Antenna a Cortenuova, vicenda senza fine: Stop5G torna all'attacco
30-08-2025 14:52 - Cronaca
A distanza di oltre un anno dall'inizio del caso, il progetto di installazione di una nuova antenna Vodafone nella zona est della città continua a far discutere e ad alimentare polemiche. Il Comitato Stop5G di Empoli, nato proprio nel pieno delle contestazioni la scorsa primavera, ha presentato nei giorni scorsi al Comune nuove osservazioni, articolate in sei punti, chiedendo il diniego della nuova domanda presentata dal gestore il 7 agosto e l'annullamento dell'autorizzazione rilasciata per via Bertolaccini.
Secondo il Comitato, la vicenda si trascina da mesi in un clima di opacità e contraddizioni. Tutto ha avuto inizio con l'ipotesi, poi accantonata, di realizzare una Stazione Radio Base su un terreno agricolo privato, tra Cortenuova, Serravalle e Tinaia. Tra maggio e giugno 2024, in piena campagna elettorale, il caso è esploso con forza, soprattutto a Borgo, in via Chiassatelle e via Val Pusteria. Da lì è nata l'organizzazione dei cittadini contrari all'impianto. Dopo il ballottaggio del 24 giugno, il giorno successivo è arrivata in Comune una nuova richiesta di installazione, stavolta sul parcheggio di via Bertolaccini, presentata formalmente il 25 maggio ma resa pubblica solo il 7 agosto attraverso la piattaforma Antenna Trasparente. In assenza di osservazioni da parte dei residenti, l'autorizzazione è stata concessa il 6 settembre 2024.
Il Comitato, che allora aveva dato per scontata la bocciatura della domanda, ricorda i motivi della sua contrarietà: il progetto non era previsto dal Piano antenne approvato dal Consiglio comunale e, soprattutto, l'area interessata era attraversata da un importante collettore fognario, circostanza che avrebbe richiesto un nulla osta dell'Ufficio Patrimonio. “Ritenendo la domanda irricevibile – spiega il Comitato – non avevamo presentato osservazioni e ci aspettavamo un diniego. Invece, a ottobre abbiamo scoperto che l'autorizzazione era stata concessa, nonostante mancasse un requisito essenziale: la disponibilità effettiva del sito”. Da qui la scelta di promuovere una petizione cittadina per l'annullamento dell'autorizzazione, firmata da 850 empolesi e consegnata all'Amministrazione a inizio gennaio.
La risposta del Comune è arrivata solo dopo alcuni mesi. Per iscritto, e poi anche verbalmente per voce dell'assessora Laura Mannucci, gli uffici hanno confermato la regolarità del procedimento, escludendo la possibilità di revocare l'autorizzazione. Una versione che il Comitato contesta duramente: “È vero l'opposto: mancava un requisito essenziale, quindi l'autorizzazione non doveva essere rilasciata e va annullata”.
Al momento, l'antenna di via Bertolaccini non è stata realizzata, ma il via libera formale resta valido. Nel frattempo, a luglio 2025 è stato approvato il nuovo Piano antenne, che prevede un'ulteriore antenna Vodafone a poco più di 100 metri dalla prima. “Una previsione palesemente irregolare – sostengono i cittadini – perché si autorizza lo stesso gestore a collocare due impianti quasi sovrapposti, senza motivazione e senza annullare prima la precedente autorizzazione”.
Il quadro si è ulteriormente complicato con un episodio segnalato dai residenti: lo scorso 30 marzo, nel Parco di Serravalle, nei pressi di via del Fornello, sarebbero state effettuate prove penetrometriche da parte di Vodafone. Un intervento che, se compiuto senza autorizzazione comunale, rappresenterebbe un atto grave; e altrettanto grave, sostiene il Comitato, sarebbe se quelle prove fossero state autorizzate dall'Amministrazione senza la dovuta trasparenza. Non a caso, l'ultima domanda presentata da Vodafone il 7 agosto riguarda proprio quell'area, anziché il sito previsto dal Piano approvato a luglio.
Il 27 agosto il Comitato ha quindi depositato nuove osservazioni ufficiali, chiedendo tre punti fondamentali: il rigetto della domanda di autorizzazione presentata da Vodafone, l'annullamento della precedente autorizzazione di via Bertolaccini e la revisione del Piano antenne con una localizzazione alternativa meno impattante per gli abitanti di Cortenuova e via del Fornello, sempre all'interno dell'area di ricerca indicata dal gestore.
“Chiediamo ancora una volta – si legge nella lettera inviata al Comune – un approccio più rigoroso e attento alla tutela dei cittadini, in un contesto già difficile per la convivenza tra popolazione e impianti di telefonia. Non si tratta di essere contro la tecnologia, ma di garantire regole chiare, trasparenza e rispetto per chi vive quotidianamente a ridosso di queste infrastrutture”.
