30 Aprile 2025
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‘Non basta l'unità nell'emergenza’: Masi (Buongiorno Empoli) chiede una politica di prevenzione per il futuro

16-03-2025 15:18 - Politica
Passata (?) la tempesta, non è certo il momento della quiete, per dirla col poeta. Così la questione dell'emergenza si sposta dal piano pratico (mentre purtroppo ancora troppe famiglie sonno alle prese con i disagi e con la conta dei danni) a quello politico. Leonardo Masi, capogruppo di Buongiorno Empoli, gruppo di opposizione in consiglio comunale ha affidato alla sua pagina social e ha divulgato agli organi di comunicazione e informazione una sua riflessione, che riportiamo di seguito.
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di Leonardo Masi
(capogruppo di Buongiorno Empoli, gruppo di opposizione in consiglio comunale)
Finito il tempo dell'emergenza, che si è lasciata alle spalle danni e criticità da verificare in buona parte del territorio dell'empolese, mi pare urgente avviare una riflessione ampia, quando ancora non sono stati liberati dall'acqua locali, case, strade e campi alluvionati, con la conta dei danni ancora in corso e ancora il timore sui possibili sviluppi e sui tempi di ripristino.


Prima di tutto però vorrei ringraziare tutti i lavoratori e le lavoratrici della protezione civile, della macchina dei soccorsi, le forze dell'ordine, i Vigili del Fuoco, i servizi comunali e tutti i volontari e le volontarie che hanno sostenuto la comunità e chi aveva più bisogno.
Come mi sembra giusto ringraziare tutte e tutti coloro che pur non facendo parte della squadra dei soccorsi o non indossando nessuna uniforme o divisa sono stati preziosi prendendosi cura del proprio vicino, dei propri cari, dei più fragili e degli animali. Tutta questa è la comunità di cui facciamo parte. Persone che non vogliono essere sole e a cui non piace lasciar soli gli altri.


Voglio esprimere vicinanza a tutta la popolazione che ha vissuto ore di paura e a quella soprattutto che ha subito danni importanti da questo episodio alluvionale.
Grazie per aver seguito le indicazioni della protezione civile e delle autorità competenti.
Sono orgoglioso di far parte di questa comunità che sa restare unita nella necessità, che è pronta a rimboccarsi le maniche nell'emergenza ma è anche pronta a essere critica quando è utile farlo senza doversi sentire accusata di sciacallaggio. Che al momento opportuno riesce a valutare le scelte e porsi domande, metodo (la critica) degno di un modello democratico che meriti questo nome.


Quando si verificano eventi di questo tipo, si sente sempre più spesso parlare di "evento eccezionale". Quindi la prima domanda che mi pongo è: ma qual è la frequenza degli eventi eccezionali oltre la quale non è più possibile ritenerli tali?
Il caldo che ogni estate ci colpisce può essere definito eccezionale? eventi atmosferici di alta intensità sono ancora eccezionali? il rischio idrogeologico, è anch'esso eccezionale?


Dovremmo considerare che questi momenti difficili stanno ormai diventando la normalità e come tale vanno affrontati, non con soluzioni emergenziali ma con interventi strutturali e una pianificazione politica e amministrativa che abbia visione e progettualità d'insieme.


Il cambiamento climatico, accelerato da questo modello di sviluppo che ci ostiniamo a seguire, è un dato di fatto e sempre più spesso ne vediamo e subiamo le conseguenze.
Se diamo credito alla scienza, dobbiamo anche riconoscere che tali cambiamenti sono in buona misura attribuibili all'azione dell'uomo, non tanto inteso singolarmente, ma come collettività.
Dobbiamo impegnarci a limitare quelle scelte che impattano sul territorio rendendo più critica ogni situazione di emergenza.


Abbiamo assistito sui social allo 'spot' elettorale del Presidente della Regione Eugenio Giani che durante il pomeriggio di venerdì in piena allerta rossa della Protezione Civile, ha ritenuto utile fare un post di autocelebrazione sullo scolmatore.
Vorremmo chiarire che l'attuale presidente di regione non è l'attore principale di quest'opera strettamente necessaria e su cui nessuno ha mai avanzato dubbi o riserve. Riteniamo però necessario anche sottolineare che un'opera idraulica sottovalutata ma altrettanto importante è e rimane la terra non impermiabilizzata da cemento e catrame.
Senza questa dovremo progettare uno scolmatore ogni anno, visto che tutto ciò che scorre e si mantiene in superficie va immediatamente a ingrossare i corsi d'acqua e impoverisce le falde.
Su questo il presidente della regione toscana e la parte politica che lo sostiene hanno ben poco di cui vantarsi vista la loro adesione manifesta al modello "molto cemento, molto onore".


