Di Stefano (FdI): “Droga, allarme nell’Empolese-Valdelsa: i dati DCSA raccontano nuovi scenari e criticità diffuse”
25-10-2025 08:56 - Politica
di Danilo di Stefano (*)
La Relazione annuale 2025 (dati 2024) della DCSA - Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza, presentata lo scorso 1° ottobre, non è solo un documento tecnico: è una lente che ci permette di leggere il presente dei nostri territori. Dietro le cifre – oltre 21.000 operazioni antidroga, quasi 28.000 persone segnalate, 59 tonnellate di stupefacenti sequestrati in Italia a fronte delle 89 tonnellate sequestrate nel 2023, 231 le vittime nel 2024 in leggero aumento rispetto al 2023 di cui il 35% legato all’uso di cocaina – ci sono fenomeni che toccano da vicino anche la realtà dell’Empolese-Valdelsa, dove lo spaccio di prossimità, i micro-traffici e le nuove forme di consumo giovanile rappresentano un allarme sociale prima ancora che criminale. La relazione spiega bene come stiano cambiando rotte e modus operandi: meno uso dei grandi porti iper-controllati, più scali secondari e carichi frammentati. Anche così si spiega il calo dei sequestri di stupefacenti nel 2024 rispetto al 2023. Questo vuol dire una diversa logistica criminale, favorita da connivenze negli scali e dall’uso di crittocomunicazioni e piattaforme online fino allo spaccio minuto. Sul versante delle sostanze, la DCSA segnala maggiore produzione globale di cocaina, crescente consumo di crack anche tra i minori, meno eroina in circolazione, il rischio di oppiodi sintetici (i c.d. nitazeni) che rappresentano una classe di oppioidi estremamente potenti, e la proliferazione di droghe sintetiche/NPS (Nuove Sostanze psicoattive) prodotte in laboratori clandestini (+418,90% i sequestri tra dosi e compresse) spesso acquistate via e-commerce e recapitate a domicilio, l’aumento degli arresti di minori per spaccio (+87%). È la “nuova normalità” che impone indagini tecnologiche, task force interforze e patti locali di sicurezza orientati ai punti caldi dello spaccio e alle aree di consegna. Tra i giovani, nel 2024, preoccupa il consumo di cannabinoidi molto potenti come lo “skunk” (una varietà di cannabis ibrida nota per il suo alto contenuto di THC), così come preoccupa la continua trasformazione qualitativa dei mercati dello spaccio e del consumo di droghe e la proliferazione di nuove sostanze difficili da intercettare. Tradotto: la prevenzione funziona se è continua, misurabile e integrata con scuola, sport e comunità educante, ma da sola non basta. Proprio su questo punto è intervenuto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche antidroga, Alfredo Mantovano, ricordando che «la vera svolta culturale è convincersi che la droga fa male, ogni droga fa male»; e sottolineando come la distinzione tra droghe leggere e pesanti non abbia oggi alcuna base scientifica, perché il principio attivo della cannabis è passato «dal 2% di quarant’anni fa a una media che oggi sfiora il 30%», rendendo potenzialmente devastante l’assunzione in età adolescenziale. Negli ultimi anni, anche nelle nostre città – Empoli, Castelfiorentino, Montelupo, Vinci, Capraia e Limite, Fucecchio – i controlli delle Forze dell’ordine hanno spesso messo in luce la presenza di piccoli centri di smistamento della droga: aree di parcheggio, giardini pubblici, stazioni ferroviarie, aree boschive, perfino spazi di quartiere apparentemente “tranquilli”. È un sistema diffuso, fluido, che sfrutta le stesse caratteristiche del territorio – la sua rete di collegamenti, la presenza di snodi logistici, la vicinanza con la grande area metropolitana fiorentina – per muovere dosi, contatti e denaro. I dati della DCSA 2025 ci dicono che il narcotraffico sta cambiando pelle: meno grandi carichi, più frammentazione, con rotte decentralizzate e canali digitali che favoriscono anche i piccoli spacciatori. Questo vale anche per l’Empolese-Valdelsa, dove il confine tra centro e periferia è ormai sfumato. I dati delle forze dell’ordine e la cronaca giornalistica ci dicono che la droga arriva attraverso reti mobili e “micro-corrieri”, spesso giovanissimi, che sfruttano social network e chat criptate. È un quadro che richiede strumenti nuovi e collaborazione tra istituzioni. Per questo serve una presenza costante delle forze di polizia e della Polizia Municipale nelle zone sensibili: stazioni, parchi, aree scolastiche, zone commerciali e di ritrovo serale. Pensiamo, ad esempio: al centro cittadino, alla zona della stazione/Ponzano, al Parco della Rimembranza dove erano arrivati a bucarsi in pieno giorno, a Empoli; al piazzale della stazione di Castelfiorentino; al Parco dell’Ambrogiana a Montelupo Fiorentino; alle aree scolastiche di Fucecchio e Vinci; nonché all’area boschiva delle Cerbaie sempre a Fucecchio; dove, negli ultimi mesi, si sono registrate segnalazioni di spaccio e consumo o l’aumentato allarme per la crescita e la pericolosità del fenomeno. Non bastano blitz occasionali: occorre un modello di presidio continuo, anche serale, con pattugliamenti misti, unità cinofile e controlli mirati ai flussi di arrivo e partenza. Se la DCSA, con prevalente riferimento alle attività d’indagine ad ampio respiro, afferma chiaramente che l’uso della tecnologia è ormai decisivo nel contrasto al traffico di droga, anche a livello locale occorre fare rete e ricorso alla tecnologia: una videosorveglianza interconnessa tra i Comuni dell’Empolese-Valdelsa per sfruttare al meglio le potenzialità dell’Unione, lettura targhe e un centro operativo condiviso. Troppe volte le telecamere non funzionano, i sistemi non dialogano e le immagini non arrivano in tempo reale alle forze di polizia. La tecnologia deve diventare il prolungamento della presenza umana, non un surrogato di sicurezza. La relazione della DCSA rende noti dati che ci interpellano come comunità. La prevenzione non può essere solo un convegno o una campagna spot: servono sportelli di ascolto nelle scuole, formazione per insegnanti e genitori, collaborazioni con le società sportive e i centri di aggregazione. Empoli, per la sua dimensione territoriale e la sua vocazione di città scolastica, può diventare un laboratorio di prevenzione integrata, dove Comune, scuole, Asl e associazioni lavorano insieme per riconoscere e segnalare precocemente le situazioni a rischio. Oggi più che mai, il tema della droga non può essere confinato ai grandi centri urbani o alle cronache nazionali. È un fenomeno locale, concreto, che si combatte solo con un sistema di sicurezza integrato. Come Fratelli d’Italia, crediamo che la vera sfida sia costruire un modello di “sicurezza di prossimità”, fatto di coordinamento tra istituzioni, controllo del territorio, uso intelligente dei dati e responsabilità educativa. Perché la sicurezza non è una bandiera politica, ma una condizione di libertà: quella che permette a una città di crescere, lavorare e vivere senza paura.
(*) Danilo di Stefano è consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Empoli






