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Csa Intifada:"Bene l'apertura del La Perla, ma gestione calata dall'alto"

12-11-2025 08:12 - Cronaca
Quando riapre un cinema è sempre una buona notizia, ma non mancano le polemiche attorno alla gestione de La Perla, lo storico spazio cinematografico di Empoli. A intervenire nel dibattito è il CSA Intifada, realtà autogestita nata nel 1988 a Ponte a Elsa, che in un comunicato diffuso in questi giorni ha espresso soddisfazione per la rinascita di un presidio culturale cittadino, ma anche forti perplessità sul percorso che ha portato alla sua riapertura.

“Empoli non ha mai brillato per una politica culturale giovanile degna di questo nome – scrive il collettivo – e per questo 37 anni fa occupammo lo stabile di Ponte a Elsa, dando vita al centro sociale autogestito Intifada”.

Secondo gli attivisti, la gestione del cinema sarebbe stata “calata dall'alto”, senza un reale coinvolgimento del tessuto associativo locale. In particolare, nel comunicato si sottolinea la scelta dell'amministrazione comunale di affidare la direzione a un'associazione esterna al territorio, con un investimento pubblico stimato intorno ai 200 mila euro.

“Come Intifada – si legge ancora – non avevamo alcuna aspettativa né interesse a gestire il cinema, ma crediamo che l'intero associazionismo empolese si sia chiesto se fosse davvero necessario appaltare la gestione a chi non ha radici qui”.

Il centro sociale, che quest'anno celebra 37 anni di attività, rivendica la propria storia di autogestione e di “pratiche dal basso”, distanziandosi da quella che definisce una “versione edulcorata dell'occupazione”, riferendosi alla Srl che si occuperà del rilancio della sala.

“Il nostro linguaggio è un altro – concludono – fatto di solidarietà, campagne informative, azione diretta e autogestione. Da sempre senza padrini e senza padroni.”

La riapertura de La Perla, attesa da tempo in città, segna dunque un momento importante per la vita culturale empolese, ma riporta anche alla luce un dibattito aperto: quello sul ruolo delle istituzioni e dei soggetti indipendenti nella gestione degli spazi culturali, tra autonomia, partecipazione e controllo pubblico.