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Dieci, centro, mille contratti di fiume come per la Pesa

02-08-2025 22:00 - Opinioni
di Gordon Baldacci

Notizia di questi ultimi giorni, la scelta di svolgere la seduta di un Consiglio Comunale, quello di Montelupo Fiorentino, nell'alveo in secca del torrente Pesa. La preferenza per questo luogo inusuale è altamente simbolica e nasce dalla volontà di sensibilizzare ulteriormente, sulla questione che da decenni affligge il tratto conclusivo del torrente le cui sorgenti sono numerose e dislocate fra le province di Firenze e Siena.

La Pesa, il mare dei montelupini e non solo:

Quando la vacanza al mare era un lusso per pochi, la Pesa era spesso anche in estate, luogo di balneazione non solo per i montelupini ma anche per gli abitanti delle frazioni e dei comuni adiacenti. Tutto ciò almeno fino a metà degli anni settanta del secolo scorso, dopo di che, un maggiore prelievo idrico a vari livelli lungo il suo percorso sia a monte che a valle, hanno fatto sì che la portata del torrente diminuisse a tal punto, da diventare con gli anni ottanta spesso un esile rivolo, fino ad arrivare alle secche degli ultimi quarant'anni. Secche che tendenzialmente si verificano durante il periodo estivo, ma che talvolta complici le fasi più siccitose di alcune stagioni autunnali, si sono protratte talvolta anche nel mese di ottobre.

Nuove esigenze, nuovi problemi: cause ed effetti

Con il continuo aumento del fabbisogno idrico e di conseguenza il prelievo massiccio di acqua degli anni successivi, siamo arrivati al paradosso che nonostante una primavera eccellente dal punto di vista delle precipitazioni, quest'anno il torrente ha “resistito” con il suo esile corso qualche settimana in più nel mese di giugno, per poi inevitabilmente soccombere. Quando un torrente come la Pesa va incontro ad una fase di secca, non è come il prosciugarsi di un rio o di un canale irriguo. Siamo di fronte ad un torrente che ha una sua fauna ittica ed una flora locale che, inevitabilmente più la prima che la seconda, ogni anno rischia una morte certa. Lodevoli le iniziative che periodicamente nel suo tratto finale vengono messe in atto ogni anno dalle associazioni di volontariato e dall'Amministrazione Comunale per “salvare il salvabile” ma è comunque una situazione emergenziale.

Da spettatori ad attori, il Contratto di Fiume

Purtroppo non sono situazioni semplici da risolvere per vari motivi, in primis perché come spesso accade, chi amministra e vive alla sorgente, non ha gli stessi effetti di coloro che amministrano la foce, sia dal punto di vista idrogeologico durante le piene che durante le fasi di secca. Ragion per cui è il comune di Montelupo Fiorentino a ideare e mettere nero su bianco nel 2019, il primo “Contratto di Fiume”, uno strumento che in pratica (e semplifico molto l'argomento perché si tratta di un tema molto più ampio), è un patto volontario sottoscritto tra diversi soggetti della comunità locale (Comuni, Ato, Enti, Associazioni, imprese, cittadini…) che (e cito testualmente pezzi del Contratto)

“Condividono l'obiettivo della riqualificazione del territorio fluviale dove operano e abitano e che si impegnano a realizzare, ognuno con le proprie competenze, azioni che integrano i diversi settori (dall'urbanistica alla riqualificazione ed educazione ambientale, dalla gestione del rischio idraulico alla valorizzazione del patrimonio locale, dalla fruizione delle rive al miglioramento della qualità delle acque”.

Da allora, anno dopo anno, questo strumento viene ampliato e sostenuto da tante realtà, (associazioni, volontariato) con azioni mirate per cercare di arrivare a quello che sarà un giorno il traguardo finale, poter vivere il fiume tutto l'anno, come accadeva una volta.

Il cambiamento climatico, un ulteriore avversario

In tutto questo i cambiamenti climatici certo, lavorano contro inutile nasconderlo; negli ultimi anni, le fasi siccitose anche lungo il percorso della Pesa non sono state così dissimili da quelle vissute altrove. Senza contare che ormai nel tratto a monte, in quelle colline che nei decenni passati seppur saltuariamente, si constatava un minimo accumulo nevoso in inverno, oggi il massimo a cui si può tendere a ottenere, sono solo fiocchi “coreografici”.

Inoltre quando piove, lo fa sempre per periodi più brevi ma impetuosi, scaricando magari gli accumuli di un mese in tre giorni, e di conseguenza la regimentazione del flusso idrometrico lascia molto a desiderare.

