Dialogo e impegno contro il blocco Usa su Cuba: ospite in città il parlamentare Hernandez
02-07-2025 18:22 - Cronaca
Un incontro culturale, ma anche politico. Dal respiro internazionale e con ricadute locali. È questo il significato dell’incontro promosso e organizzato dal gruppo consiliare Buongiorno Empoli – Siamo Empoli con Gerardo Hernández Nordelo, parlamentare cubano e militante del Partito Comunista di Cuba. Alla base dell’evento, un solido legame di amicizia e solidarietà costruito negli anni, grazie all’Associazione di Amicizia Italia-Cuba, attiva anche a Empoli.
«Abbiamo approfittato della presenza di Hernández in Italia – spiega Leonardo Masi capogruppo di Buongiorno Empoli-Siamo Empoli durante l’incontro svoltosi in Comune – per rafforzare i legami di amicizia e di scambio tra noi e Cuba. Ma soprattutto, per chiedere un impegno ulteriore all’amministrazione comunale di Empoli, che già nel 2020, grazie a una nostra mozione, si è espressa contro il blocco economico imposto dagli Stati Uniti a Cuba».
Proprio in questi giorni, il blocco è stato ulteriormente inasprito dall’amministrazione Trump, che ha inserito Cuba nella lista dei Paesi che finanziano il terrorismo. «Una decisione infondata – spiega Marianna Gorpia, segretaria dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba di Empoli – un falso storico per quanto riguarda Cuba. Chiederemo all’amministrazione comunale di esprimersi con un atto formale contro questa scelta».
Gorpia ha inoltre ricordato il legame che, fin dagli anni Novanta, unisce Empoli a Cuba grazie all’attività dell’associazione: «Siamo riusciti a realizzare numerosi progetti – racconta – anche grazie alla disponibilità mostrata sia dalle istituzioni empolesi che da quelle regionali. Per questo chiediamo oggi all’amministrazione un ulteriore passo: una condanna netta contro l’inasprimento delle sanzioni, che peggiorano ulteriormente quelle già decise nel 2017».
A spiegare cosa significhi, nella vita quotidiana dei cubani, il blocco imposto dagli Stati Uniti fin dal 1960, è lo stesso Hernández: «Sono nato sotto il blocco – racconta – non ho mai conosciuto una Cuba libera».
Hernández, recentemente eletto coordinatore dei Comitati in Difesa della Rivoluzione, è in Italia per partecipare alla festa nazionale dei Comitati, e ha incontrato anche il presidente del Consiglio Comunale di Palazzo Vecchio a Firenze. «È la mia prima volta in Italia – racconta – un Paese che ha sempre mostrato grande solidarietà verso il nostro popolo. Sono stato in prigione per 15 anni negli Stati Uniti, condannato per spionaggio e cospirazione a due ergastoli e 15 anni. Gli italiani hanno dato un importante contributo alla mia liberazione e a quella di altri compagni nella mia stessa situazione».
Con voce ferma, Hernández illustra le conseguenze del blocco, affiancato nella traduzione da Umberta Torti, tra le prime responsabili dell’Associazione Italia-Cuba nella zona: «Il blocco danneggia noi cubani, ma anche i popoli del Nord America. Da anni l’Assemblea Generale dell’ONU chiede la sua revoca, ma soltanto due Paesi si oppongono sistematicamente: gli Stati Uniti e Israele».
Cosa comporta, in pratica, il blocco? «Il divieto assoluto per gli americani di avere relazioni economiche o turistiche con Cuba. I cubani, se hanno i mezzi, possono viaggiare negli Stati Uniti, fare acquisti. Ma, ad esempio, un cittadino americano non può comprare il nostro rum».
Le conseguenze, però, sono ben più gravi, toccano aspetti dell'economia e soprattutto l'ambito sanitario. Attualmente, la Calabria ospita 400 medici cubani per sopperire alla carenza di personale italiano. «Anche molte zone degli Stati Uniti avrebbero bisogno del nostro personale – spiega Hernández – ma non possono rivolgersi a Cuba». E aggiunge: «Cuba è all’avanguardia in diversi ambiti della medicina. Durante la pandemia da Covid, abbiamo sviluppato ben cinque tipi di vaccino. Esiste inoltre un farmaco molto efficace contro il piede diabetico, che spesso evita l’amputazione dell’arto, ma che, a causa del blocco, non può essere esportato».
Una biologa presente nella delegazione di accoglienza ad Hernández aggiunge: «La contraddizione è che un principio attivo usato nel farmaco cubano è oggi impiegato in tutto il mondo per prodotti dimagranti, mentre migliaia di malati non riescono a procurarselo».
