Congelati gli accorpamenti scolastici chiesti dal governo
02-12-2025 19:46 - Circondiario
La Regione Toscana congela i 16 accorpamenti scolastici richiesti dal Ministero per l’anno 2026/2027, una decisione formalmente recepita ma sospesa in via cautelativa dalla Giunta, che mantiene al momento invariato il numero delle 466 autonomie oggi presenti sul territorio. Il provvedimento arriva al termine di settimane di proteste da parte di scuole, studenti e comunità locali, tra cui l’Istituto comprensivo di Capraia e Limite e il liceo Michelangiolo di Firenze, realtà che si erano mobilitate contro un piano considerato penalizzante per la tenuta dei servizi educativi. La sospensione è motivata soprattutto dall’attesa dell’esito del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica e dai ricorsi già inviati alla Corte costituzionale: la Regione contesta infatti il metodo con cui il Ministero ha definito il numero dei tagli, basandosi su una stima della popolazione scolastica anziché sui dati reali comunicati dall’Ufficio scolastico regionale, che evidenziano circa ottomila studentesse e studenti in più rispetto alle proiezioni ministeriali. Un divario ritenuto decisivo per valutare l’opportunità degli accorpamenti e che, secondo la Toscana, rende necessario un chiarimento formale prima di procedere a scelte che avrebbero ricadute profonde sull’organizzazione della rete scolastica. La Giunta sottolinea inoltre un’altra criticità: la totale assenza di un confronto preventivo tra Governo e Regioni, aspetto che l’assessora all’istruzione Alessandra Nardini definisce un vulnus istituzionale. La Regione chiede quindi non soltanto una revisione dei numeri, ma l’apertura di un tavolo di dialogo che finora non ha mai avuto luogo. Nel frattempo, la delibera approvata recepisce le indicazioni provinciali e dispone gli accorpamenti previsti – 4 a Lucca, 3 a Massa Carrara, 3 a Pistoia, 2 a Firenze, 2 a Grosseto e 2 a Siena – ma contestualmente li sospende per “gravi motivi” come previsto dalla normativa amministrativa. Resta inoltre aperta l’incognita del potere sostitutivo dello Stato: il Governo potrebbe imporre comunque i tagli, potrebbe riformulare il piano o scegliere di riaprire il confronto. La Regione auspica quest’ultima via e, in attesa della legge finanziaria, il presidente Eugenio Giani richiama i parlamentari toscani a sostenere emendamenti che riconoscano l’inopportunità di ulteriori riduzioni di autonomia scolastica, come già accaduto nelle ultime due annualità. «La Toscana ha già effettuato negli anni passati un dimensionamento serio e coerente, anche attraverso la creazione di istituti comprensivi – ribadisce Nardini –. Oggi ci troviamo di fronte a tagli che non tengono conto della realtà delle nostre scuole». La richiesta finale è chiara: fermare un ridimensionamento considerato dannoso e riportare la discussione su un terreno istituzionale solido, basato su dati certi, ascolto dei territori e una visione del sistema scolastico che metta al centro il lavoro quotidiano di chi la scuola la vive, la dirige e la sostiene.