Bisogni nuovi che si trasformano in esigenze

A tutto ciò si va ad aggiungersi quello che noi “uomini” con le nostre decisioni andiamo a scegliere di fare. Nel 2024 era partita l'idea di mandare in approvazione un progetto per un nuovo pozzo idropotabile a Montelupo, il numero 10, per andare gradualmente a sostituire il pozzo numero 4 profondo 14 metri di meno. Ferma fu la condanna dell'Amministrazione Comunale con un presidio sul torrente in secca, giustamente preoccupata per l'ulteriore aggravamento di una situazione già critica, ma al momento, il nuovo pozzo idropotabile è in fase di realizzazione. Il Comune ha espresso parere negativo al progetto, temendo che il nuovo pozzo aggravi la situazione, nonostante le rassicurazioni che i volumi di prelievo non aumenteranno. È in corso uno studio sulla falda sotterranea per valutare soluzioni alternative e mitigare gli effetti dei prelievi. Difficile capire come andrà a finire ma ipotizzabile lo scenario finale.

Una responsabilità condivisa con le scelte del passato

Va anche aggiunto due elementi che non si possono subordinare al caso. Dagli anni novanta del secolo scorso ad oggi, Montelupo Fiorentino è diventata terra di immigrazione da buona parte della piana fiorentina. Vuoi per la posizione strategica fra Firenze, Pisa e Siena, vuoi per la presenza della stazione ferroviaria, ed anche per le condizioni di fondo meno esasperate rispetto ad un comune di media grandezza come può essere ad esempio Scandicci o addirittura Firenze. Aggiungiamo il paesaggio, e tutto sommato una rete di servizi presenti ed efficaci, giocoforza anche l'urbanizzazione si è fatta piuttosto serrata.

Tutti questi elementi hanno favorito la costruzione di interi quartieri di sana pianta a prezzi sicuramente inferiori di un loft a Firenze, e la popolazione in trent'anni è crescita di oltre un buon 30%. Siamo passati dai 10.000 abitanti di inizio anni novanta, ai quattordicimila e oltre dei dati del 2021. Non escluderei a priori che alle prossime amministrative, Montelupo Fiorentino abbia superato la soglia dei quindicimila abitanti, divenendo un comune con sistema elettorale a doppio turno, date le sue dimensioni.

Gente che arriva, servizi che giustamente devono essere erogati, e materie prime non infinite come l'acqua che deve giocoforza essere messa a disposizione di chi decide di vivere qui. Sarebbe semplice muovere accuse solo a chi decide di erogare i servizi primari, c'è di fondo anche un problema che ovviamente non colpisce solo Montelupo Fiorentino, ma anche Capraia e Limite, la stessa Empoli. Il compromesso chilometrico che si accetta per fare casa-lavoro, è spesso più che accettabile a fronte di una minore esposizione allo smog, all'inquinamento, alla convulsa realtà della piana fiorentina. Più abitanti, più risorse e più acqua da destinare a un numero crescente di persone.

I contorni ed i confini del Contratto di Fiume

Senza contare che il “Contratto di Fiume” ha i suoi confini e limiti. Come ogni contratto è una forma di collaborazione fra parti, in cui proprio per la natura del “contratto stesso” non vigono obblighi ma semmai, buonsenso e raccomandazioni, buone pratiche e sensibilizzazione. Tradotto, aver firmato questo patto, non significa a prescindere avere la “forza” di impedire ad aziende nazionali o partecipate regionali, di dare scempio del territorio in nome dei tanto decantati “interessi generali”. Certo è che, se il contrario non ci fosse, mancherebbe una visione del territorio che è anche leva propositiva ed oppositiva al bisogno. La mancanza in passato di certi strumenti a vigilanza e salvaguardia del territorio è uno, assieme a tanti altri, dei motivi per cui oggi il torrente Pesa è in questa situazione.

L'unica via percorribile; altri dieci, cento, mille Contratti di Fiume.

Come sempre sarà un cammino lento, tortuoso e di non semplice realizzazione, ma la scelta lungimirante oltre sei anni fa, di delineare e redigere questo “contratto di fiume” per recuperare e gestire la Pesa e la sua storia, che nelle viscere di questa terra scorre silenziosa lungo il tratto finale dei suoi oltre cinquanta chilometri, merita menzione e dimostra coraggio e proiezione verso il futuro.

Un auspicio che si spera sia esempio e monito, per gli altri torrenti di egual lunghezza e portata in tutto l'empolese-valdelsa.