La vicenda resta dunque aperta. Da una parte Vodafone, decisa a installare le sue strutture per potenziare la rete; dall'altra un gruppo sempre più numeroso di cittadini che chiede chiarezza e rispetto delle regole. In mezzo, l'Amministrazione comunale, chiamata a dare risposte in un terreno scivoloso che intreccia pianificazione urbanistica, salute pubblica e diritti della comunità locale.
Secondo il Comitato, la vicenda si trascina da mesi in un clima di opacità e contraddizioni. Tutto ha avuto inizio con l'ipotesi, poi accantonata, di realizzare una Stazione Radio Base su un terreno agricolo privato, tra Cortenuova, Serravalle e Tinaia. Tra maggio e giugno 2024, in piena campagna elettorale, il caso è esploso con forza, soprattutto a Borgo, in via Chiassatelle e via Val Pusteria. Da lì è nata l'organizzazione dei cittadini contrari all'impianto. Dopo il ballottaggio del 24 giugno, il giorno successivo è arrivata in Comune una nuova richiesta di installazione, stavolta sul parcheggio di via Bertolaccini, presentata formalmente il 25 maggio ma resa pubblica solo il 7 agosto attraverso la piattaforma Antenna Trasparente. In assenza di osservazioni da parte dei residenti, l'autorizzazione è stata concessa il 6 settembre 2024.
Il Comitato, che allora aveva dato per scontata la bocciatura della domanda, ricorda i motivi della sua contrarietà: il progetto non era previsto dal Piano antenne approvato dal Consiglio comunale e, soprattutto, l'area interessata era attraversata da un importante collettore fognario, circostanza che avrebbe richiesto un nulla osta dell'Ufficio Patrimonio. “Ritenendo la domanda irricevibile – spiega il Comitato – non avevamo presentato osservazioni e ci aspettavamo un diniego. Invece, a ottobre abbiamo scoperto che l'autorizzazione era stata concessa, nonostante mancasse un requisito essenziale: la disponibilità effettiva del sito”. Da qui la scelta di promuovere una petizione cittadina per l'annullamento dell'autorizzazione, firmata da 850 empolesi e consegnata all'Amministrazione a inizio gennaio.
La risposta del Comune è arrivata solo dopo alcuni mesi. Per iscritto, e poi anche verbalmente per voce dell'assessora Laura Mannucci, gli uffici hanno confermato la regolarità del procedimento, escludendo la possibilità di revocare l'autorizzazione. Una versione che il Comitato contesta duramente: “È vero l'opposto: mancava un requisito essenziale, quindi l'autorizzazione non doveva essere rilasciata e va annullata”.
Al momento, l'antenna di via Bertolaccini non è stata realizzata, ma il via libera formale resta valido. Nel frattempo, a luglio 2025 è stato approvato il nuovo Piano antenne, che prevede un'ulteriore antenna Vodafone a poco più di 100 metri dalla prima. “Una previsione palesemente irregolare – sostengono i cittadini – perché si autorizza lo stesso gestore a collocare due impianti quasi sovrapposti, senza motivazione e senza annullare prima la precedente autorizzazione”.
Il quadro si è ulteriormente complicato con un episodio segnalato dai residenti: lo scorso 30 marzo, nel Parco di Serravalle, nei pressi di via del Fornello, sarebbero state effettuate prove penetrometriche da parte di Vodafone. Un intervento che, se compiuto senza autorizzazione comunale, rappresenterebbe un atto grave; e altrettanto grave, sostiene il Comitato, sarebbe se quelle prove fossero state autorizzate dall'Amministrazione senza la dovuta trasparenza. Non a caso, l'ultima domanda presentata da Vodafone il 7 agosto riguarda proprio quell'area, anziché il sito previsto dal Piano approvato a luglio.
Il 27 agosto il Comitato ha quindi depositato nuove osservazioni ufficiali, chiedendo tre punti fondamentali: il rigetto della domanda di autorizzazione presentata da Vodafone, l'annullamento della precedente autorizzazione di via Bertolaccini e la revisione del Piano antenne con una localizzazione alternativa meno impattante per gli abitanti di Cortenuova e via del Fornello, sempre all'interno dell'area di ricerca indicata dal gestore.
“Chiediamo ancora una volta – si legge nella lettera inviata al Comune – un approccio più rigoroso e attento alla tutela dei cittadini, in un contesto già difficile per la convivenza tra popolazione e impianti di telefonia. Non si tratta di essere contro la tecnologia, ma di garantire regole chiare, trasparenza e rispetto per chi vive quotidianamente a ridosso di queste infrastrutture”.
La vicenda resta dunque aperta. Da una parte Vodafone, decisa a installare le sue strutture per potenziare la rete; dall'altra un gruppo sempre più numeroso di cittadini che chiede chiarezza e rispetto delle regole. In mezzo, l'Amministrazione comunale, chiamata a dare risposte in un terreno scivoloso che intreccia pianificazione urbanistica, salute pubblica e diritti della comunità locale.