine “canicola” è diventato sinonimo proprio di calura estiva intensa. Secondo alcune credenze egizie, la presenza simultanea nel cielo di Sirio e del Sole non solo annunciava il caldo torrido, ma era anche ritenuta responsabile di effetti malefici: febbre, agitazione negli uomini e persino aggressività nei cani, per effetto del presunto surriscaldamento del sangue.

Quando il sole, secondo lo Zodiaco astrologico, entrava nella costellazione del Leone (in astronomia non sempre si rispettano queste tempistiche) si compiono e si compivano statisticamente i giorni più caldi dell'estate. Non a caso il periodo dell'anno si pone infatti a cavallo tra l'ultima decade di luglio e la prima di agosto, giorni nei quali l'accostamento dei termini “sole” e “Leone” crea appunto la parola “solleone“. O perlomeno si poneva.

Con l'avvento dell'astronomia, ma anche e soprattutto con la scoperta dei vari moti a cui è sottoposto il nostro pianeta, tra cui la Precessione degli Equinozi, quest'anno il Sole entrerà “astronomicamente” nel Leone dopo la prima settimana di agosto, quindi in fasi totalmente diverse dallo Zodiaco astrologico, che è rimasto fisso e immutabile dalla sua creazione e non accetta la razionale e ovvia valutazione oggettiva derivante da quello che oggi sappiamo e osserviamo.

Era anche l'unico momento in cui l'Anticiclone Africano, alzava la testa... In questa fase alta pressione voleva dire – qualunque fosse la sua origine – caldo, talora pesante e senza ricambio d'aria. Ciò accade anche oggi molto frequentemente, perché la fascia degli anticicloni subtropicali raggiunge proprio in questo periodo la sua latitudine più elevata, ma anche perché i mari ormai sono caldi, le brezze iniziano a smorzarsi e il sole, pur essendo in via di lenta discesa sull'orizzonte, è ancora sufficientemente alto da scaldare con forza terreno e superficie marina. Nei giorni del solleone diventava spesso difficile distinguere l'alta pressione delle Azzorre e quella africana, perché il mare caldo lenisce gli effetti mitigatori del primo e conserva in parte l'alito rovente del secondo.

E quest'anno, cosa attendersi? Solleoni Feroci? In tempi di continuo cambiamento climatico anche questo periodo porta nuovi elementi, spesso in dissonanza con l'idea tradizionale, che la stagione spinga verso il suo apice. Al momento proveniamo da un mese di luglio “quasi normale”, al centro-nord ma anche tutto sommato su Empoli,. Il “quasi” è il perentorio ammonimento che le estati di venti o trenta anni fa, non esistono più. A fronte delle ultime condizioni climatiche, tolto il mese di giugno davvero estremo, sia a livello locale che nazionale, salvo come sempre i soliti casi isolati, l'estate 2025 non è “peggiore” di quella 2024 o 2023.

Certo eravamo partiti spediti, concentrando tutto il suo potenziale calorifico un po' in anticipo rispetto al periodo ad essa più consono, quello del solleone, ma ormai lo sappiamo; detti, modi di dire, proverbi erano tarati su un clima totalmente diverso e avulso dall'attuale. Paradosso vuole ad esempio, che al momento le previsioni per le prossime due settimane, non vedono ondate di calore degne di essere “leonesse”, e se potessimo procedere con la statistica, non con la fisica dell'atmosfera, ci dovremmo aspettare a questo punto anche una prima rottura stagionale tra 20 giorni, ovvero dopo la metà di agosto, ma obiettivamente pare davvero troppo osare così in là.

Anche perché specie negli ultimi anni, non sono cambiati solo i Solleoni, ad esempio è quasi sparita quella che un tempo era la “Burrasca di Ferragosto” troppo spesso trasformata a settembre in una vera e propria “Tempesta Equinoziale” in anticipo per aprire le porte all'autunno, ma in netto ritardo, per chiudere l'estate con quelle bellissime e gradevoli temperature che un tempo andavano per la maggiore fra la fine di agosto e la prima metà di settembre, e raramente over 33 °C.

Negli ultimi anni invece agosto soprattutto nella sua seconda parte ha riservato potenti ondate di calore, alcune davvero estreme, come quella del 23-24 agosto del 2023, dove solo in Toscana in ben cinquantaquattro località si superarono i quaranta gradi.
Accontentiamoci per ora (si fa per dire…) di sapere che secondo la tradizione, saremmo nel pieno di quella che è la stagione estiva, che un tempo era la prediletta per quelle ondate di calore, oggi sempre più frequenti e feroci in altri periodi dell'anno.

I Solleoni forse partiranno in ritardo, forse ruggiranno meno del solito, ma siamo solo al loro ingresso. Per le valutazioni e le re-analisi del caso, ne riparleremo tra un mese, anzi molto prima. Ci saranno altri tradizionali momenti climatici da affrontare e parametrizzare al contesto attuale.