Caso Cocci, svolta nelle indagini: sotto esame le stampanti dello studio Poggianti
30-11-2025 13:26 - Primo piano
La vicenda che ha sconvolto la politica locale di Prato ma anche quella empolese, sembra essere giunta a una svolta decisiva. Per mesi, Tommaso Cocci, avvocato ed ex capogruppo di Fratelli d'Italia nel consiglio comunale di Prato, è stato vittima di una serie di attacchi tanto diffamatori quanto sconvolgenti. Immagini a sfondo sessuale che lo ritraevano, e che sono state diffuse tramite lettere anonime, hanno danneggiato irreparabilmente la sua reputazione e la sua vita privata. Le immagini venivano inviate a più esponenti del suo stesso partito, nel tentativo di screditarlo, dipingendolo anche come consumatore di droghe e interessato alla pedofilia.
Oggi, grazie agli sviluppi delle indagini e all'analisi tecnica di alcuni dispositivi elettronici, sembra che la Procura di Prato, guidata dal procuratore Luca Tescaroli, possa essere finalmente in grado di individuare i responsabili di questa campagna diffamatoria che ha scosso la politica locale. A svelare i nuovi sviluppi è un articolo giornalistico apparso sulla cronaca fiorentina del quotidiano La Repubblica di oggi, domenica 30 novembre
Il caso ha già visto il coinvolgimento di due figure di spicco: Claudio Belgiorno, consigliere comunale prima del commissariamento del Comune di Prato, e Andrea Poggianti, vicepresidente del consiglio comunale di Empoli ed ex esponente di Fratelli d'Italia. Entrambi sono sotto inchiesta e sono stati oggetto di perquisizioni e sequestri di dispositivi elettronici: cellulari, PC e hard disk, nell’intento di rintracciare eventuali tracce delle immagini originali e di eventuali alterazioni.
Proprio dai dispositivi di Poggianti sarebbero emerse delle foto di nudo, compatibili con almeno tre delle immagini incriminate. Sebbene queste fotografie fossero in fase di cancellazione dai dispositivi, gli inquirenti sono riusciti a rinvenire tracce residue che potrebbero rappresentare un elemento fondamentale per il prosieguo delle indagini.
A questo punto, le indagini si spostano su un nuovo fronte. Gli inquirenti, infatti, hanno deciso di approfondire l’analisi delle stampanti in uso a Poggianti, sia nel suo studio che a casa. L'obiettivo è verificare se proprio da quelle apparecchiature siano uscite le immagini che hanno fatto il giro delle lettere anonime.
I consulenti tecnici saranno chiamati a esaminare con estrema attenzione le stampanti, dalla registrazione dei processi di stampa alle eventuali tracce residue. Saranno effettuate anche stampe di prova per verificare eventuali corrispondenze tra le immagini digitali e quelle stampate. Se l’esame dovesse confermare una corrispondenza, gli inquirenti potrebbero avere tra le mani nuovi e decisivi elementi d'accusa.
Secondo la Procura, lo scopo di questa operazione diffamatoria sarebbe stato quello di estorcere a Cocci l’abbandono della politica, o quanto meno di ostacolare la sua corsa alle elezioni regionali, che si sarebbero dovute svolgere nei mesi successivi. La data delle lettere anonime, infatti, va dall'ottobre del 2024 fino allo scorso settembre, quando il caso è stato finalmente portato alla luce.
Gli inquirenti ritengono che Belgiorno avesse un interesse politico diretto nel voler screditare Cocci, in quanto il suo obiettivo era quello di candidarsi nello stesso collegio dell'ex capogruppo di Fratelli d'Italia. Per quanto riguarda Poggianti, l’accusa ipotizza che alla base dei suoi attacchi ci fossero rancori di natura personale, forse legati a precedenti tensioni politiche o personali con Cocci.
Oggi, grazie agli sviluppi delle indagini e all'analisi tecnica di alcuni dispositivi elettronici, sembra che la Procura di Prato, guidata dal procuratore Luca Tescaroli, possa essere finalmente in grado di individuare i responsabili di questa campagna diffamatoria che ha scosso la politica locale. A svelare i nuovi sviluppi è un articolo giornalistico apparso sulla cronaca fiorentina del quotidiano La Repubblica di oggi, domenica 30 novembre
Il caso ha già visto il coinvolgimento di due figure di spicco: Claudio Belgiorno, consigliere comunale prima del commissariamento del Comune di Prato, e Andrea Poggianti, vicepresidente del consiglio comunale di Empoli ed ex esponente di Fratelli d'Italia. Entrambi sono sotto inchiesta e sono stati oggetto di perquisizioni e sequestri di dispositivi elettronici: cellulari, PC e hard disk, nell’intento di rintracciare eventuali tracce delle immagini originali e di eventuali alterazioni.
Proprio dai dispositivi di Poggianti sarebbero emerse delle foto di nudo, compatibili con almeno tre delle immagini incriminate. Sebbene queste fotografie fossero in fase di cancellazione dai dispositivi, gli inquirenti sono riusciti a rinvenire tracce residue che potrebbero rappresentare un elemento fondamentale per il prosieguo delle indagini.
A questo punto, le indagini si spostano su un nuovo fronte. Gli inquirenti, infatti, hanno deciso di approfondire l’analisi delle stampanti in uso a Poggianti, sia nel suo studio che a casa. L'obiettivo è verificare se proprio da quelle apparecchiature siano uscite le immagini che hanno fatto il giro delle lettere anonime.
I consulenti tecnici saranno chiamati a esaminare con estrema attenzione le stampanti, dalla registrazione dei processi di stampa alle eventuali tracce residue. Saranno effettuate anche stampe di prova per verificare eventuali corrispondenze tra le immagini digitali e quelle stampate. Se l’esame dovesse confermare una corrispondenza, gli inquirenti potrebbero avere tra le mani nuovi e decisivi elementi d'accusa.
Secondo la Procura, lo scopo di questa operazione diffamatoria sarebbe stato quello di estorcere a Cocci l’abbandono della politica, o quanto meno di ostacolare la sua corsa alle elezioni regionali, che si sarebbero dovute svolgere nei mesi successivi. La data delle lettere anonime, infatti, va dall'ottobre del 2024 fino allo scorso settembre, quando il caso è stato finalmente portato alla luce.
Gli inquirenti ritengono che Belgiorno avesse un interesse politico diretto nel voler screditare Cocci, in quanto il suo obiettivo era quello di candidarsi nello stesso collegio dell'ex capogruppo di Fratelli d'Italia. Per quanto riguarda Poggianti, l’accusa ipotizza che alla base dei suoi attacchi ci fossero rancori di natura personale, forse legati a precedenti tensioni politiche o personali con Cocci.






