“Per Santa Caterina o neve o brina”, per il gelo c'è ancora tempo
22-11-2025 10:50 - Opinioni
di Gordon Baldacci
Siamo allora di fronte ad una ondata di gelo, apripista di un nuovo capitolo climatico? Ovviamente no, ed è per questo che andremo un po' a ritroso nel tempo, a capire quanto di eccezionale c'è in questa fase fredda (e non gelida) che ci terrà compagnia per alcuni giorni, forse anche fino ad una settimana. Nel solito consueto viaggio nel clima del passato, ho fatto più volte riferimento a tanti modi di dire, proverbi sulle stagioni, sui santi, ed anche in questo caso, la saggezza popolare dei nostri nonni e bisnonni, troppo spesso oggi scambiata per folklore, ci viene incontro e ci da alcuni segnali netti e chiari. Il 25 novembre si festeggia Santa Caterina d'Alessandria, una martire che nella sua opera di Fede, riuscì a convertire tutti meno che il suo aguzzino, ovvero l'imperatore.
Narra la storia che egli, colpito da tanta fermezza e determinazione, la convocò per farla convincere dai ragionamenti dei suoi retori e filosofi, che però furono confutati dalla sapienza della giovane cristiana; i sapienti si convertirono e per questo furono arsi vivi. Il sovrano tentò di sedurla con l'offerta di matrimoni illustri e di ricchezze, ma ricevette solo rifiuti; la fece perciò imprigionare. Fu visitata anche dall'imperatrice e dal capo della corte che, colpiti dalle parole di Caterina, si convertirono con 200 soldati. L'imperatore la fece quindi sottoporre al supplizio delle ruote puntute: ma l'intervento di un angelo la salvò, mentre le ruote spezzatesi colpirono molti soldati. L'imperatrice stessa, dichiaratasi cristiana, venne sottoposta a tortura e decapitata. Anche per Caterina fu decretata la morte per decapitazione: mentre il suo capo veniva reciso, dal collo sgorgò latte e subito gli angeli trasportarono il suo corpo sul Monte Sinai, dove venne inumata. Una storia di violenza inaudita e che portò poi a farla raffigurare dagli artisti con una corona di spine, la stessa che diverrà poi simbolo del proverbio che ci riguarderà per determinare questo periodo climatico. Dice la massima “Per Santa Caterina, la neve sulla spina”, proponendoci un'immagine in cui durante le processioni dedicate alla santa, la neve che cade deve essere così copiosa da coprire appunto anche le “spine” della sua corona. Un proverbio che si riscontra tanto nei dialetti del nord, (dal bergamasco al veneto passando per il giuliano) e che prosegue dritto verso sud, dove il culto della santa è famoso sia nella Puglia che nella Basilicata. Pur con vocali e lettere ovviamente attinenti agli idiomi locali, tutti fanno riferimento al fatto che la neve a fine novembre, è una realtà climatica normalissima.
“A santa Caterina, le giornate s'accorciano un passo di gallina”. Siamo ormai sempre più vicini al Solstizio d'inverno, le giornate diminuiscono sempre di meno, e quindi le luci della rinascita del sole attorno al solstizio, ci ricordano che un nuovo ciclo ricomincia, e di lì a poco un nuovo anno civile.
In questi ultimi anni, non solo nel 2025: vuoi per il clima che ci ha permesso di andare al mare volendo anche nei primi giorni di novembre, vuoi perché sarebbe il mese delle piogge e invece soprattutto quest'anno sono davvero pochi i giorni che si sono rivelati grigi e bui; l'arrivo nelle nostre città (tutte nessuna esclusa) dei villaggi natalizi a metà mese, hanno in qualche modo impedito a noi tutti, quel periodo di oscurità, di nebbie mattutine, di grigiori pomeridiani, che di solito erano periodo di intervallo, fra gli ultimi fasti dell'autunno e le luci scintillanti del Natale. Come direbbe una vecchia pubblicità: si è persa l'atmosfera, e non solo quella che misuriamo in ettopascal e masse bariche noi climatologi. Concausa il clima che cambia, ci stiamo perdendo le foglie che seccano, (tante cadevano per protezione da parte delle piante ad agosto), le prime nebbie, resta il buio che arriva presto, (almeno l'asse terrestre per adesso non è cambiato).Tutti elementi che non devono essere visti come spauracchi, sono parte del ciclo delle stagioni.
Questo fatto di passare seppur per motivi ludici ed anche diciamolo economici, dal bagnasciuga al Natale, eliminando quei periodi di transizione, anche a livello di comunità locale, che regalano l'atmosfera di un autunno un po' velato, stanno rendendo la ciclicità degli eventi un susseguirsi frenetico, quasi una nevrosi. Resistono e sono una bellissima realtà ad esempio ad Empoli i Concerti di Sant'Andrea, ma in parte vengono giocoforza risucchiati dalla Città del Natale che inizia a metà novembre. Spostarne l'inaugurazione magari al 30 novembre, giorno del santo patrono legherebbe maggiormente la nostra storia e le iniziative attuali. Natale si, ma non così.