Tornando al nostro territorio ritroviamo la stessa attitudine alla contraddizione politica.
Nei momenti concitati delle cosiddette "emergenze", chi governa si appella al senso civico di ciascuno di noi e alla comunità di appartenenza.
Questo ritrovato senso di comunità però non è stato utilizzato durante la stesura del Piano Strutturale da parte dei comuni della zona, il quale è stato elaborato sulla base delle volontà di una ristretta parte della cittadinanza empolese ma avrà effetti significativi e duraturi su tutta la popolazione.


Il Piano Strutturale Intercomunale (PSI), voluto dal sindaco di Empoli e dalla maggioranza che lo sostiene in consiglio comunale, rappresenta uno sfregio al territorio e rischia di aumentare la pericolosità per futuri eventi ambientali a partire dai rischi sui reticoli idrici minori.
Lo abbiamo ribadito più volte e molti uffici e organismi regionali lo hanno confermato, ma ci siamo scontrati con un misto di sordità e celebrazione di un modello di sviluppo vetusto, superato.
Non basta dire "adesso tutti uniti nell'emergenza". Noi chiediamo alla politica di svolgere il proprio compito, ovvero di elaborare e programmare nell'interesse della collettività, non di delegare a privati e ai loro interessi particolari la programmazione del territorio, dell'economia e dei servizi essenziali.


Per affrontare e contrastare queste problematiche sempre più frequenti è necessario, oltre a dotarsi degli idonei strumenti operativi, avere la volontà e il coraggio di criticare le scelte che ci hanno portato ad accelerare e quindi a subire questi eventi atmosferici estremi.
Per questo motivo, l'azione per contrastare questa pericolosa "normalità" deve essere un'azione, questa si, "eccezionale" che provi a rallentare o meglio a fermare cementificazione, edificazione selvaggia e consumo di nuovo suolo, attuando una politica ambientale sul territorio che sia sostanziale e misurabile concretamente e non un mero spot propagandistico, impegnandoci nella cura dell'ambiente e sostenendo un'agricoltura rispettosa della natura.


Vorrei fare un'ultima riflessione in merito alla gestione dell'informazione durante l'emergenza. In questo caso la comunicazione ha funzionato ma ci sembra discutibile svilupparla quasi esclusivamente sulla rete dei social media che in casi di criticità e calamità mostra molte deficienze, soprattutto in merito all'equità dell'accesso alle informazioni che è necessario garantire.
Non riusciamo nemmeno a capire perché vengano fatte dirette FB sul profilo personale del Sindaco di Empoli e poi vengano condivise sulla pagina istituzionale del Comune di Empoli, ci sembrerebbe più logico il contrario.
E' vero abbiamo evitato l'esondazione dell'Arno e tutti si sono dati molto da fare e di nuovo ci teniamo a ringraziarli ma ci siamo comunque trovati con frazioni intere allagate. Per questo motivo ritengo siano da evitare atteggiamenti di eccessiva autocelebrazione a svantaggio di quell'umiltà che a tutti piacerebbe come componente di un buon operato per la propria città.


Dovremo capire con maggiori dettagli cosa è successo a Ponzano perché a fronte dei danni che ci sono stati non ci sembra chiara la dinamica. Dovremo affrontare la questione annosa dei sottopassi che ci creano così tante problematiche, anche in situazioni atmosferiche meno gravi di questi ultimi giorni.
Chiederemo chiarimenti sull'impossibilita di reperire i sacchi di sabbia e sul perché le casse di espansione di Fibbiana non vengano terminate.
Speriamo che il sindaco di Empoli sappia fare tesoro di queste e altre criticità emerse che una volta analizzate e risolte possono diventare parte della capacità di risposta della nostra citta, al di là delle parti politiche, a eventi drammatici come questo. Criticità che avrebbe dovuto affrontare qualsiasi sindaco si fosse trovato in questa situazione e che certo non sono direttamente conseguenza del suo operato. Un sindaco che ora avrebbe però la possibilità di agire per un coraggioso cambiamento.


C'è un tempo per tutto. C'è un tempo per essere uniti e un tempo per ribadire le differenze.
La nostra posizione politica è quella di richiedere a chi amministra il territorio meno cementificazione e più manutenzione, più casse di espansione e meno cannoni. Sì, cannoni, perché passando dal particolare al generale, dal locale al nazionale un territorio si difende e si protegge con maggior difficoltà se la politica a livello nazionale vota a favore, o si astiene al voto europeo sul superamento del patto di stabilità per le spese militari del riarmo
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