«Per gli Stati Uniti Cuba è una dittatura, non un Paese libero – sottolinea Hernández – al punto che la nostra squadra di volley non può partecipare a un campionato in programma a Porto Rico, perché si tratta di un protettorato americano. O, ancora, durante le Olimpiadi di Tokyo, alcuni atleti cubani hanno avuto difficoltà a cambiare i dollari ricevuti come diaria, a causa del passaporto cubano: gli sportelli di cambio temevano sanzioni. Lo stesso accade per i musicisti cubani che desiderano esibirsi in America».
Durante il Covid, gli Stati Uniti hanno impedito a Cuba di acquistare ventilatori polmonari. «Per fortuna – racconta Hernández – siamo riusciti a riceverli grazie alla solidarietà di altri Paesi. Anche il mio viaggio in Italia ha questo significato: ringraziare chi ha contribuito a far avanzare Cuba, nonostante il blocco».
«Abbiamo approfittato della presenza di Hernández in Italia – spiega Leonardo Masi capogruppo di Buongiorno Empoli-Siamo Empoli durante l’incontro svoltosi in Comune – per rafforzare i legami di amicizia e di scambio tra noi e Cuba. Ma soprattutto, per chiedere un impegno ulteriore all’amministrazione comunale di Empoli, che già nel 2020, grazie a una nostra mozione, si è espressa contro il blocco economico imposto dagli Stati Uniti a Cuba».
Proprio in questi giorni, il blocco è stato ulteriormente inasprito dall’amministrazione Trump, che ha inserito Cuba nella lista dei Paesi che finanziano il terrorismo. «Una decisione infondata – spiega Marianna Gorpia, segretaria dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba di Empoli – un falso storico per quanto riguarda Cuba. Chiederemo all’amministrazione comunale di esprimersi con un atto formale contro questa scelta».
Gorpia ha inoltre ricordato il legame che, fin dagli anni Novanta, unisce Empoli a Cuba grazie all’attività dell’associazione: «Siamo riusciti a realizzare numerosi progetti – racconta – anche grazie alla disponibilità mostrata sia dalle istituzioni empolesi che da quelle regionali. Per questo chiediamo oggi all’amministrazione un ulteriore passo: una condanna netta contro l’inasprimento delle sanzioni, che peggiorano ulteriormente quelle già decise nel 2017».
A spiegare cosa significhi, nella vita quotidiana dei cubani, il blocco imposto dagli Stati Uniti fin dal 1960, è lo stesso Hernández: «Sono nato sotto il blocco – racconta – non ho mai conosciuto una Cuba libera».

Con voce ferma, Hernández illustra le conseguenze del blocco, affiancato nella traduzione da Umberta Torti, tra le prime responsabili dell’Associazione Italia-Cuba nella zona: «Il blocco danneggia noi cubani, ma anche i popoli del Nord America. Da anni l’Assemblea Generale dell’ONU chiede la sua revoca, ma soltanto due Paesi si oppongono sistematicamente: gli Stati Uniti e Israele».
Cosa comporta, in pratica, il blocco? «Il divieto assoluto per gli americani di avere relazioni economiche o turistiche con Cuba. I cubani, se hanno i mezzi, possono viaggiare negli Stati Uniti, fare acquisti. Ma, ad esempio, un cittadino americano non può comprare il nostro rum».
Le conseguenze, però, sono ben più gravi, toccano aspetti dell'economia e soprattutto l'ambito sanitario. Attualmente, la Calabria ospita 400 medici cubani per sopperire alla carenza di personale italiano. «Anche molte zone degli Stati Uniti avrebbero bisogno del nostro personale – spiega Hernández – ma non possono rivolgersi a Cuba». E aggiunge: «Cuba è all’avanguardia in diversi ambiti della medicina. Durante la pandemia da Covid, abbiamo sviluppato ben cinque tipi di vaccino. Esiste inoltre un farmaco molto efficace contro il piede diabetico, che spesso evita l’amputazione dell’arto, ma che, a causa del blocco, non può essere esportato».
Una biologa presente nella delegazione di accoglienza ad Hernández aggiunge: «La contraddizione è che un principio attivo usato nel farmaco cubano è oggi impiegato in tutto il mondo per prodotti dimagranti, mentre migliaia di malati non riescono a procurarselo».
«Per gli Stati Uniti Cuba è una dittatura, non un Paese libero – sottolinea Hernández – al punto che la nostra squadra di volley non può partecipare a un campionato in programma a Porto Rico, perché si tratta di un protettorato americano. O, ancora, durante le Olimpiadi di Tokyo, alcuni atleti cubani hanno avuto difficoltà a cambiare i dollari ricevuti come diaria, a causa del passaporto cubano: gli sportelli di cambio temevano sanzioni. Lo stesso accade per i musicisti cubani che desiderano esibirsi in America».
Durante il Covid, gli Stati Uniti hanno impedito a Cuba di acquistare ventilatori polmonari. «Per fortuna – racconta Hernández – siamo riusciti a riceverli grazie alla solidarietà di altri Paesi. Anche il mio viaggio in Italia ha questo significato: ringraziare chi ha contribuito a far avanzare Cuba, nonostante il blocco».