Girano da alcuni giorni, previsioni allarmanti su una possibile ondata di gelo, che andrebbe ad attraversare la nostra Penisola da nord a sud, portando sovente la neve a quote basse, addirittura a quote pianeggianti. A tutto ciò nel tritacarne mediatico va ad inserirsi l'eccezionalità di questa fase, quasi a presentarci un quadro meteorologico singolare, nuovo, lontano anni luce da quelle anomalie termiche che fino a due settimane fa coloravano di rosso le mappe di mezza Europa.
Siamo allora di fronte ad una ondata di gelo, apripista di un nuovo capitolo climatico? Ovviamente no, ed è per questo che andremo un po' a ritroso nel tempo, a capire quanto di eccezionale c'è in questa fase fredda (e non gelida) che ci terrà compagnia per alcuni giorni, forse anche fino ad una settimana. Nel solito consueto viaggio nel clima del passato, ho fatto più volte riferimento a tanti modi di dire, proverbi sulle stagioni, sui santi, ed anche in questo caso, la saggezza popolare dei nostri nonni e bisnonni, troppo spesso oggi scambiata per folklore, ci viene incontro e ci da alcuni segnali netti e chiari. Il 25 novembre si festeggia Santa Caterina d'Alessandria, una martire che nella sua opera di Fede, riuscì a convertire tutti meno che il suo aguzzino, ovvero l'imperatore.
Narra la storia che egli, colpito da tanta fermezza e determinazione, la convocò per farla convincere dai ragionamenti dei suoi retori e filosofi, che però furono confutati dalla sapienza della giovane cristiana; i sapienti si convertirono e per questo furono arsi vivi. Il sovrano tentò di sedurla con l'offerta di matrimoni illustri e di ricchezze, ma ricevette solo rifiuti; la fece perciò imprigionare. Fu visitata anche dall'imperatrice e dal capo della corte che, colpiti dalle parole di Caterina, si convertirono con 200 soldati. L'imperatore la fece quindi sottoporre al supplizio delle ruote puntute: ma l'intervento di un angelo la salvò, mentre le ruote spezzatesi colpirono molti soldati. L'imperatrice stessa, dichiaratasi cristiana, venne sottoposta a tortura e decapitata. Anche per Caterina fu decretata la morte per decapitazione: mentre il suo capo veniva reciso, dal collo sgorgò latte e subito gli angeli trasportarono il suo corpo sul Monte Sinai, dove venne inumata. Una storia di violenza inaudita e che portò poi a farla raffigurare dagli artisti con una corona di spine, la stessa che diverrà poi simbolo del proverbio che ci riguarderà per determinare questo periodo climatico. Dice la massima “Per Santa Caterina, la neve sulla spina”, proponendoci un'immagine in cui durante le processioni dedicate alla santa, la neve che cade deve essere così copiosa da coprire appunto anche le “spine” della sua corona. Un proverbio che si riscontra tanto nei dialetti del nord, (dal bergamasco al veneto passando per il giuliano) e che prosegue dritto verso sud, dove il culto della santa è famoso sia nella Puglia che nella Basilicata. Pur con vocali e lettere ovviamente attinenti agli idiomi locali, tutti fanno riferimento al fatto che la neve a fine novembre, è una realtà climatica normalissima.
In alcune zone del grossetano e del senese, si registra anche un modo diverso di approcciare al tema ma sempre indicativo del fatto che a fine novembre la neve sia abbastanza probabile anche a quote relativamente basse. “Per Santa Caterina la neve alla collina”. Abbiamo appurato quindi che per secoli veder cadere e a quote piuttosto basse cumulare la neve, non è assolutamente un fatto improbabile. Ed anche negli ultimi decenni, pur con l'inserimento del cambiamento climatico talvolta a sballare medie settimanali e mensili, con la fine di novembre l'inverno a più volte ha bussato alle nostre porte, salvo poi illuderci che sarebbe tornato nelle settimane successive. Questo è accaduto negli ultimi venticinque anni quattordici volte, le cui ultime nove in forma consecutiva dal 2016. Insomma il generale Inverno alza la voce, raduna le truppe e poi? l'esercito non marcia, perché?
L'inizio della stagione invernale un po' come per la parte estiva, è frutto di manovre meridiane, che per semplificare e di molto, tanti siti web descrivono appunto come “sciabolate” o “colate artiche” proprio perché vengono a scivolare verso sud, masse di aria più fredda, raggiungendo talvolta persino le zone meridionali della Spagna e della Grecia. Ovviamente per far “hype” si parla di gelo, ma tecnicamente dobbiamo definirlo freddo, poiché per considerarsi “gelida” una fase fredda deve portare valori sia minimi che massimi sotto lo zero; cosa decisamente improbabile nei prossimi giorni un po' ovunque. Senza contare che fra una massa d'aria e la successiva, avendo ancora un surplus termico piuttosto alto da smaltire nei mari attorno a noi, è difficile poter mantenere un clima così freddo da aprire ad una lunga fase invernale.
Appurato quindi che non siamo di fronte a nessun fenomeno particolare, ma piuttosto in uno dei tanti eventi climatici che da secoli la natura ci propone nei suoi corsi e ricorsi storici, dobbiamo fare anche altre valutazioni. Sempre tornando ai proverbi di un passato ancestrale e lontano, si scopre che: “Per Santa Caterina o neve o brina” quindi con un minore irraggiamento e una maggiore escursione termica sarebbe normale amministrazione svegliarsi al mattino con la brina nei campi e sul parabrezza delle nostre auto. Fatto che invece, salvo locali zone più esposte, anche nei giorni d'intervallo più sereni, nei prossimi giorni difficilmente avremo. Ma ci sono anche altri esempi paradossali. Cieli sereni? “L'estate di santa Caterina, dura dalla sera alla mattina”. Se piove “Per Santa Caterina quaranta giorni di cantina” (perché resterebbe instabile per molto tempo. Senza contare che siamo ad un mese esatto dal Natale e quindi si pensa che ” Come Caterina caterineggia, Natale nataleggia”. (Il tempo sarà uguale a Natale)
Trattandosi di un periodo in cui, l'inverno non è ancora entrato appieno, l'autunno dovrebbe vivere la sua fase più piovosa e l'anticiclone al massimo garantire si e uno 24/48 ore di stabilità, appare chiaro che i nostri predecessori, abbiano in qualche modo trovato un proverbio, una soluzione a prescindere pur di incasellare il clima dell'ultima decade del mese di novembre. Infine un ultimo detto che a me piace molto e che credo ci dovrebbe portare a riflettere tutti un po' di più.
Trattandosi di un periodo in cui, l'inverno non è ancora entrato appieno, l'autunno dovrebbe vivere la sua fase più piovosa e l'anticiclone al massimo garantire si e uno 24/48 ore di stabilità, appare chiaro che i nostri predecessori, abbiano in qualche modo trovato un proverbio, una soluzione a prescindere pur di incasellare il clima dell'ultima decade del mese di novembre. Infine un ultimo detto che a me piace molto e che credo ci dovrebbe portare a riflettere tutti un po' di più.
“A santa Caterina, le giornate s'accorciano un passo di gallina”. Siamo ormai sempre più vicini al Solstizio d'inverno, le giornate diminuiscono sempre di meno, e quindi le luci della rinascita del sole attorno al solstizio, ci ricordano che un nuovo ciclo ricomincia, e di lì a poco un nuovo anno civile.
In questi ultimi anni, non solo nel 2025: vuoi per il clima che ci ha permesso di andare al mare volendo anche nei primi giorni di novembre, vuoi perché sarebbe il mese delle piogge e invece soprattutto quest'anno sono davvero pochi i giorni che si sono rivelati grigi e bui; l'arrivo nelle nostre città (tutte nessuna esclusa) dei villaggi natalizi a metà mese, hanno in qualche modo impedito a noi tutti, quel periodo di oscurità, di nebbie mattutine, di grigiori pomeridiani, che di solito erano periodo di intervallo, fra gli ultimi fasti dell'autunno e le luci scintillanti del Natale. Come direbbe una vecchia pubblicità: si è persa l'atmosfera, e non solo quella che misuriamo in ettopascal e masse bariche noi climatologi. Concausa il clima che cambia, ci stiamo perdendo le foglie che seccano, (tante cadevano per protezione da parte delle piante ad agosto), le prime nebbie, resta il buio che arriva presto, (almeno l'asse terrestre per adesso non è cambiato).Tutti elementi che non devono essere visti come spauracchi, sono parte del ciclo delle stagioni.
Questo fatto di passare seppur per motivi ludici ed anche diciamolo economici, dal bagnasciuga al Natale, eliminando quei periodi di transizione, anche a livello di comunità locale, che regalano l'atmosfera di un autunno un po' velato, stanno rendendo la ciclicità degli eventi un susseguirsi frenetico, quasi una nevrosi. Resistono e sono una bellissima realtà ad esempio ad Empoli i Concerti di Sant'Andrea, ma in parte vengono giocoforza risucchiati dalla Città del Natale che inizia a metà novembre. Spostarne l'inaugurazione magari al 30 novembre, giorno del santo patrono legherebbe maggiormente la nostra storia e le iniziative attuali. Natale si, ma non così.
Mi consola sapere che tutto questo non è passato inosservato. Mi ha colpito molto un post pubblico su facebook di una cara amica empolese, la quale scrive: “Voglio godermi in pace il canto del pettirosso che ritorna, i tramonti violacei, Orione che mi sovrasta nel cielo serale, il caffellatte coi biscotti che sostituisce lo yogurt della mattina. Le rutilanti e artificiose paccottiglie natalizie, ora, mi feriscono gli occhi: il mio Natale è altrove, e ancora non è il suo tempo.”
Il Natale come il gelo, e l'inverno, arriveranno quando sarà il loro momento. Si spera.






